Nel Seminario Redemptoris Mater di Galilea, il Patriarca Pizzaballa ha ordinato quattro nuovi diaconi. Se Dio vuole, saranno ordinati presbiteri per il Patriarcato latino che comprende Israele, i territori palestinesi, il Regno di Giordania e Cipro e ha all’incirca 70.000 fedeli. La maggior parte vive in Giordania. Nella parte ebraica di Israele ci sono piccole comunità di lingua ebraica, composte da ebrei diventati cattolici, e da cattolici provenienti soprattutto da Africa e Asia, immigrati in Israele per lavoro. Parlano l’ebraico e i loro figli vanno a scuola in ambienti ebraici.
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lunedì 24 novembre 2025
L'UOMO HA BISOGNO DELLA VERITÀ CHE SALVA / 63.NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 105 - 106.
1. La teologia a servizio dell’integralità della verità salvifica
1.1. Il Cristo, la verità escatologicamente efficace
105. Nella misura in cui Nicea propone una verità nelle questioni riguardanti la salvezza e la distingue dall’errore, la sua prima sfida dal punto di vista della teologia fondamentale è quella del posto che deve avere la verità nella soteriologia. Questa convinzione proviene anzitutto dalla stessa forma della Rivelazione, che, lasciandosi trascrivere in parole messe per iscritto, manifesta che la dimensione della verità le è costitutiva. La fede cristiana suppone che la verità di Cristo sia resa accessibile ai suoi discepoli. In effetti, il Salvatore è lui stesso la verità: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Nel cristianesimo, la verità è una persona. La verità non è più un semplice affare di logica o di ragionamenti, non è possibile possederla, non è separabile dagli altri attributi identificati con la persona di Cristo, come il bene, la giustizia o l’amore. Resta vero che l’adesione a Cristo interpella sempre l’intelligenza dei discepoli: «Credo ut intelligam».[160]In effetti, non è immaginabile né coerente pensare che il Dio creatore dell’uomo intelligente e libero – una delle dimensioni della creazione a immagine e somiglianza dello stesso Creatore (Gn 1,26-27) –, possa in quanto Dio salvatore disinteressarsi dell’accesso conoscitivo alla sua verità e alla verità che salva. Per di più, questa verità salvifica possiede una dimensione comunitaria. Nicea è un atto comunitario di espressione della verità, con lo scopo di comunicarla a tutta la Chiesa. Di fatto, non è neppure immaginabile né coerente pensare che il Creatore della famiglia umana, e in particolare della sua capacità di comunicazione intelligibile attraverso il linguaggio (cf. Gn 11,1-9 – la torre di Babele, e At 2,1-11 – la Pentecoste), possa disinteressarsi dell’accesso comunitario alla sua verità e alla verità salvifica. Per questo la disgregazione dell’unità della fede compromette la forza e l’efficacia della salvezza in Gesù Cristo.
CUSTODIRE UNA FEDE ACCESSIBILE A TUTTO IL POPOLO DI DIO / 62. NICEA. Gesù Cristo,... nn. 103-104.
Capitolo 4
Custodire una fede accessibile a tutto il popolo di Dio
Preludio: il Concilio di Nicea e le condizioni di credibilità del mistero cristiano
103. L’idea principale e legittima che si ricava dal Concilio di Nicea è che si tratta di un concilio dogmatico che ha difeso e precisato la fides quae cristologica e trinitaria. Ora, si tratta di esplicitare in questo ultimo capitolo come l’evento del concilio ha costituito anche una sorta di dispositivo istituzionale della Chiesa una e cattolica per risolvere un conflitto dogmatico in condizioni che potessero rendere ricevibile la sua decisione. L’esame di teologia fondamentale deve dunque completare l’inchiesta dogmatica e storica. È la fides quae, la verità salvifica, che genera l’adesione alla salvezza, cioè la fides qua; ma a Nicea la stessa fides qua è stata posta a servizio dell’accoglienza e della comprensione della fides quae. Ora, la considerazione del processo della fides qua, ossia delle condizioni della definizione e della ricezione della fides quae, manifesta la natura e il ruolo della Chiesa. Evidentemente, è chiaro che l’invenzione di questo dispositivo istituzionale sarebbe stata progressiva, che non sarebbe uscita armata come Atena dalla testa di Zeus, in breve, che il concetto dogmatico di “Concilio Ecumenico” non poteva essere esattamente contemporaneo all’evento del 325. Come abbiamo già spiegato nel capitolo II, il luogo per eccellenza in cui si incontrano la fides qua e la fides quae è il battesimo. È qui che l’individuo è incorporato alla fede della Chiesa, che egli riceve la Chiesa come madre. In questo contesto di battesimo e di catechesi di iniziazione, la Chiesa antica ha elaborato la regola della fede come la sintesi più sostanziale della fede. Tenendo conto della sua pertinenza, questa è stata utilizzata per discernere la verità della fede rispetto all’eresia (Ireneo, Tertulliano, Origene, ad esempio). La regola della fede è quindi il precursore della posizione dogmatica del Simbolo, inteso come riassunto degli elementi normativi della fede. Questa coscienza di una norma (regula; kănōn) è presente nella procedura dei sinodi preniceni che facevano discernimento a proposito della fede.
