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mercoledì 7 giugno 2023

DIO E LA POLITICA SECONDO LA BIBBIA . 01 / Nell'Antico Testamento da Abramo fino a Samuele.

Samuele giudice di Israele.

La politica riguarda “le cose della Polis” cioè della Città. La Politica si occupa in senso laico della vita delle persone della Comunità e la sua organizzazione. Tra il senso di sfiducia diffuso tra la gente verso la “politica che è sempre sporca” e la Chiesa che la definisce “altissimo esercizio della Carità” (Paolo VI), la paura per i parroci di parlare di politica, di essere accusati “di fare politica”, gli abusi nel passato ma anche oggi di elementi e gruppi cristiani che usano le loro relazioni all’interno della Chiesa, nelle parrocchie, per fare campagna per tale o talaltro candidato, cosa ci dice la Bibbia?

Se la Chiesa nel suo Magistero Supremo con la bellissima espressione di Papa Paolo VI e tante altre di altri Papi (La Gioia del Vangelo: SERVIZIO E RESPONSABILITÀ, L'ALTISSIMA VOCAZIONE DELLA POLITICA / Papa Francesco consegna il "PREMIO PAOLO VI" al Presidente Sergio Mattarella.) nel corso degli anni ci incoraggia a guardare a una politica pulita, possibile, e a impegnarci in essa a vari livelli, possiamo trovare un sostegno, una verifica di queste prese di posizione nella Bibbia stessa? 

Parlare di Politica e Bibbia, significa quindi per noi guardare nella Scrittura a come era organizzata la vita sociale, comunitaria, e se Dio stesso indica quindi un indirizzo, ha un piano, si interessa di Politica.

Vedremo che Dio guiderà la costruzione progressiva di un popolo, per cui possiamo dedurre che esiste un Regime politico ideale per Dio, come testimonia chiaramente la Scrittura.

“Dio vuole salvare tutti gli uomini e tutto l’uomo”, secondo un’altra felice espressione di Paolo VI e quindi Dio è interessato alle relazioni sociali. Anzi, all’indomani della festa della Trinità comprendiamo che se Dio è unico, non è solitario come lo descrive l’Islam, ma è comunione, relazione. E quindi se ogni singola persona è immagine di Dio, Dio non ha creato l’uomo solitario, ma in relazione, maschio e femmina. Questo significa che è l’uomo in relazione (uomo - donna, famiglia, comunità, popolo, Umanità) che è l’immagine più completa di Dio. Non a caso da tempo il Cardinale Bergoglio parlava del “piacere mistico di essere Popolo”; parlava, più che di nazione o di territorio, di “Patria”, cioè il luogo abitato e animato, costruito umanamente dai padri nel passato lasciato in eredità alla nostra generazione e abitato, animato, sviluppato da noi oggi per essere lasciato unito e piacevolmente abitabile ai figli di cui siamo i padri.

Dio si occupa dell’uomo completo, vuole salvare l’uomo completo, quindi anima e corpo e relazioni. Per Dio la politica deve servire alla Salvezza Eterna dei singoli e dei popoli. Il suo progetto politico, le sue reazioni “politiche” sono al servizio della Salvezza, della Fede. 

LA COSTRUZIONE DEL MODELLO POLITICO DI DIO SI CONFONDE CON LA STORIA DELLA SALVEZZA. LA POLITICA È SANA SE COLLABORA ALLO SVILUPPO DELL'UMANITÀ ORIENTATO ALLA SUA SALVEZZA ETERNA. 

Questa Storia della Salvezza inizia in modo continuato con l’Alleanza di Dio con Abramo. La base della Politica di Dio è la Persona, l'Uomo. Ma i progetti di Dio si incarnano sempre e quindi la Politica di Dio inizia con  una persona particolare: ABRAMO. Ma Abramo non è solo. ABRAMO E SARAH = UNA FAMIGLIA entra nell’Alleanza con il Dio di Abramo. Fin dall’inizio, alla base della Politica abbiamo il matrimonio e la famiglia. L’ASPETTO MORALE SI AFFINERÀ CONTINUAMENTE RITORNANDO AL PROGETTO ORIGINARIO. ADAMO ED EVA, un uomo e una donna, per sempre, senza ripudio. Ci vorrà molto tempo per arrivarci, ma fin dall’inizio nel progetto di Dio c'è la coppia monogama, un uomo e una donna e la famiglia come fondamento della salvezza e quindi della politica. La Chiesa dice che la famiglia è la cellula base della società. 

Questa famiglia si allarga e diventa un clan con i dodici figli di Giacobbe e le loro famiglie legate al Dio di Abramo Isacco e Giacobbe. Il clan è la seconda struttura politica che conta. Non legato a un territorio preciso né a una città. È una struttura umana, non materiale.

La Legge (Torah) non è un codice di comportamento ma una Storia. O, se vogliamo, il Codice di comportamento esiste ma è la vita dei Patriarchi di cui si conserva memoria. Il loro comportamento caratterizzato dalla Hesed (bontà, misericordia, fedeltà) comprende come base la fedeltà al Dio di Abramo, alla sua promessa sancita da un’Alleanza. Giacobbe partendo in esilio, quindi verso territori dove comandano altri dèi, sceglierà di nuovo il Dio del suo Padre e del suo Nonno come suo Dio a condizione che sia abbastanza potente di proteggerlo nel territorio degli altri dèi e di riportarlo a casa sua (Gen 28,20).

