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venerdì 8 settembre 2017

LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO 2 / IL BILANCIO DELLE FORZE NELL'UNIVERSO

La Creazione, Miniatura francese del sec. XIII°
Notare la messa in evidenza della precisione
dei gesti creatori.
Tutto è uscito dal nulla

La scienza è incapace di dirci ciò che, oppure Chi, ha provocato l’inizio dell’universo. Ma alcuni credono che tutto indica che esiste un Creatore. Il teorico britannico, Edward Milne, ha redatto un trattato di matematica sulla relatività e lo conclude in questo modo: “per quanto riguarda la causa prima dell’universo, nel contesto dell’espansione, appartiene al lettore di inserirlo, ma la nostra immagine è incompleta senza di Lui.” (Robert Jastrow, God and the Astronomers, (London: W. W. Norton, 1992), 104.)
Un altro scienziato britannico, Edmund Whittaker, attribuisce l’inizio del nostro universo a “la volontà divina che forma la natura dal nulla.” (Ibid., 103.)
Numerosi scienziati sono colpiti dalla similitudine tra un avvenimento di creazione unico dal nulla e il racconto biblico della creazione secondo il testo del primo verso della Genesi: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Prima di questa scoperta, molti scienziati consideravano il racconto biblico della creazione dal nulla come un testo non scientifico.
Benché si presenti lui stesso come agnostico, Jastrow si sente obbligato ad ammettere, di fronte alle prove, che “adesso vediamo come la prova astronomica ci porta ad un punto di vista biblico sull’origine del mondo.” (Ibid., 14)
George Smoot, un altro scienziato agnostico, Premio Nobel, e a capo del progetto COBE, ammette anche lui la similitudine: “non c'è alcun dubbio che un parallelo esiste tra l’avvenimento del “big bang” e la nozione cristiana della creazione dal nulla.” (Smoot and Davidson, 17.)

Gli scienziati che finora avevano disprezzato la Bibbia e la trattavano  al pari di una raccolta di fiabe, riconoscono adesso che il concetto biblico della creazione dal nulla è sempre stato corretto.
 I cosmologi, specialisti nello studio dell’universo e delle sue origini, si sono rapidamente resi conto che un’esplosione fortuita non potrebbe dare luogo alla vita più di una bomba nucleare – a meno che essa non sia stata precisamente concepita per questo.  E ciò significa che ci dovrebbe essere stato un ideatore per concepirla. Hanno allora cominciato ad usare termini come “intelligenza  superiore”. “creatore” e perfino “Essere supremo” per descrivere questo ideatore. Vediamo perché.

Concepito con alta precisione per la vita.


Alcuni fisici hanno calcolato che, affinché la vita possa nascere e sopravvivere, la gravità e altre forze della natura devono essere calibrate in modo molto esatto, altrimenti il nostro universo non potrebbe esistere. Se il tasso di espansione fosse appena più debole, la gravità farebbe implodere tutta la materia sotto la forza di compressione in un “big crunch”.

Non si tratta qui di una riduzione di uno o due per cento del tasso di espansione dell’universo. Stephen Hawking scrive: “se il tasso di espansione, un secondo dopo il big bang fosse stato ridotto di soltanto una parte di centesimo di millesimo di milione di milione, l’universo si sarebbe schiacciato su se stesso prima di poter mai raggiungere la sua dimensione attuale.” (Stephen Hawking, The Illustrated A Brief History of Time (New York: Bantam, 1996), 156.)
Inversamente, se il tasso di espansione fosse stato di una semplice frazione più elevata, le galassie, le stelle e i pianeti non si sarebbero mai formate e noi non esisteremmo.
Inoltre, affinché la vita possa esistere, le condizioni dovevano essere precisamente orchestrate nel nostro sistema solare e sul nostro pianeta. Per esempio, sappiamo tutti che senza un’atmosfera che contiene ossigeno, nessuno potrebbe respirare. E senza ossigeno, l’acqua non ci sarebbe. Senza acqua non ci sarebbe pioggia per innaffiare i nostri raccolti. Altri elementi come l’idrogeno, l’azoto, il sodio, il carbonio, il calcio e il fosforo sono ugualmente essenziali alla vita.

Ma tutto questo non basta perché ci sia la vita. La dimensione, la temperatura, la prossimità relativa e la composizione chimica del nostro pianeta, del nostro sole e della nostra luna devono essere anche loro decisamente favorevoli. Ci sono ancora decine di condizioni necessarie per raggiungere quella precisione straordinaria senza la quale non saremmo cui per parlarne. (Hugh Ross, The Creator and the Cosmos (3rd ed.) (Colorado Springs, CO: NavPress, 2001), 224. Vedi anche su questo blog il post: Siamo soli nell’universo? del 1° agosto che sviluppa questi concetti).

Gli scienziati credenti potevano aspettarsi una tale precisione, ma gli atei e gli agnostici sono stati incapaci di spiegare queste “coincidenze” notevoli. Il fisico teorico e agnostico, Stephen Hawking scrive: “il fatto notevole è che i valori di questi numeri sembrano essere stati determinati molto precisamente per permettere alla vita di svilupparsi.” (Stephen Hawking, A Brief History of Time (New York: Bantam, 1990), 125.)

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