giovedì 20 novembre 2025
LA RECEZIONE DEI CONCILI È LENTA E ARDUA / 61. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 101-102
3.3. Il Concilio Ecumenico di Nicea
101. Nel 325 viene celebrato a Nicea un sinodo che si inscrive in parte all’interno di questo processo come un punto di arrivo, ma che ne rappresenta ugualmente una forma eccezionale per la sua portata ecumenica. Convocato dall’imperatore per risolvere una contesa locale che si era estesa a tutte le Chiese dell’Impero romano d’Oriente e a numerose Chiese dell’Occidente, esso raduna vescovi provenienti da diverse regioni dell’Oriente e i legati del vescovo di Roma. Per la prima volta, dunque, vescovi di tutta l’Oikouménè sono riuniti in sinodo. La sua professione di fede e le sue decisioni canoniche sono promulgate come normative per tutta la Chiesa. La comunione e l’unità inaudite suscitate nella Chiesa dall’evento Gesù Cristo sono rese visibili ed efficaci in modo nuovo da una struttura di portata universale, e l’annuncio della buona notizia di Cristo in tutta la sua immensità riceve anch’esso uno strumento di un’autorità e di una portata senza precedenti:
UNO SCOOP: GESÙ NON ERA FALEGNAME MA CUSTODE DI GIARDINO ! / Catechesi del mercoledì. 19 novembre 2025.
Mentre si sta per concludere la COP30 in Brasile, Papa Leone ci fa una rivelazione: Gesù, di mestiere non faceva il falegname ma il custode di giardini (come Adamo: Gen 2,15). Per questo abbiamo tante parabole che parlano della natura e di agricoltura e nessuna che parli di chiodi e travi. Messa così sotto forma di battuta, diciamo una verità (le parabole hanno prevalentemente come sfondo la natura) e invito a leggere la catechesi di ieri di Papa Leone che offre una bellissima interpretazione per i nostri tempi di Gv 20, sviluppando la lunga tradizione cristiana che mette in parallelo il giardino del calvario e il giardino dell’Eden.
LEONE XIV
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro Mercoledì, 19 novembre 2025
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Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale 5. Spiritualità pasquale ed ecologia integrale
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Stiamo riflettendo, in questo Anno giubilare dedicato alla speranza, sul rapporto fra la Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale, ossia le nostre sfide. Talvolta anche a noi Gesù, il Vivente, vuole chiedere: «Perché piangi? Chi cerchi?». Le sfide, infatti, non si possono affrontare da soli e le lacrime sono un dono di vita quando purificano i nostri occhi e liberano il nostro sguardo.
mercoledì 19 novembre 2025
AVETE PREFERITO LA SPERANZA E L'AZIONE ALLA DISPERAZIONE / Leone XIV alla COP30
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| New Orleans dopo Katrina (2005). |

La Foresta amazzonica
vicina al punto di non ritorno
Papa Leone XIV che sembra “non bucare lo schermo” come Papa Francesco, invece parla in modo chiarissimo in modo equilibrato ma senza giri di parole. Ascoltiamo il suo appello per la custodia del creato.
VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE LEONE XIV
ALLE CHIESE PARTICOLARI DEL SUD DEL MONDO RIUNITE AL MUSEO AMAZZONICO DI BELÉM
[17 novembre 2025]
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Saluto le Chiese particolari del Sud del Mondo riunite nel Museo Amazzonico di Belém, e mi unisco alla voce profetica dei miei fratelli cardinali che hanno partecipato alla COP30, dicendo al mondo con parole e con gesti che la regione amazzonica continua a essere un simbolo vivente della creazione con un bisogno urgente di cure.
Voi avete preferito la speranza e l’azione alla disperazione, costruendo una comunità globale che lavora insieme. Ciò ha prodotto progressi, ma non abbastanza. La speranza e la determinazione devono essere rinnovate, non solo con le parole e le aspirazioni, ma anche attraverso azioni concrete.
lunedì 17 novembre 2025
GRAZIE FUMATORI ! MI È VENUTA UN'IDEA ... / 17 novembre 2025.
Non è una presa in giro o uno scherzo. Da tre mesi abbiamo installato sulla cancellata della chiesa questi due raccogli mozziconi e molti di voi hanno recepito il messaggio e li utilizzano, non buttano più i loro mozziconi a terra. La differenza è sensibile. Anche se ci sono ancora tanti progressi da fare affinché l'uscita della nostra chiesa (e anche la piazzetta e i vasi di fiori) sia veramente pulita, libera da questo brutto inquinamento! Ma è giusto ringraziare chi si è dimostrato sensibile e si comporta di conseguenza.
giovedì 13 novembre 2025
LA CHIESA RADICATA IN CRISTO È INCULTURATA NELLA STORIA / 60. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 100
L'IMPORTANZA CRESCENTE DEL SINODO / 59. NICEA. Gesù Cristo, .... nn. 98-99.
59. 98. Infine, dopo la seconda metà del II secolo e all’inizio del III, soprattutto in Asia Minore, il sinodo prende un posto sempre più importante per decidere di questioni rilevanti di disciplina, di culto e di insegnamento. All’inizio, i sinodi erano locali, ma l’invio di lettere sinodali che comunicavano le loro decisioni (acta) alle altre Chiese, lo scambio di delegazioni e le richieste di mutuo riconoscimento, testimoniano la «ferma convinzione che le decisioni prese fossero espressione della comunione con tutte le Chiese», in quanto «ogni Chiesa locale è l’espressione della Chiesa una e cattolica».[154] Notiamo che il sinodo possiede una dimensione giuridica o canonica molto netta, in quanto istituzione che legifera. I documenti e le collezioni di canoni sinodali sono raccolti negli archivi episcopali, in particolare a Roma: lo sviluppo del diritto canonico e quello dei sinodi vanno di pari passo e si accompagnano l’un l’altro. Non è possibile attribuire unicamente alla legittimazione della Chiesa da parte di Costantino la svolta verso una Chiesa istituzionalizzata di tipo statuale. Percepita come una polis (città) che riflette la Città di Dio, la Gerusalemme celeste (cf. Is 60 e 62; 65,18; Ap 3,12; 21,1-27), o come un synodos, inteso nel senso letterale di un popolo che percorre lo stesso cammino di Gesù verso il Regno, avendo proprio lui alla testa come suo proestos, o presidente, la Chiesa è costitutivamente “politica” e istituzionale.[155]
LA COLLABORAZIONE DEI CARISMI NELLA CHIESA / 58. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 96-97.
