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giovedì 8 giugno 2023

DIO E LA POLITICA 02 / LA CRISI AL TEMPO DI SAMUELE.

Roboamo si rivolge con arroganza agli anziani di Israele. 

Abbiamo visto come il Signore, iniziando da Abramo, ha sapientemente costruito un sistema politico-sociale formato da livelli successivi, un modello per ogni società e per tutta l’Umanità, partendo dalla coppia e dalla famiglia, cellula base naturale della società. 

Questo ha permesso alla Chiesa di dedurre che l’impostazione sociale migliore è la Sussidiarietà: ogni livello a cominciare dal più basso - la persona in relazione, la famiglia con il capo famiglia - deve essere messo in grado di poter esercitare al massimo ciò che lo riguarda nel proprio ambito, cioè poter assumere liberamente e responsabilmente i suoi diritti. Solo ciò che esula dal suo livello viene preso in carico direttamente dal livello superiore: cioè innanzitutto dopo la famiglia troviamo il clan, o tribù, o comunità locale - poi il gruppo di tribù, cioè il livello regionale o nazionale - infine il livello internazionale. 

La sussidiarietà porta molti frutti buoni se ogni livello vive e lavora aperto al bene comune. Il gruppo umano solidale che conosce bene la situazione locale, le persone, le sensibilità è efficace se non si chiude nel tribalismo, cioè nell’egoismo di gruppo, la rivalità tra gruppi. 

Questa apertura all’orizzonte del bene comune è presente nel caso di Israele perché tutte le tribù si riconoscono negli stessi Antenati, i Patriarchi, che sono comuni - Abramo, Isacco e Giacobbe - e nell’Alleanza che Dio ha stipulato con Abramo e la sua discendenza. Tutti gli israeliti, pur essendo di varie tribù, si riconoscono come fratelli. Paolo portato in tribunale, confrontato con i suoi avversari li chiama “uomini fratelli”. Questa parola “fratello/i” ricorre spesso nell’Antico Testamento indicando qualunque israelita, in particolare nei precetti. E già si allarga l’orizzonte dicendo che “lo straniero che vive presso di te lo tratterai come tuo fratello”.

Come funziona il livello più alto? Non c'è un organismo permanente, ma il Consiglio degli anziani che si riunisce ogni volta che sia necessario. Ci sono poi i profeti che sono però solo animatori spirituali.  E poi ci sono i Giudici, personaggi carismatici che Dio suscita secondo il bisogno, e vengono riconosciuti come tali. In particolare uniscono tutte le forze delle tribù se bisogna respingere un aggressore straniero. Come detto il Giudice è un personaggio carismatico, non ereditario. 

Quindi Dio propone il modello di un popolo certamente imperfetto ma fondamentalmente umile e pacifico, non potente ma solido e prospero con il suo lavoro, centrato sulle relazioni prossime, unito dalla fede nel Dio unico e nella sua Legge. 

Nella famiglia è riconosciuto all'uomo il ruolo di capofamiglia ma il posto della donna nella società ebraica come persona, sposa e madre è molto migliore di quello che occupa in altre civiltà di quel tempo. I bambini ebrei imparano ancora i nomi delle Madri di Israele, Sarah, Rebecca, Rachele e Lea con la cantilena “Echad Mi Yode’a?” Uno, chi lo sa? Uno è Dio, … durante la Cena Pasquale. Ci sono Giudici donne. Rut e Giuditta hanno ispirato libri della Bibbia che portano il loro nome, ecc.. 

Questo modello entra in crisi al tempo di Samuele. È vero, Samuele ha stabilito come giudici i suoi figli mentre non sono integri come lui. Dal malcontento della gente, ma soprattutto di fronte ai regni vicini, che sotto la guida di un Re sembrano più potenti e prestigiosi, gli anziani del popolo reclamano un Re anche per Israele. 

Infatti dice il capitolo 8 del Primo Libro di Samuele: 

1 Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici d'Israele i suoi figli. 2 Il primogenito si chiamava Gioele, il secondogenito Abia; erano giudici a Betsabea. 3 I figli di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro il guadagno, accettavano regali e stravolgevano il diritto. 4 Si radunarono allora tutti gli anziani d'Israele e vennero da Samuele a Rama. 5 Gli dissero: "Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli".

