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giovedì 21 dicembre 2023

HO LETTO "FIDUCIA SUPPLICANS": 02 C'È DA PREOCCUPARSI?


C'è da preoccuparsi? Sì e no. Ho letto con attenzione la Dichiarazione “Fiducia supplicans”. La pubblicherò a puntate perché vale veramente la pena leggerla sia per la delicatezza del punto che ne ha provocato la redazione (coppie irregolari e dello stesso sesso, le paure e reazioni forti che suscita), sia per l’importanza più generale del benedire nella fede cristiana, e infine, per la sua bellezza, completezza ed equilibrio che ne fanno un testo di formazione per i cristiani. Ma di tutto questo potremo discutere in parrocchia in qualche incontro aperto a tutti.

In introduzione qualche osservazione e qualche mia esperienza personale.

Alcuni collettivi LGBTQ che sostengono che “ogni amore vale” senza distinzioni, non si sono ingannati sul tenore del documento che apre, sì, ma nella verità. L'hanno bollato parlando di “benedizioni apartheid” sentendosi discriminati. Molti vescovi invece hanno accolto positivamente quel Documento parlando di : “bénédictions de croissance, non pas de reconnaissance”, “bendiciones de crecimiento, no de reconocimiento”. In italiano "benedizioni di crescita (di “accrescimento”, per conservare la rima) e non di riconoscimento”. Altri vescovi, ed è la reazione anche dei preti e laici più contrari, dicono: “il Papa ci chiede di benedire il peccato”, “è la Road Map verso il riconoscimento del matrimonio omosessuale”, “creerà una tremenda confusione”. C'è chi, dice in modo più pacato ma non meno preoccupato come il Cardinale emerito di Hong Kong: “non sarà pastoralmente sostenibile”. È sicuramente un punto da esaminare con attenzione da parte di chiunque, prete o laico, genitore, educatore, che sia responsabile. Notiamo comunque che anche Gesù, in tanti casi, non era “pastoralmente sostenibile” e disturbava tutti gli schemi messi (pian piano) in piedi per far girare la vita di fede senza sorprese. Fino a spingere alla sua uccisione. Un buon articolo è quello dell'Osservatore a firma di Andrea Tornielli ( Un cuore di pastore che non chiude mai la porta - L'Osservatore Romano). Ma noi diciamo che Gesù è la Via, la Verità e la Vita. E possiamo affermare con grande gioia che la proposta di Gesù, questo suo sogno di amore, ha funzionato. Anzi, avrebbe funzionato meglio ancora se tutti noi cristiani fossimo stati umilmente docili allo Spirito Santo che, come il vento, non sai da dove viene né dove va. Non significa che si può fare qualsiasi cosa ma che bisogna seguire Lui, Gesù, che chi lo segue è al sicuro nella Verità, e avrà la Vita. Anche san Francesco era molto esagerato e ha dovuto soffrire da parte sia dei troppo prudenti, che di quelli troppo “creativi” e ribelli all’autorità dell’Ordine e della Chiesa. “Che i frati siano cattolici!”, egli ripete tante volte durante la sua vita e nei suoi scritti, in particolare verso la fine, “affinché, sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica, osserviamo la povertà, l'umiltà e il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso”. (Regola Bollata XII). Non si può dire che il carisma di san Francesco non sia una ricchezza della Chiesa e dell'Umanità. Ma ancora in noviziato mi si insegnava la dottrina della "siepe" che proteggeva l’osservanza della Regola, aggiungendo altri precetti alla Regola. Poi c'era chi metteva una seconda siepe per proteggere la siepe che proteggeva la Regola, rischiando alla fine di paralizzare proprio la vita. L'ansia di inquadrare tutto in regole e regolamenti era generale in certe epoche tra i religiosi e in tutta la Chiesa e rappresenta sempre un rischio. Negli anni 2000, in una diocesi, come frutto del Sinodo diocesano, si scrisse un libro enorme di regole, prima della fine dello stesso Sinodo, e fu promulgato in modo definitivo subito, contrariamente al costume della Chiesa…

Una mia esperienza felice è stata l’accompagnamento di un uomo che, separato dalla moglie, aveva un’amante: sentendo il desiderio di ritornare a Dio l’ho confessato per un lungo periodo senza dargli l’assoluzione ma una benedizione, chiedendo al Signore di sollevarlo dal peso dei suoi peccati. E veramente era sollevato. Fino a decidere di comune accordo con quella donna di interrompere ogni peccato. - “Ma questa donna abita in un appartamento di tua proprietà sotto il tuo!” - “È vero ma non avrebbe dove andare, sarebbe da parte mia solo una mancanza di carità!”. Conoscendolo bene ormai, gli ho dato l’assoluzione con fiducia.



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