3.2. La collaborazione strutturale dei carismi della Chiesa e il cammino verso Nicea
96. Questi elementi propri della natura teologale della Chiesa, che non possono essere che il frutto dell’evento della Rivelazione, si sono manifestati nel cammino storico che ha portato al Concilio Ecumenico di Nicea attraverso l’interazione di tre carismi, messi a disposizione per il governo, l’insegnamento e la presa di decisioni comunitarie nella Chiesa: anzitutto la gerarchia tripartita, poi i maestri e il sinodo. Un ordine di presidenza che pone gli apostoli al primo posto, sembra già ben stabilito nel corpo paolino: «Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri…» (1Cor 12,28; cf. Ef 4,11). La prima caratteristica è lo sviluppo progressivo della gerarchia tripartita dei vescovi, presbiteri e diaconi. Essa, che aveva la supervisione dei profeti e dei maestri itineranti dei primi 150 anni del cristianesimo (spesso chiamati “apostoli”, in senso generale), giunse a soppiantarli in una certa misura e divenne la struttura locale di governo della Chiesa. La figura del vescovo, in particolare, esprime la dimensione apostolica della Chiesa. A partire dal IV secolo si formano delle provincie ecclesiastiche che manifestano e promuovono la comunione tra le Chiese particolari, con a capo un metropolita.
NULLA SENZA IL VESCOVO, E NULLA SENZA IL PARERE DEI PRESBITERI E IL CONSENSO DEL POPOLO / 57 NICEA, Gesù Cristo, ... n. 95.
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| San Cipriano: "Nihil sine episcopo, nihil sine consilio vestro et sine consenso plebis". |
95. Questa coscienza si esprime nei primi Padri, che legano la struttura e il funzionamento della Chiesa alla sua natura profonda e alla sua chiamata. Così, all’inizio del II secolo, Ignazio di Antiochia sottolinea che le diverse Chiese particolari si considerano solidalmente quali espressioni dell’unica Chiesa. I suoi membri sono synodoi, compagni di viaggio, dove ciascuno è chiamato a giocare un ruolo secondo l’ordine divino che stabilisce l’armonia, espressa nella sinassi eucaristica. Così, con la sua unità e il suo ordine, la Chiesa canta la lode di Dio il Padre nel Cristo, tesa verso la sua piena unità che sarà realizzata nel Regno di Dio. Cipriano di Cartagine approfondisce questo insegnamento a metà del III secolo precisando il fondamento sinodale ed episcopale sul quale deve fondarsi la vita della Chiesa: nulla si fa senza il vescovo (nihil sine episcopo), ma ad un tempo nulla si fa senza il “vostro parere” (quello dei presbiteri e dei diaconi) e senza l’approvazione del popolo (nihil sine consilio vestro et sine consensu plebis).[153]Unità legata all’unità della Trinità, ispirazione dello Spirito Santo, cammino insieme (synodos) verso il Regno, fedeltà alla dottrina degli apostoli e alla celebrazione dell’Eucaristia, ordine e armonia dei ministri e dei battezzati, con un ruolo peculiare conferito ai vescovi: questi elementi manifestano che la Chiesa, fin dentro le sue strutture e il suo funzionamento, si inscrive profondamente nell’evento Gesù Cristo, come suo momento e sua espressione privilegiata. Nella celebrazione di Nicea è tutto il processo sinodale che precede e che trova nel Concilio Ecumenico il suo apice, che noi raccogliamo e celebriamo.
[153] Cipriano, Epistula 14, 4, trad. it. di M. Vincelli, Scrittori cristiani dell’Africa romana 5/1, Città Nuova, Roma 2006, p. 163. Questo sviluppo su Ignazio di Antiochia e Cipriano segue da vicino il documento della Commissione Teologica Internazionale, La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa, 25, che potrà essere consultato per maggiori dettagli.
L'INFLUENZA DEL CONCILIO DI NICEA SUL CAMMINO DELLA CHIESA / 56. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 93-94.
3. L’evento ecclesiale: il Concilio di Nicea, primo Concilio Ecumenico
3.1. La Chiesa si inscrive con la sua natura e le sue strutture nell’evento Cristo
93. Il Concilio di Nicea non è solo un evento nella storia della dottrina, ma può senz’altro essere compreso come un evento ecclesiale, corrispondente a una tappa fondamentale nel processo di strutturazione della Chiesa. Nel corso di un lungo cammino che ha fatto seguito a Nicea, il “Concilio Ecumenico” è diventato il faro di orientamento per le decisioni dottrinali e giuridiche di tutta la Chiesa, il suo luogo di comunione e di autorità ultima. Vi si potrebbe vedere, dal punto di vista della sua strutturazione, una svolta che orienta il seguito della vita della Chiesa, simile a ciò che il Simbolo di Nicea rappresenta dal punto di vista dell’accesso a Dio (evento Gesù Cristo) e del pensiero umano (evento di Sapienza)? Sarebbe questo il caso se il Concilio Ecumenico in quanto tale potesse essere considerato come il frutto e l’espressione specificamente ecclesiale dell’evento Gesù Cristo.
