Incidente o miracolo?
Ma questa precisione da orologeria non potrebbe
essere attribuita al caso? Dopo tutto, gli scommettitori sanno che anche un
vincitore improbabile può occasionalmente far mordere la polvere ai favoriti.
E, malgrado probabilità molto tenue, qualcuno vince eventualmente alla
lotteria. Quindi quante sono le possibilità che sia apparsa la vita umana in
seguito ad una esplosione fortuita nella storia cosmica?
La possibilità che la vita umana sia frutto di un
“big bang” sfida tutte le leggi della probabilità. Un astronomo a stimato le
chance a meno di una su un trilione di trilione di trilione di trilione di
trilione di trilione di trilione di trilione di trilione di trilione di
trilione di trilione. (Hugh Ross, The
Creator and the Cosmos (Colorado Springs, CO: NavPress, 2001), 198). Sarebbe molto più facile per qualcuno trovare, con gli
occhi bendati e in un solo tentativo, un granello di sabbia preciso tra tutte
le spiagge del mondo.
Un altro esempio, per spiegare l’improbabilità che
un “big bang” fortuito produca la vita, è quello di uno che vincesse ogni volta
il massimo premio a milioni di dollari in mille lotterie, l’una dopo l’altra
senza soluzione di continuità e comprando un solo biglietto per ognuna.
Come reagireste sentendo una tale storia? Direste:
“è impossibile, a meno che qualcuno aggiusti le cose dietro le quinte”. È ciò
che tutti penserebbero in fin dei conti. Ed è anche la conclusione di numerosi
scienziati: Qualcuno, che ci è nascosto, a concepito e creato l’universo.
Questa nuova prospettiva sul miracolo della vita
umana ha condotto l’astronomo agnostico George Greenstein a porre questa
domanda: “è possibile che, di colpo, senza volerlo, abbiamo scoperto la prova
scientifica dell’esistenza di un Essere supremo?” (George Greenstein, The Symbiotic
Universe (New York: William Morrow, 1988), 27).
Malgrado tutto, Greenstein essendo un agnostico,
egli continua a credere nella scienza piuttosto che in un Creatore per dare la
ragione ultima delle nostre origini. (Ibid., 189).
Jastrow spiega perché alcuni scienziati esitano ad
accettare un Creatore trascendente:
“c'è una sorta di religione nella scienza; è la
religione di qualcuno che crede che esiste dell’ordine e dell’armonia
nell’universo … Questa fede religiosa dello scienziato è trasgredita dalla
scoperta che il mondo è iniziato sotto condizioni nelle quali le leggi comuni
della fisica non si applicano, e come il risultato di forze e circostanze che
non possiamo scoprire. Quando questo si produce lo scienziato perde il
controllo. Se ne esaminasse veramente le implicazioni, ne sarebbe
traumatizzato.” (Jastrow, God and the Astronomers,105).
Si può dunque comprendere perché scienziati come
Greenstein e Hawking cercano altre spiegazioni prima di attribuire il nostro
universo ben organizzato ad un Creatore. Hawking specula che altri universi
invisibili (e che non si possono provare) potrebbero esistere, aumentando
ancora di più l’improbabilità che uno di loro (il nostro) sia perfettamente
concepito per la vita. Chiaramente, visto che la sua suggestione è speculativa
e rimane impossibile a verificare, non può essere considerata come
“scientifica”. L’astrofisico britannico Paul Davies, benché anche lui
agnostico, rigetta l’idea di Hawking come troppo speculativa. Scrive “Una tale
convinzione deve appoggiarsi sulla fede piuttosto che sull’osservazione.” (Paul Davies, God
and the New Physics (New York: Simon & Schuster, 1983), 174).
Se, tuttavia Hawking persevera nei suoi sforzi nella
ricerca di una spiegazione puramente scientifica riguardo alle nostre origini,
altri scienziati, di cui numerosi agnostici, riconoscono ciò che si presenta
come una prova innegabile dell’esistenza di un Creatore. Così Hoyle scrive:
"un’interpretazione dei fatti fondata sul buon senso
suggerisce che una intelligenza superiore ha giocato con la fisica, come con la
chimica e la biologia, e che non esiste nessuna forza cieca nella natura che
valga la pena di essere menzionata.” (Fred Hoyle, “Let there be Light,” Engineering
and Science (November 1981).
Benché non fosse religioso e non credesse in un Dio
personale, Einstein ponderò il genio dietro l’universo, identificandolo come
“un’intelligenza di una tale superiorità che nel paragone con lei, tutto il
pensiero e l’azione sistematica degli esseri umani assomiglia ad una
riflessione totalmente insignificante.” (Albert Einstein, Ideas
and Opinions—The World As I See It (New York: Bonanza, 1931), 40).
L’ateo Christopher Hitchens che trascorse la maggior
parte della sua vita a scrive e dibattere contro Dio, era totalmente stupefatto
dal fatto che la vita non potrebbe esistere se
le cose fossero diverse soltanto “di un grado o di un capello”. (http://www.youtube.com/watch?v=GDJ9BL38Prl).
Davies riconosce:
“A mio parere, esistono fortissimi indizi che
qualcosa succeda dietro tutto questo. È come se qualcuno avesse precisamente
determinato i numeri della natura per creare l’universo … l’impressione che
esista un Disegno è ineluttabile.” (Paul Davies, The Cosmic Blueprint (New
York: Simon & Schuster, 1988), 203).
LINKS DEI POST CHE TRATTANO DELL'ARGOMENTO:
La Gioia del Vangelo: LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO? / IL TRAUMA DEL BIG BANG
La Gioia del Vangelo: LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO 2 / IL BILANCIO DELLE FORZE NELL'UNIVERSO
La Gioia del Vangelo: LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO? 3 L'IMPROBABILITA' DELL'UNIVERSO
La Gioia del Vangelo: LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO? 4 / Il DNA, IMPRONTA DI UN CREATORE?
La Gioia del Vangelo: LA SCIENZA HA SCOPERTO DIO? FINE
La Gioia del Vangelo: DIO ESISTE? CERTO, IO SONO EBREO / giovedì V sett. Quaresima.
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