San Luigi di Montfort
diceva che come i falsari non si preoccupano di fare monetine false, perché il
guadagno è troppo poco, il diavolo, abile falsario, cerca di sviare i culti più
importanti, cioè il culto dell’Eucaristia e il culto mariano. Aggiungiamo il
culto dei santi Patroni di ogni paese e parrocchia perché coinvolgono tutta la comunità
locale. Niente di strano quindi che le nostre feste patronali e mariane, siano
infiltrate dalla Camorra e dalle varie mafie. In particolare non si comprende come
possa esistere l’abitudine degli inchini alle case di certi personaggi. Non è difficile comprendere che è l’uomo
che si deve inchinare davanti alla santità che ha trionfato dal male e
conseguito il premio celeste, non il santo o il suo simbolo all’uomo!
È da tempo che la parte sana
della Chiesa, dai laici ai preti, delle autorità civili, assieme alle forze dell’Ordine
e alla magistratura, vivono con disagio crescente lo scandalo delle deviazioni
camorristiche di molte manifestazioni di religiosità popolare. La P.A.M.I.
(Pontificia Accademia Mariana Internazionale) ha messo a fuoco il tema del rapporto
tra religiosità e criminalità, creando una struttura di monitoraggio permanente con la partecipazione anche di esperti esterni, magistrati,
esponenti delle forze dell’ordine e della società civile.
Alla Messa nella piana
di Sibari, il 21 giugno 2014, papa Bergoglio disse che «coloro che seguono
nella loro vita questa strada del male, come sono i mafiosi, non sono in
comunione con Dio: sono scomunicati». Concetto ribadito nel 2018 a Palermo
in ricordo del beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia: «Non
si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da
cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore». Per questo «ai
mafiosi dico: cambiate fratelli e sorelle. Smettete di pensare a voi
stessi e ai vostri soldi. Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari
fratelli e sorelle. Io dico a voi mafiosi: se non fate questo, la vostra stessa
vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte».
Papa Francesco richiama
tutti noi credenti ad essere vigilanti contro le distorsioni della devozione mariana,
e a non voltare le spalle quando si manifestano tra noi.
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