LE "APPARIZIONI" DI DOZULÉ NON SONO SOPRANNATURALI. SPIEGHIAMO PERCHÉ / 13 novembre 2025.
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| La "Capelinha" a Fatima, nel 1922, con accanto il Leccio. La Madonna non chiede grandi costruzioni. |
"La Dottrina della Fede: "Le presunte apparizioni di Dozulé non sono soprannaturali"
La lettera del cardinale prefetto Fernández conferma in modo definitivo il parere negativo, proposto dal Vescovo di Bayeux-Lisieux, sul fenomeno che ha coinvolto la presunta veggente Madeleine Aumont, avvenuto negli anni Settanta e legato al progetto di erigere una croce luminosa di enormi dimensioni che avrebbe garantito remissione dei peccati e salvezza a coloro che vi si sarebbero avvicinati".
mercoledì 12 novembre 2025
SOLO I POVERI IN SPIRITO SANNO RINGRAZIARE / San Giosafat, 12 - 11 - 2025.
Conosciamo bene l’episodio dei dieci lebbrosi guariti e uno solo, un samaritano, ritorna lodando Dio, per ringraziare Gesù.
Ebrei e samaritani non si frequentano nella vita normale. La malattia, l’emarginazione abbatte i muri e le convenzioni. Quei dieci con almeno un samaritano stanno insieme.
Tutti i dieci si fidano della parola di Gesù e vanno, ancora lebbrosi, dai sacerdoti per far constatare la loro guarigione. Solo cammin facendo sono purificati, guariti dalla lebbra.
Chi ritorna è un samaritano. Gesù non dice che i samaritani sono migliori degli ebrei. Dice che conta la fede e il comportamento. Come per il buon samaritano. Come il centurione col servo malato che, quando Gesù gli dice: “verrò e lo guarirò”, per non metterlo in difficoltà dice: “non sono degno che tu entri sotto il mio tetto..”.
Ma il senso di gratitudine di quest’uomo può offrirci un’altra lezione. Nei confronti degli ebrei e di Gesù profeta ebreo, il samaritano si sente inferiore, sente che nulla gli è dovuto, come la donna siro fenicia. Vive la beatitudine dei poveri in spirito! : “di essi è il Regno di Dio”.
Maria era povera e non si riteneva degna di nulla: “ha guardato la bassezza della sua serva”. Poteva lamentarsi: perché mi tratta così? cosa dirà la gente? e Giuseppe? E invece la sua umiltà le permette di essere il vuoto che accoglie Dio senza resistenza e di elevare a Lui il suo Magnificat. Troppe volte ci lamentiamo soltanto, magari con ragioni vere, soprattutto con sofferenze autentiche, ma questo guardare solo a sé stessi, alla terra, ci impedisce di vedere Dio nella nostra vita e di essere felici. Ci imprigiona nella nostra paralisi e infelicità. Infatti tutti i dieci sono guariti, ma uno solo è salvato! «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!»
Dal libro della Sapienza Sap 6,1-11
martedì 11 novembre 2025
LITIGIO, PAURA, SFIDUCIA, AGGRESSIVITÀ. COSA FARE? / 04 nov. 2025.
In questi giorni i vescovi si riuniscono in Assemblea plenaria. I francesi a Lourdes, gli italiani ad Assisi, i portoghesi a Fatima. I temi affrontati dai vescovi portoghesi sono - il clima crescente di aggressività nella nazione, - la protezione dei minori - la sinodalità nella Chiesa. I tre temi sono collegati.
Riguardo al clima di violenza nella società il Presidente della Conferenza episcopale portoghese ha detto:
“Viviamo in tempi in cui la paura, la sfiducia e l'aggressività sembrano voler prendere il posto della ragione e del dialogo. Nessun progetto umano può essere costruito sulla divisione, l'insulto o l'odio. La nazione prospera solo quando ogni cittadino riconosce nell'altro un fratello, non un nemico. La Chiesa, pertanto, ci invita a rifiutare le parole facili che promettono soluzioni rapide ma alimentano il risentimento e distruggono i ponti. Il cammino cristiano è esigente: è un cammino di ascolto, verità e fraternità concreta.” (Vescovo José Ornelas).
lunedì 10 novembre 2025
IL FIGLIO CHE NASCE E MUORE PUÒ ESSERE COETERNO E UGUALE A DIO? / 55. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 91-92
91. Piuttosto che ripercorrere in modo esaustivo le eresie dei primi secoli, mettiamo in luce questa resistenza al novum della Rivelazione facendo qualche esempio. Spesso considerata come la prima eresia, la dottrina razionalista degli gnostici fa perdere il realismo del mistero dell’incarnazione mediante il docetismo e, riducendo la storia santa a una serie di racconti mitologici, giunge a negare l’integralità della salvezza umana, relegandola sul piano di una spiritualità eterea. Ireneo, nella sua battaglia contro la gnosi, sottolinea che si tratta di una resistenza a concepire Dio come capace e desideroso di entrare di persona nella storia, di unirsi fino in fondo all’umanità, fino a farsi realmente uomo e conoscere la morte. Si tratta di una resistenza a credere nella bellezza del singolare, della materia e della storia, una bellezza rivelata proprio nell’evento Gesù Cristo e a cui rendono testimonianza l’Antico e il Nuovo Testamento. I Padri non esitano in seguito a ricorrere a concetti e sistemi di pensiero ricavati dalla filosofia greca per affinare il pensiero cristiano. Facendo ciò, sono costretti a far esplodere sistemi di pensiero incapaci da soli di permettere di concepire che il Logos si possa fare carne, che il Logos o il Nous (νοῦς), che esprimono la divinità, siano uguali alla fonte da cui provengono, o che sia possibile una molteplicità che non contraddica l’unità divina e che sia proprio nel grembo di questa unità. I sostenitori delle eresie cristologiche e trinitarie sono coloro che non sono stati capaci di lasciare che fossero dilatati dall’immensità inaudita del nous (νοῦς) Christou i sistemi di pensiero di partenza, quale che fosse la loro ricchezza e il loro apporto reale nel pensare la dottrina cristiana.
