“Ho sempre pensato che la Confessione fosse il passaggio
necessario per accedere all'Eucarestia...La Confessione diretta con il Signore
e' una abitudine molto più frequente e naturale...non avrebbe valore la prima
se non ci fosse innanzitutto la seconda, potrebbe, invece, valere il contrario?
Potremmo accedere quindi all'Eucarestia senza la prima?”
Siccome molti mi dicono che non riescono a mettere commenti
ai post sul Blog, normalmente non guardo se ci sono o meno commenti. Solo qualche
giorno fa ho trovato questo commento-domanda. IN OGNI CASO, PER COMUNICARMI COMMENTI SI PUO' FARE CON WHATSAPP, AL NUMERO 338
39 51 007; OPPURE VIA MAIL: fratefrancescomaria@libero.it
Rispondo brevemente alla domanda: Si può accedere alla Comunione
eucaristica senza confessarsi?
Come sapere se sto in peccato grave? La Chiesa distingue il peccato grave (o “mortale”)
che rompe la comunione ecclesiale e il peccato veniale che la ferisce soltanto senza
romperla. Infatti anche se non rompiamo la comunione con Dio siamo tutti peccatori,
potremmo fare meglio e in noi c'è una resistenza alla conversione, all’amore di
Dio e del prossimo, e dobbiamo crescere fino all’ultimo respiro. “Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo
il bene e non pecchi”. (Ecclesiastico 7:20; vedi anche Giobbe
15:14 e Siracide 7:5). Ma
nel caso di peccato veniale non c'è bisogno di confessarsi per ricevere il
sacramento eucaristico.
Per comprendere meglio ricordiamo che il peccato ha due dimensioni: innanzitutto una dimensione oggettiva; è la cosa che Dio, che ci
ha creati per la nostra felicità, indica come contraria al bene, al nostro bene.
Quella cosa – un pensiero, una parola, un’azione fatta o non fatta (l’omissione)
– ha oggettivamente una gravità più o meno grande. Solo la cosa realmente grave
può generare un peccato grave. Il peccato ha anche una dimensione soggettiva:
mi devo rendere conto che sto sbagliando (piena avvertenza al momento) e devo
decidere liberamente di peccare (deliberato consenso). Solo la presenza insieme
di queste tre condizioni in modo grave, totale, può produrre un peccato grave.
Ma, allora meglio non sapere!? No, perché chi non sa è nelle tenebre,
nella morte, non ha vita, anche se non è colpa sua. Quindi, anche se non pecco gravemente, mi confesserò
regolarmente per un confronto, una crescita, essere illuminato e aiutato nella mia
crescita, pur sapendo che senza il peccato mortale non ho necessità di
confessarmi – anche per tutta la vita – per poter fare la comunione.
Ma perché san Paolo dice che la Legge – che è sapere – è la forza
del peccato (1Cor
15:56)? Sapere spinge a peccare?
Ne parliamo domani. (continua sul post: LA FORZA DEL PECCATO E' LA LEGGE del 22 ago 2020)
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