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domenica 10 settembre 2017

LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO? 4 / Il DNA, IMPRONTA DI UN CREATORE?

Rappresentazione del DNA
Il DNA: il linguaggio della vita.

L’astronomia non è l’unico campo in cui la scienza ha incontrato prove di un Disegno. Biologi molecolari hanno scoperto un concetto incredibilmente complesso nel mondo microscopico del DNA. Durante il secolo scorso gli scienziati hanno appreso che una molecola minuscola chiamata DNA è il “cervello” dietro ogni cellula del nostro corpo e di quello di tutti gli esseri viventi. Inoltre, più imparano sul DNA, più sono meravigliati dalla sua stupenda struttura.

Gli scienziati che sono convinti che il mondo materiale è tutto ciò che esiste (i materialisti), come Richard Dawkins, pretendono che il DNA si è evoluto per il gioco della selezione naturale, senza Creatore. Eppure, gli stessi evoluzionisti più ardenti ammettono che l’origine della incredibile complessità del DNA è inspiegabile.
La complessità infinita del DNA ha condotto il co-autore della sua scoperta, Francis Crick, a credere che non avrebbe mai potuto apparire naturalmente sulla terra. Crick, un evoluzionista che credeva che la vita fosse troppo complessa per aver avuto la sua sorgente sulla terra e doveva essere venuta dallo spazio, ha scritto:
"un uomo onesto, dotato di tutte le conoscenze attualmente disponibili, potrebbe dichiarare una sola cosa: per adesso, l’origine della vita appare quasi come un miracolo, tanto le condizioni necessarie perché abbia luogo sono numerose." (Francis Crick, Life Itself (New York: Simon & Schuster, 1981), 88.)


La codificazione del DNA rivela una intelligenza tale che supera l’immaginazione. Una misura di DNA equivalente ad una testa di spillo contiene una quantità di informazioni equivalente a ciò che si troverebbe in una pila di libri tascabili che farebbe 5.000 volte il giro del globo! E il DNA funziona come una lingua con il proprio codice di sofware di una estrema complessità. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha detto che il software del DNA è “da lontano molto più complesso di ogni software che abbiamo mai sviluppato.” (Citato in William A. Dembski and James M. Kushiner, eds., Signs of Intelligence (Grand Rapids, MI: Brazos, 2001), 108.)
Dawkins e altri materialisti credono che tutta questa complessità viene dalla selezione naturale. Eppure, come Crick l’ha notato, la selezione naturale non avrebbe mai potuto produrre la prima molecola. Numerosi scienziati pensano che il Codice in seno ad una molecola di DNA indica una intelligenza che supera di molto ciò che le cause naturali sarebbero in grado di produrre.
All’inizio del XX° secolo, l’ateismo dichiarato di Antony Flew è finito bruscamente quando ha studiato l’intelligenza presente dietro il DNA. Flew spiega ciò che lo ha fatto cambiare opinione:
“secondo il mio pensiero, il DNA ha mostrato, per la complessità incredibile delle disposizioni che sono necessarie per produrre la vita, che una intelligenza deve essere stata implicata per permettere a questi elementi straordinariamente diversi di lavorare insieme. L’enorme complessità per la quale sono stati ottenuti i risultati mi sembra il lavoro di una intelligenza … mi sembra adesso che il risultato di più di cinquant’anni di ricerche sul DNA ha fornito delle prove per un argomento potentissimo in favore della creazione.” (Citato in Gary Habermas, “My Pilgrimage from Atheism to Theism”: Interview with Antony Flew, Philosophia Christi, (Winter, 2005))
Benché Flew non fosse cristiano, egli ha riconosciuto da quel momento che il “sofware” dietro il DNA era troppo complesso per essersi costituito senza “creatore”. La scoperta dell’incredibile intelligenza dietro il DNA ha, secondo le parole stesse dell’ex ateo: “fornito materia a un nuovo ragionamento che propende molto forte in favore del Disegno.”

L’impronta di un Creatore.

Torino, scoperta della "punteggiatura" del DNA,
una difesa naturale contro i tumori?
Gli scienziati sono convinti adesso che un Creatore a lasciato la sua “impronta” sull’universo?
Malgrado il fatto che buon numero di scienziati sono sempre determinati ad eliminare Dio dall’universo, la maggior parte di loro riconosce le implicazioni religiose di queste ultime scoperte. Nel suo libro intitolato “The Grand Design” Stephen Hawking che non crede in un Dio personale tenta di spiegare perché l'universo non ha bisogno di Dio. Eppure, di fronte alle prove, anche Hawking ha ammesso pure lui: “Ci devono essere connotazioni religiose. Ma penso che la maggior parte degli scienziati preferisce evitare di affrontare il lato religioso della cosa.” (John Boslough, Stephen Hawking’s Universe (New York: Avon, 1989), 109.)
In quanto agnostico Jastrow non ha nessuna intenzione di evangelizzazione nascosta dietro le sue conclusioni. Eppure, egli riconosce chiaramente che il caso è molto convincente a favore dell’intervento di un Creatore. Riguardo allo shock e alla disperazione che sommergono gli scienziati che erano sicuri di aver eliminato Dio dal loro mondo, Jastrow scrive:

“Per lo scienziato che ha posto la sua fede nella forza della ragione, la storia si conclude come un cattivo sogno. Ha scalato montagne di ignoranza; si appresta a conquistare la vetta più elevata; come emerge sopra l’ultima roccia, è accolto da  una banda di teologi che sono seduti lì da secoli.” (Jastrow, 107.)

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