Sant'Agostino e l'angelo che gli mostra i limiti della sua filosofia. |
Oggi la Chiesa ricorda sant’Agostino, uno dei
maggiori Padri della Chiesa. Nella prima lettura di oggi san Paolo mette i
Corinti in guardia contro i bei discorsi. Altrove se la prende con i filosofi. Sant’Agostino era un bel parlatore e un filosofo e
faceva carriera con questo alla Corte dell’Imperatore. Dopo la conversione
continuerà a parlare bene, a filosofare da cristiano. San Paolo viene
contraddetto dalla Chiesa successiva? Sant’Agostino ancora pagano
ha sperimentato che la sola filosofia non bastava e che a salvarlo, a cambiare
il cuore e la sua vita è stato l’amore gratuito di Dio manifestato
nella stoltezza della croce e attraverso
le Scritture cristiane che lui guardava dall’alto per la rozzezza del loro stile
e della loro grammatica. È l’esperienza della grazia che Agostino annuncerà tutta
la sua vita, specie contro Pelagio e i suoi seguaci.
Ma, convertito, Agostino ama oltre che con il suo
cuore e le sue forze, anche con la sua intelligenza. Mette la sua intelligenza e
la sua cultura al servizio dell’incontro con Gesù Cristo, e con frutti
meravigliosi. È un momento in cui la Chiesa costruisce una cultura cristiana, non
solo di testimonianza. E questo aiuta tutti a comprendere meglio il Cristianesimo,
l’annuncio di Gesù Cristo, e a discernere le sue contraffazioni. Da sempre Agostino
è stato confrontato con le eresie cristiane. Anche san Francesco che parte da “idiota”,
dopo un po’ comprende assieme ad altri e in particolare a sant’Antonio, che è
necessario, malgrado i pericoli (“poi quel frate che avrà studiato si siederà sul
trono e dirà al fratello che non avrà studiato: fratello portami il mio libro!”) che i frati sappiano
rispondere anche con il ragionamento alle domande e obiezioni degli eretici e della
gente comune. “Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non
interamente pensata, non fedelmente vissuta” (S. Giovanni Paolo II). Non si tratta di cultura accademica, ma di persone che meditano e concretizzano nel loro modo di vivere l'annuncio che li salva.
Le dieci vergini del Vangelo ci dicono assieme a
sant’Agostino che l’olio – che è la grazia dello Spirito Santo – si accumula portando a Cristo le proprie esperienze di vita e meditando su di esse. Anche gli
sbagli servono. Gli errori di Agostino, il suo peccato quando si butta dietro
le proprie passioni e ha come progetto di vita di cercare in tutto sé stesso, riportati
a Cristo, diventano materiale per un discernimento più puro, più radicale. Il
ritorno di Agostino alla luce è stato faticoso, e per questo motivo si converte
così tardi. Infatti non conviene peccare. Ma Dio trasforma tutto in occasione di
grazia. Tutto serve al bene di coloro che amano Dio.
Prima
Lettura 1 Cor 1, 17-25
Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, ma, per i chiamati, sapienza di Dio.
Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, ma, per i chiamati, sapienza di Dio.
Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
«Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Dell’amore del Signore è piena la terra.
Esultate,
o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Retta
è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Il
Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Canto al Vangelo Mt 25, 1-13
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Canto al Vangelo Mt 25, 1-13
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
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