La Parola di Dio giudica questa richiesta di “modernità”, di adeguamento a ciò che fanno gli altri popoli - pagani - un chiaro rigetto dell’Alleanza: 

6 Agli occhi di Samuele la proposta dispiacque, perché avevano detto: "Dacci un re che sia nostro giudice". Perciò Samuele pregò il Signore. 7 Il Signore disse a Samuele: "Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro. 8 Come hanno fatto dal giorno in cui li ho fatti salire dall'Egitto fino ad oggi, abbandonando me per seguire altri dèi, così stanno facendo anche a te. 9 Ascolta pure la loro richiesta, però ammoniscili chiaramente e annuncia loro il diritto del re che regnerà su di loro".

10 Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re. 11 Disse: "Questo sarà il diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, 12 li farà capi di migliaia e capi di cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. 13 Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. 14 Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li darà ai suoi ministri. 15 Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. 16 Vi prenderà i servi e le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. 17 Metterà la decima sulle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi servi. 18 Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà". 

Infatti un governo prestigioso con una Corte, un esercito permanente, una struttura centralizzata, tutto questo costa come lo vediamo lungo la Storia. Ora chiedendo un Re gli israeliti sono attratti da un ideale di potenza. E l’ideale di potenza nutre sé stesso e non si ferma. Diventa facilmente imperialismo che cerca di allargare il suo potere con le guerre, con la sottomissione di altri più deboli dai quali si ricavano tributi per alimentare una macchina imperiale sempre più vorace e rompendo la fratellanza universale invece di costruirla. 

Forse il popolo non lo comprende e immagina solo vantaggi immediati: 

19 Il popolo rifiutò di ascoltare la voce di Samuele e disse: "No! Ci sia un re su di noi. 20 Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie". 21 Samuele ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all'orecchio del Signore. 22 Il Signore disse a Samuele: "Ascoltali: lascia regnare un re su di loro". Samuele disse agli Israeliti: "Ciascuno torni alla sua città!".

Cosa fa allora Dio? Si adegua! Così fa il Signore sempre, che è capace di guidare, di stare in mezzo a un popolo che non ha un regime politico perfetto. Dio porta l’Umanità alla salvezza. Lui che ha costruito un popolo partendo dalle persone, dalla famiglia, dalle relazioni prossime, e offre la sua organizzazione come modello politico a tutta l’umanità, a tutti i popoli, non ha come priorità il modello della Società, la sua struttura politica, ma le persone e la loro fede. Chi pensa subito al progetto di Società, le strutture, al partito, alle elezioni, al prendere il potere, si allontana da Dio.

 Inizia così il periodo dei Re. Il primo, Saul, cerca il consenso dei capi prima dell’obbedienza a Dio e viene rigettato. Davide invece metterà sempre il suo rapporto con Dio al primo posto, riportando a lui i suoi eventuali peccati. E questo lo rende “il Re secondo il cuore di Dio” e una figura centrale nella Storia di Israele. Ma già suo figlio Salomone inizia bene e finisce male, travolto dal proprio successo, dalle relazioni alla pari tra Re e Re, tra grandi potenze, tanto agognate dal popolo quando chiedeva un Re. Relazioni alla pari significano matrimoni con principesse pagane che portano a Corte i loro dèi!!! Ma non è tutto. Le tasse aumentano, la corte si allontana dal popolo, le esigenze del prestigio generano spese folli. Il figlio di Salomone, Roboamo, elevato alla Corte assieme ai suoi amici, è uno che non conosce più la vita umile del popolo e si crede di una natura diversa. Sogna di superare il padre nel suo potere e provoca la rottura tra le tribù. Nasce il Regno del Nord con Geroboamo e dieci tribù. Con Roboamo, il figlio di Salomone, rimangono solo le tribù di Giuda e Beniamino. Parlando dei Re del Nord o del Sud, la Bibbia troppo spesso aggiungerà dopo il nome di quello turno : “ fece ciò che è male agli occhi del Signore”.

Nel prossimo post, andando fino al Nuovo Testamento, vedremo come, già con Geroboamo, l'idea di potere (politico) genera la strumentalizzazione della religione. 


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