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martedì 5 settembre 2017

MADRE TERESA, COLEI CHE CONOSCE BENE LE TENEBRE / 5 settembre.

Oggi è la memoria di Madre Teresa. Non c'è bisogno di precisare, tutti sanno a chi si riferisce questa denominazione anche se il Messale non ha ancora recepito la sua memoria liturgica.

Madre Teresa si deve dunque accontentare delle letture del giorno: San Paolo ai Tessalonicesi dice che i cristiani sono figli della luce e del giorno, non sono DELLE tenebre. Dopo la sua morte si è scoperto quanto tempo è durata la prova delle tenebre per Madre Teresa. Era NELLE tenebre ma non era DELLE tenebre. È importantissimo comprendere questa differenza: essere NELLE tenebre e non DELLE tenebre. Tutti e due si trovano NELLE tenebre, ma uno è della luce e vive la prova, e l’altro appartiene alle tenebre. All’inizio, Madre Teresa ha avuto come ogni convertito prove sensibili dell’amore di Dio per lei – consolazioni. Poi tutto questo è scomparso. Quando è iniziato la prova (per distinguere si parla anche di "notte della fede" o di "notte oscura") è rimasta scioccata, addolorata perché le sembrava di non essere più gradita a Dio, che Dio si fosse allontanato da lei. È entrata nella notte. Ha avuto bisogno dell’aiuto della Chiesa per affrontare questa situazione, essere rassicurata, essere guidata nel buio. In modo particolare il suo confessore è stato il tramite di Dio.

Il segno che una cammina nella fede e quindi non appartiene alle tenebre è innanzitutto il suo
rapporto costante con Dio, il suo riferimento a Cristo, che si concretizza principalmente nella fedeltà alla preghiera. La preghiera è quella personale, intima, informale e quella della Chiesa, quella della mia comunità. Tutt’ e due sono necessarie. E anche nella preghiera più personale conta moltissimo la fedeltà agli orari. Se amo Dio non manco agli appuntamenti che mi sono fissato come regola di vita spirituale. Poi, indispensabile, è la croce accettata con obbedienza umile e con pazienza.
La Chiesa aiuterà poi a misurare le virtù che vengono da Dio e sono conseguenza dell’unione con Dio. Infatti il santo si sente un peccatore, il più grande dei peccatori e scopre quanto manca di carità, di disponibilità, di spirito di sacrificio, quanto giudica, mentre gli altri sono tutti migliori di lui … Si ritiene l’ultimo. Al contrario chi ha lo spirito lamentoso giustifica se stesso per le tante cose che non vanno bene, scusa tutti i suoi difetti e alimenta i suoi risentimenti. Chi arriva all'orgoglio pensa di avere lo Spirito Santo e dice: lo Spirito Santo mi dice, mi spinge a fare. Se quello che fai viene dallo Spirito Santo, sarà efficace senza che tu abbia bisogno di fare tanti proclami.

Anche se oggi sono DELLE tenebre, se mi apro alla fede e abbraccio la mia croce, se prego sinceramente e chiedo la conversione, se mi apro alla comunità così come Dio me l’ha data, se cerco di essere fedele nella fede e non esigo consolazioni, se cerco l’obbedienza e non mi appoggio sul mio giudizio, esco dall’inganno infernale che mi porta alla dannazione: lo Spirito di Gesù riempie di Speranza (e di gioia) il mio cuore anche se addolorato, mi libera dal mio orgoglio e dal mio egoismo, dai miei idoli. La mia debolezza non conterà per il Signore e come il malfattore crocifisso accanto a Lui entrerò in paradiso con grande sicurezza. Il Signore trasformerà le mie tenebre in "notte della fede".
Ma è oggi che ti devi convertire al Signore e invocare la sua misericordia, non domani. Domani non ti appartiene e rimandare a domani è l’inganno forse il più frequente e micidiale.

Lo spirito maligno invece mi fa vedere tutto sbagliato, mi fa giudicare le mie guide - esigo che siano perfette e senza errori, mentre nessuno è perfetto e tutto giova a coloro che amano Dio - mi stacca dalla comunità e cerca di usarmi come strumento per danneggiarla, per distruggerla. Arriverò alla disperazione finale. Dall’integrazione progressiva della mia personalità andrò verso la disgregazione, dalla conversione a Dio arriverò all’avversione a Dio. Come il Demonio che è totalmente nemico di Dio, avverso a Lui, arrabbiato, deluso, deciso a distruggere ogni comunione, rifiutare ogni pentimento maledicendo e accusando tutti tranne se stesso. Sarai disperato. Allora sarai veramente DELLE tenebre!


Prima Lettura  1 Ts 5, 1-6. 9-11
Cristo è morto per noi, perché noi viviamo insieme con lui.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.
 
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 26
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.  

Canto al Vangelo 
 Lc 7,16  
Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 4, 31-37
Io so chi tu sei: il santo di Dio!

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. 

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