ERESIA: L'AMORE DI DIO NON ACCETTATO FINO IN FONDO / 54. NICEA, Gesù Cristo, ... n. 90
2.3. La fedeltà creativa della Chiesa e il problema dell’eresia
90. La percezione di Nicea come momento dell’evento di Sapienza suscitato dall’evento Gesù Cristo permette di rileggere con maggior finezza la storia delle eresie alle quali risponde il Concilio. L’eresia, che si discosta intenzionalmente dalla testimonianza apostolica e ne mutila l’integrità, è percepita dai Padri come la novità che abbandona il cammino della regula fidei e della traditio e, perciò, si allontana dalla realtà storica di Cristo. Il rimprovero fatto ad Ario è precisamente quello di introdurre una novità.[151]Eppure, rispetto al novum inaugurato dall’evento Gesù Cristo può essere illuminante considerare l’eresia anche come una resistenza fondamentale, passiva e attiva, alla novità soprannaturale che apre il pensiero e le culture umane al di là di loro stesse – una novità di grazia di cui è testimonianza il nuovo linguaggio della fede espressa dall’homooúsios. È pressoché inevitabile che l’essere umano, con tutte le sue facoltà, con tutto il suo essere, opponga resistenza a questa novità inaudita che lo converte e lo trasfigura. Si tratta di una resistenza e dunque di un peccato dell’«uomo vecchio» (Rm 6,6; si veda anche Ef 2,15), della difficoltà a concepire interamente e ad accettare l’immensità di Dio e del suo amore, così come l’immensa dignità dell’essere umano. Il cammino lento e a tentoni, ma prudente, che intrapresero i primi tentativi di comprendere il senso del mistero del Crocifisso e della sua gloriosa risurrezione, il passaggio dal kerigma apostolico ai primi passi di ciò che oggi chiamiamo teologia, è accompagnato da tensioni costanti e da una pluralità di opinioni che si discostano dalla pienezza della testimonianza apostolica e che sono designate col termine eterodossia, come pure eresia.
domenica 9 novembre 2025
CORREDENTRICE: COSA PENSAVA RATZINGER? / Maria, Mater Populi Fidelis. 9 nov 2025.

Crocifisso di san Damiano.
Maria e Giovanni aspersi
dal sangue che esce dal costato.
Continua l’interesse per la discussione su alcuni titoli mariani, soprattutto quello di corredentrice. Prima di poter fare incontri specifici più approfonditi in parrocchia invito di nuovo a leggere il testo. Qualche parola sfuggirà, ma ciò che si comprenderà sarà sufficiente per trarne grande profitto. Nel frattempo ecco 4 paragrafi molto illuminanti, specialmente l'opinione del Cardinal Ratzinger, spesso stimato da chi è contrario a Papa Francesco e oggi a Papa Leone. Sarà utilissimo conoscerla :
SANTO È IL TEMPIO DI DIO CHE SIETE VOI / Dedicazione della Basilica Lateranense. 9 Novembre 2025.
Oggi è la Dedicazione della Basilica di san Giovanni in Laterano? Perché la Chiesa invece della Domenica normale ci fa celebrare la festa di una chiesa?
Vediamo se le letture ci aiutano a comprenderlo.
La prima lettura riporta una visione del profeta Ezechiele. Si trova nel Tempio di Gerusalemme (754 m. slm). Ad ovest si scende verso il mar Mediterraneo, ad Est (oriente) verso la valle del Giordano e il Mar morto che sta a - 430 m. sotto il livello del mare. Quasi 1200 metri di dislivello. La strada scende attraversa il deserto di Giuda. Nella valle, il Giordano, benché fecondi le sue rive, non riesce a risanare il Mar Morto. Per il troppo sale i pesci non possono viverci. È un’immagine della nostra vita che è vita ma sfocia nella morte senza che siamo capaci di vincerla. Siamo vivi ma condannati alla morte. Dall’altare del Tempio, da Dio, esce un ruscello, non materiale come il fiume Giordano ma reale, è la grazia. A differenza dei fiumi normali, senza affluenti, cresce fino a diventare navigabile (Ez 47,3-5), sulle sue rive crescono alberi che producono 12 raccolti all’anno, saziano e guariscono!, e, infine, arrivando al Mar morto lo risana ciò che non riesce a fare il Giordano, cioè le forze umane. E attraversandolo, il fiume della grazia fa rivivere il deserto! Tutto quindi viene da Dio, tutto è grazia. Chi accoglie la grazia in Cristo vince la morte in Cristo, vincitore della morte.
Ma l’uomo, invece di accogliere la grazia e lasciarsi risanare, guidare da essa, la rifiuta o la cerca solo per realizzare il suo progetto, cercando di costringere il Signore a forza di preghiere a fare la sua volontà. Arriva persino a volersi impadronire della grazia per un guadagno umano. È quello che succede nel Tempio dove il primo cortile è invaso dal commercio. Gesù con zelo lotta contro il male che si infiltra nella Chiesa. Persino il Tempio di pietre che è un punto di riferimento, un luogo consacrato alla preghiera e all’incontro con Dio non deve essere profanato.
