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martedì 19 dicembre 2023

FIDUCIA SUPPLICANS: 01 COMPRENDERE E APPLICARE SERIAMENTE IL SENSO PASTORALE DELLE BENEDIZIONI.



Ieri il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato una Dichiarazione che ha suscitato immediatamente commenti numerosi e di vario tenore. Mi chiedo sempre come fanno tante persone comuni e senza formazione teologica a sentenziare nello stesso giorno della sua pubblicazione su un Documento che tratta un argomento molto delicato, elaborato in lunghi mesi e attraverso vari confronti, e il cui testo riempie più di dodici pagine? 

Credo che invece dovremo, almeno gli operatori pastorali e in particolare presbiteri e diaconi, studiare seriamente questo testo per applicare in modo giusto il senso pastorale delle benedizioni. Non voglio quindi pubblicarlo adesso. È facile comunque trovarlo sul sito Vaticano: Dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni (18 dicembre 2023).

Intanto la presentazione che ne fa il cardinale Fernandez e che metto sotto ce ne dà l’orientamento. Anche con il n. 44 che aggiungo si riprende un punto essenziale. Un vescovo francese dice che le benedizioni che sono sacramentali e non sacramenti servono la crescita e non sono un riconoscimento. 

Gesù scandalizzava i farisei perché mangiava con i peccatori. A quei tempi condividere il pasto con qualcuno era molto di più che dare una benedizione oggi. Ma sappiamo che Gesù lo faceva perché invita(va) tutti alla conversione, e affinché possiamo convertirci ha dato la vita.


DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE


Dichiarazione

Fiducia supplicans

sul senso pastorale delle benedizioni

 

Presentazione

La presente Dichiarazione prende in considerazione diversi quesiti giunti a questo Dicastero sia negli anni scorsi che in tempi più recenti. Per la sua stesura, come è prassi, sono stati consultati degli esperti, si è avviato un congruo processo di elaborazione e se ne è discussa la bozza al Congresso della Sezione Dottrinale del Dicastero. Durante questo tempo di elaborazione del documento, non è mancato il confronto con il Santo Padre. La Dichiarazione è stata, infine, sottoposta all’esame del Santo Padre, che l’ha approvata con la sua firma.

Nel corso dello studio dell’argomento oggetto del presente documento, è stata resa nota la risposta del Santo Padre ai Dubia di alcuni Cardinali, che ha fornito importanti chiarimenti per la riflessione che qui ora si offre, e che rappresenta un elemento decisivo per il lavoro del Dicastero. Dato che «la Curia romana è in primo luogo uno strumento di servizio per il successore di Pietro» (Cost. Ap. Praedicate Evangelium, II, 1), il nostro lavoro deve favorire, insieme alla comprensione della dottrina perenne della Chiesa, la ricezione dell’insegnamento del Santo Padre.

Come nella già citata risposta del Santo Padre ai Dubia di due Cardinali, la presente Dichiarazione resta ferma sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, non ammettendo nessun tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione. Il valore di questo documento, tuttavia, è quello di offrire un contributo specifico e innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica strettamente legata a una prospettiva liturgica. Tale riflessione teologica, basata sulla visione pastorale di Papa Francesco, implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa. Questo rende ragione del fatto che il testo abbia assunto la tipologia di “Dichiarazione”.

Ed è proprio in tale contesto che si può comprendere la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio.

La presente Dichiarazione vuole essere anche un omaggio al Popolo fedele di Dio, che adora il Signore con tanti gesti di profonda fiducia nella sua misericordia e che con questo atteggiamento viene costantemente a chiedere alla madre Chiesa una benedizione.

Víctor Manuel Card. FERNÁNDEZ

Prefetto


44. Qualsiasi benedizione sarà l’occasione per un rinnovato annuncio del kerygma, un invito ad avvicinarsi sempre di più all’amore di Cristo. Papa Benedetto XVI insegnava: «Come Maria, la Chiesa è mediatrice della benedizione di Dio per il mondo: la riceve accogliendo Gesù e la trasmette portando Gesù. È Lui la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre, come e più del pane».[30].


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