Con i Dodici figli di Giacobbe nascono dodici clan, dodici tribù, unite nell’Alleanza col Dio Unico dei padri. 

Le dodici tribù sono veramente discendenti di Abramo biologicamente? C'è chi sostiene l’ipotesi che diverse tribù si siano unite nella fede in Jahvè, riconoscendosi in Abramo come antenato leggendario. Se questo è vero, rende ancora più straordinario la preservazione della fede nel Dio unico mentre tutti i popoli antichi hanno più dèi, che definiscono la loro identità, dèi che hanno templi e statue, mentre Israele ha un solo Dio, di cui non si può fare né immagine né scultura!

Quindi Israele è un popolo fondato e riconoscibile attraverso la fede, una fede precisa. Non una fede in cui “l’importante è pregare!”, “l’importante è che la preghiera faccia stare bene, ottenga le grazie…”. Nella fede non “c'è chi vuole andare a Dio per Gesù Cristo e chi per Maria”. È vero che chi non è mariano non è cristiano, ma il culto mariano che non sia totalmente centrato su Gesù Cristo rivelatore del Dio Unico, del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, non è cristiano, non è mariano! Lo chiarisce molto bene Papa Giovanni Paolo II. 

Ma a questo punto Israele ha anche una organizzazione particolare creata da Dio stesso. Ecco la struttura politica migliore secondo Dio: dal basso a salire, come i mattoni di un edificio troviamo la Persona, la Famiglia, il Clan che ha il suo territorio, le intese tra i Clan, unite nell’Alleanza con il Dio dei Padri. 

È questa struttura politica che rimarrà fino a Samuele e all'avvento dei Re. E quindi ci sembra quella preferita da Dio. Vedremo in seguito perché. 

Chiariamo subito un aspetto: questa struttura è sostanzialmente la stessa delle organizzazioni malavitose di tutto il mondo, specialmente quelle delle nostre zone! Infatti la loro forza deriva appunto dallo loro struttura che parte dalla gente, dalle relazioni familiari, dal territorio, come il modello voluto da Dio. La differenza fondamentale è che il loro spirito è totalmente anticristiano. È uno spirito di potere, di orgoglio, di arricchimento del capo... Assistiamo a lotte sanguinose tra clan per il controllo del territorio e per altri motivi. Il dramma è che nelle nostre zone queste organizzazioni sono nate spesso come difesa del piccolo popolo quando lo Stato era assente e (talvolta) i vertici stessi della Chiesa erano distanti. E nascendo dallo spirito comunitario di paese, di rione, che era anche religioso, hanno conservato apparenze religiose, pratiche di devozione. Tutti sappiamo dei pizzini nella Bibbia, anche con citazioni di versetti, del primo posto alle processioni, dei raduni nel Santuario mariano calabro e la distribuzione di santini, delle offerte generose alla Chiesa: hanno ingannato il popolo e il clero lì dove l’opera di evangelizzazione era superficiale, era più rivolta alla sacralizzazione e alla sacramentalizzazione che al cambio di mentalità Vangelo in mano. 

Siamo arrivati idealmente al tempo di Samuele senza parlare di Mosè e dei Dieci Comandamenti. È stato fatto di proposito. Nel prossimo post parlerò appunto di Mosè e dei Dieci Comandamenti che arricchiscono e rinsaldano il cammino verso la Promessa ma non cambiano la struttura politica del Popolo di Dio.   

Da questa struttura politica (Persona, Famiglia, Clan, Tribù, Unione delle Tribù) creata da Dio con uno spirito positivo, cosa apprendiamo: Dio vuole partire dal basso, dal piccolo, dà valore ad ogni persona e vuole che essa sia cosciente dal suo valore e rispettata in quanto tale. Da lì la Chiesa propone un principio base della sua Dottrina Sociale, il principio di sussidiarietà: il livello più alto non solo deve rispettare il livello inferiore, ma lo deve aiutare a fare tutto ciò che lo riguarda direttamente e non sostituirsi a lui: scelte familiari, educazione dei figli, scelta della casa, lavoro libero e stipendio degno e sufficiente. Lì dove il problema non è alla portata del singolo, del singolo nucleo familiare, della solidarietà spontanea tra famiglie, è il livello superiore che se ne deve fare carico (scuola, comune, sanità, ecc.). E così di livello in livello, fino al livello dell'Umanità intera. L'ideale di Dio è di un popolo libero, formato-educato, degno e responsabile. Il principio di sussidiarietà implica la responsabilità. Vuoi essere cristiano nel mondo? Guidato da Dio devi occuparti della tua famiglia, del vicinato, del quartiere ... avendo sempre come orizzonte il bene comune oltre te e le tue relazioni private, partendo dal più locale fino al bene comune globale. Non puoi delegare ad altri quelle che sono le tue responsabilità.


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