Ma il vero Tempio sono le persone, è l’immagine di Dio nell’uomo ed è ciò che indica Gesù parlando del suo Corpo come Tempio di Dio. “È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Colossesi 2, 9, vedi anche Giovanni 1, 16, e vari passi). San Paolo sviluppa il tema nelle Lettere agli Efesini e ai Colossesi. In esse evidenzia che la Chiesa “è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose”. (Efesini 1, 23) e che “voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza.” (Colossesi 2,10).
Essere Chiesa, membra del Corpo di Cristo, vivere in una comunità dove tutti si conoscono e camminano insieme, che grazia! “Lo Spirito di Dio abita in voi”! Guai però, “Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.”
Ci rimane da comprendere in un altro post l'importanza della Basilica del Laterano (e non quella di san Pietro) nella nostra vita di credenti.
Dal libro del profeta Ezechièle Ez 47,1-2.8-9.12
venerdì 7 novembre 2025
MARIA CORREDENTRICE : LE REAZIONI / Nota "Maria Mater Populi Fidelis".
Appena pubblicata, la Nota “Maria Mater populi fidelis” ha suscitato e suscita tante reazioni.
Vedo con rammarico che molte sono accompagnate da espressioni di insulto nei confronti dell’autorità della Chiesa: “Quella manfrina…”, “una vergogna assoluta”, “stanno stuzzicando la pazienza dei fedeli”, “ah be, allora se viene da Papa Francesco…”. Non a caso, parlando di pace ai giovani (30 ottobre) Papa Leone disse loro: “Non basta, infatti, far tacere le armi: occorre disarmare i cuori, rinunciando a ogni violenza e volgarità.” A maggior ragione un cattolico deve onorare la sua Madre Chiesa come chiede il 4° comandamento, anche quando sta in dissenso con un insegnamento, una decisione delle sue autorità, o solo turbato. Addirittura Paolo, dopo uno sfogo per aver subito una chiara ingiustizia chiede scusa perché non sapeva che davanti a lui stava il Sommo Sacerdote (Con lo sguardo fisso al sinedrio, Paolo disse: "Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in piena rettitudine di coscienza". Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai presenti di percuoterlo sulla bocca. Paolo allora gli disse: "Dio percuoterà te, muro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la Legge e contro la Legge comandi di percuotermi?". E i presenti dissero: "Osi insultare il sommo sacerdote di Dio?". Rispose Paolo: "Non sapevo, fratelli, che fosse il sommo sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo popolo". (Atti degli Apostoli 23, 1 - 5). Questo modo di reagire violento e/o volgare di molti non viene dallo Spirito Buono né dalla Vergine Maria, ma direttamente o indirettamente dallo spirito impuro.
giovedì 6 novembre 2025
MARIA NON È PIÙ CORREDENTRICE? / Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede del 4 novembre 2025.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha appena pubblicato con l'approvazione di Papa Leone XIV una Nota dottrinale datata 4 novembre su alcuni titoli mariani. Questa Nota ha creato sensazione e anche molta agitazione. Giornali, fedeli singoli e gruppi hanno reagito immediatamente a quella pubblicazione senza aver letto il testo né cercato di pregare, di meditare prima di esternare un loro pensiero, spesso critico. Segue a questo post un altro per riflettere su queste reazioni e sono disposto a fare incontri in parrocchia per parlare in modo più approfondito dell'argomento. Invito tutti a leggere di persona il documento ( Mater Populi fidelis - Nota dottrinale su alcuni titoli mariani riferiti alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza (4 novembre 2025)). Nel frattempo ecco l'indice e la presentazione della Nota.
Mater Populi fidelis
Nota dottrinale su alcuni titoli mariani riferiti alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza
Indice
Presentazione
Introduzione
La cooperazione di Maria nell’opera della salvezza
Titoli che si riferiscono alla cooperazione di Maria alla salvezza
Corredentrice
Mediatrice
martedì 4 novembre 2025
OSTINATO NEL VOLER APPLICARE IL CONCILIO / San Carlo Borromeo, 4 novembre 2025.
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| L'immensa statua detta "san Carlone" ad Arona sul Lago Maggiore dove nacque san Carlo. |
Un fariseo esclama: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Ma Gesù sa che alle parole non seguono i fatti e risponde con la parabola degli invitati a cena che trovano ognuno qualche scusa per non venire.
San Carlo Borromeo come nipote del Papa e suo delegato, partecipò al Concilio di Trento. Vide che lo Spirito Santo vi disegnava un progetto adatto per i Tempi moderni che si affacciavano e decise di metterlo in pratica rinunciando ai privilegi della Corte Pontificia, dove aveva tanto lavoro in mansioni prestigiose e importanti. Essendo arcivescovo di Milano volle applicare in prima persona il dettato del Concilio che chiedeva ai vescovi di vivere nella propria diocesi. Erano quasi 80 anni che nessun vescovo risiedeva a Milano e fervore, morale, disciplina e formazione ecclesiastici erano in fortissimo degrado. Il giovane vescovo non trovò solo resistenze passive. Si scontrò con i governatori spagnoli, il senato e i nobili. Il Governatore lo aveva accolto con solennità e onore il 23 settembre 1565, ma nello stesso anno chiedeva al re il permesso di allontanare dallo stato Carlo Borromeo per le molte persone «gravemente offese non solo dai ministri del cardinale.. ma anche dal cardinale per la sua ostinazione e severità» . Il Borromeo fu anche aggredito con i bastoni dai Frati minori osservanti, cacciato con le spade dai canonici di Santa Maria della Scala, minacciato dalle monache di Sant’Agostino, vilipeso da quelle di Lecco e colpito con una archibugiata alla schiena da un sicario degli Umiliati.
