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giovedì 28 settembre 2017

E MANIFESTERO' LA MIA GLORIA / venerdì XXV° sett. T. O.

Profeta Aggeo - Moretto.
Appena arrivati nella terra dei Padri, le famiglie di esiliati, “tornate con giubilo”, hanno dovuto aggiustare due pietre per far bollire la pentola, creare un riparo per la notte, procurarsi gli attrezzi minimi per lavorare, ecc. Ricostruire il Tempio era meno urgente, e un cantiere troppo grande per essere intrapreso da subito e dai singoli.

Ma anche quando le cose hanno cominciato ad aggiustarsi ci si è compiaciuto della nuova libertà e delle sempre crescenti migliorie quotidiane, e i lavori del tempio non partivano mai, mentre il cuore degli Israeliti, che avevano lasciato Babilonia in uno slancio di fede, si legava sempre di più alle cose materiali.


Ecco che il Signore, per mezzo del profeta, richiama il suo popolo al suo progetto di fede e lo porta anche ad una costatazione: “State vivendo il contrario di quello che vi è stato promesso, ossia: cerca prima il Signore e la sua giustizia e ogni cosa ti sarà data in sovrappiù! Per questo la vostra vita è difficile e senza frutto.

Sembra la fotografia della mia vita spirituale. Certo la fede è importante per me e ricevo benefici e grazie dal Signore ma non posso dire che la mia vita è colma, mentre Lui mi ha detto di essere venuto perché io “abbia la vita e la vita in abbondanza”, “una misura piena, scossa e traboccante”. Perché questo? Forse perché le promesse del Signore non sono vere? Oppure perché non sono stato fedele e mi sono lasciato prendere e indebolire da mille piccoli o grandi niente che non saziano ma tolgono forze e tempo per l’unione con il Signore, da mille accomodamenti allo spirito del mondo, prima fra tutti l’attaccamento ai beni e alle sicurezze materiali, e da annacquamenti dei precetti evangelici, primo fra tutti quello del perdono? Forse avevo idealizzato la “Terra Promessa”, avevo idealizzato la mia comunità, i miei superiori e i miei formatori-catechisti, il mio servizio, pensando di arrivare alla perfezione senza il passaggio per l’umiltà e la perseveranza?

Coraggio, su!, saliamo sul monte, portiamo legname, ricostruiamo la Sua casa. “In essa (nella tua vita) mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore”.


Prima Lettura   Ag 1, 1-8
Ricostruite la mia casa, in essa mi compiacerò.

Dal libro del profeta Aggèo
L’anno secondo del re Dario, il primo giorno del sesto mese, questa parola del Signore fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, e a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote.
«Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!”».
Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.  

Canto al Vangelo
    Gv 14,6
Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.


Vangelo   
Lc 9, 7-9
Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

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