Oggi nessuno è minacciato per voler applicare il Concilio Vaticano II, ma si incontrano tante passività, tante resistenze per difendere il “si è sempre fatto così”, “sono le nostre tradizioni”. Si obietta al desiderio di portare avanti il necessario cambiamento di mentalità sottolineato da Giovanni Paolo II già all’indomani della sua elezione : "perderemo i pochi rimasti”, “dividi la comunità”, “non essere esagerati”, “basta che la gente venga in chiesa e preghi”, ecc.. Oppure si lascia cadere ogni proposta nel silenzio. Non si predica più la “chiamata universale alla santità che il Concilio Vaticano II ha reso parte essenziale del suo messaggio (cfr Lumen gentium, capitolo V). E la santità viene proposta a tutti, senza eccezione, come un cammino personale e comunitario tracciato dalle Beatitudini” (Papa Leone, Tutti i Santi – Santa Messa e proclamazione a «Dottore della Chiesa» di san John Henry Newman (1° novembre 2025)).
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 12,5-16a
lunedì 3 novembre 2025
LA RIVELAZIONE CRISTIANA DEVE CONTINUARE AD INCULTURARSI / 53. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 89.
89. La dimensione interculturale di cui Nicea è l’espressione fondatrice può anche essere considerata come un modello per l’epoca contemporanea in cui la Chiesa è presente in una varietà di aree culturali: culture asiatiche, africane, latino-americane, oceaniche, nuove culture popolari europee, senza contare le nuove forme culturali portate dalla rivoluzione digitale e dalle tecnoscienze. Tutti questi universi culturali contemporanei sembrano lontani dalla cultura greca antica che ha accolto in maniera inaugurale la forma di inculturazione dogmatica realizzata nell’evento di Nicea.
L'UNITÀ IN DIO DEL GENERE UMANO PASSA PER GLI SCAMBI TRA LE CULTURE / 52. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 88.
L’interculturalità è, di fatto, la manifestazione di una problematica più profonda, che ne costituisce la base: il disegno divino dell’unità dei popoli e l’arduo cammino di questa unità nella diversità. Si tratta di uno dei fili conduttori principali della storia biblica della salvezza. Il racconto tipico della Torre di Babele in Gn 11,1-9 sottolinea la tensione tra la ricchezza della molteplicità delle lingue, da un lato, e la capacità dell’essere umano di dissolvere l’unità della casa comune, di confondere il logos dell’oikos. La chiamata di Abramo, la promessa a lui fatta che in lui saranno «benedette tutte le famiglie della terra» (Gn 12,3), è la prima risposta salvifica di Dio. I profeti prolungano questa promessa per i popoli della terra annunciando l’unità di tutte le nazioni attorno al popolo eletto e alla sua Legge.[148]
MESSA AL CIMITERO. RICORDEREMO I BAMBINI ABORTITI? / 3 novembre 2025.
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| Nella prima foto, bambino di 15 settimane, sopra bambino di 12 settimane. Fino a 12 settimane può essere abortito "senza problema". Tutt'e due sono esseri umani in rapido sviluppo |
Oggi celebreremo una messa al cimitero in suffragio di tutti i defunti della nostra città. Menzioneremo anche tutti i piccoli defunti abortiti, specialmente se in modo volontario? Quanti sono? È calata anche per noi una coltre di silenzio? Si è normalizzato anche tra noi il linguaggio che cancella la dignità dell’essere umano fin dal primo battito della sua vita? Se lo voglio aspetto un figlio, se non lo voglio è un grumo di cellule e interrompo soltanto una gravidanza, il corpo di un altro diventa mio corpo di cui sono libera/o di fare ciò che voglio. Anche il concetto “del mio corpo faccio ciò che voglio” testimonia che cancello Dio della mia vita e la mia altissima dignità che si esprime in una missione che non sarà di nessun altro.
domenica 2 novembre 2025
MA C'È LA VITA ETERNA? / Commemorazione di tutti i fedeli defunti, 2 novembre 2025.
Giobbe crede nella vita eterna. San Paolo crede nella vita eterna e la annuncia presente in Gesù Cristo risorto. Gesù è la Risurrezione e la Vita e ci assicura che la sua missione è “che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno”.
Ma tu, rinato nel battesimo e (spero) segnato col sigillo dello Spirito Santo nella Cresima, credi nella vita eterna? I nostri occhi di carne vedono solo un corpo che si irrigidisce e non comunica più. È la grande tragedia della morte. Ma la fede è un’esperienza vera che si iscrive nel tessuto della nostra vita anche se la trascende. D'altronde crediamo con assoluta ragionevolezza tante cose che non vediamo. Papa Benedetto usava l’immagine della corrente elettrica che non si vede. L’esperienza della fede ha una sua logica rigorosa e straordinaria, ma non è la logica dell’uomo carnale senza esperienza spirituale, senza incontro con il risorto. Ma tu sei battezzato, dovresti conoscere Colui in cui credi, vivere con lui.
sabato 1 novembre 2025
QUELLI CHE VENGONO DALLA GRANDE TRIBOLAZIONE. CHI SONO? / 1 Novembre 2025.
«Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?»... «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Anni fa, lessi un libro intitolato “Quelli che vengono dalla grande tribolazione” su prigionieri dei gulag sovietici. Mi colpì in particolare un prete cattolico bielorusso. Nel gulag aveva patito freddo, fame, punizioni fisiche, propaganda e menzogna continua del sistema penitenziario. Liberato, aveva dovuto fare lavori manuali pesanti, sempre sotto la minaccia di altre condanne per il suo ministero ripreso di nascosto. Chi gli chiedeva un soccorso spirituale poteva essere un traditore… La conclusione era che la fede aveva lo salvato lui e gli altri: chi credeva manifestava più forza interiore, più consolazione e resilienza di fronte alle difficoltà, non moriva o solo più tardi. Il suo fisico era provato ma quando celebrava la messa, si illuminava tutto. Aveva lavato le sue vesti nel sangue dell’agnello.
Ma noi abbiamo ricevuto questa veste candida il giorno del nostro battesimo, segno della nostra nuova dignità. Ci è stato detto: “portala senza macchia per la vita eterna”. Abbiamo ricevuto la Luce di Cristo per vivere sempre come figli della luce, e perseverando nella fede, andare incontro al Signore, con tutti i santi, nel regno dei cieli (cf. Rito del Battesimo). Ci dice san Giovanni nella seconda lettura: “Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro”.
Nessuno cerca tribolazione e persecuzione. Ma è diverso essere una persona buonina, come i pagani che fanno anche opere buone, e credere al Vangelo delle Beatitudini, proclamato da Gesù con autorità ("si pose a sedere"). Se decido di essere dalla parte di Gesù, sempre, di tendere sempre ad essere povero in spirito, mite, misericordioso, puro di cuore, operatore di pace, a vivere con fede il mio pianto, la mia fame e sete di giustizia e ogni promessa di Dio, sarò una persona diversa e inevitabilmente subirò persecuzioni (2 Timoteo 3,12) e tentazioni. Ma sperimenterò anche la forza della mia fede, la compagnia del Signore lungo la mia strada, in una vita forse molto ordinaria, senza fatti eccezionali apparentemente, come quella della Vergine Maria, mai venuta alla ribalta, mai con lo specchio in mano, né vantandosi ogni giorno delle proprie opere, ma gradita a Dio e apportatrice di immensi benefici per tutta l'umanità. Perseveriamo dunque con gioia.
Oh, when the saints go marching in!, Ohoh I want to be in that number! Oh!, quando i santi entreranno (nel Regno di Dio), Ohoh, io voglio essere di quel numero!
Preghiamo tutti i santi delle generazioni precedenti che sono stati saldi in Cristo e oggi intercedono per noi loro discendenti così tentati contro la fede.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 7,2-4.9-14
venerdì 31 ottobre 2025
PAPA LEONE PARLA DI FORMAZIONE AI GIOVANI / San John Henry Newman, Educatore e Dottore della Chiesa
Domani S. John Henry Newman sarà proclamato Dottore della Chiesa durante il giubileo del mondo educativo. Significa che, tra l’altro, il suo progetto educativo è magistero della Chiesa! Una dimensione che sta molto a cuore a Papa Francesco e Papa Leone, anche lui docente per un periodo. Ecco alcune citazioni dal suo discorso sapiente rivolto agli studenti: Agli Studenti partecipanti al Giubileo del mondo educativo (30 ottobre 2025)
siete chiamati a essere truth-speakers e peace-makers, persone di parola e costruttori di pace.
giovedì 30 ottobre 2025
PERCHÉ NON CELEBRIAMO HALLOWEEN, MA LA NOTTE DI LUCE.
Perché non celebriamo Halloween?
Perché il nostro Dio è il Signore della Vita e non della morte
Perché serviamo un Dio di Luce e non di tenebre: “Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna”. (1 Giovanni 1, 5)
Perché decoriamo le nostre case con cose belle e sante e non con brutture, fantasmi e simboli satanici. Ci sono già tante cose brutte in giro, ogni giorno, perché aggiungerne?
Perché festeggiamo i santi che, appoggiandosi al Vangelo,
hanno lasciato una testimonianza di umanità, di civiltà, di gioia, di amore totale e vivono in eterno.
mercoledì 29 ottobre 2025
L'EVENTO GESÙ CRISTO ASSUME, PURIFICA ED ELEVA LE CULTURE / 51. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 87.
87. Il Concilio di Nicea non è semplicemente un evento di assunzione e di fecondazione della cultura da parte della Rivelazione, ma è anche l’occasione di incontri interculturali. Ora, questo incontro delle culture è anch’esso un aspetto maggiore dell’evento di Sapienza che l’evento di Gesù Cristo suscita, in quanto la Rivelazione collega e mette in comunione le culture tra loro, rendendo possibile il più alto grado di interculturalità. Lo scambio e la fecondazione mutua fa già parte di tutte le culture, che non esistono se non nel processo in cui sono poste in contatto le une con le altre, e così si evolvono, si arricchiscono e talvolta si oppongono e si mettono in pericolo reciprocamente.
lunedì 27 ottobre 2025
LA PREGHIERA A SAN MICHELE ARCANGELO 7/7 Lettera di Mons. Suetta (Fine). 27-10-2025.
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| Mons. Suetta con Leone XIV. |
E, più avanti, si chiudeva con la richiesta d’aiuto a san Michele Arcangelo per combattere le insidie del maligno.
Esiste poi, appunto, la versione più breve: quella conosciuta oggi e recitata dalla maggior parte dei fedeli. Fu papa Leone XIII in persona a dare l’ordine che venisse recitata in tutte le chiese del mondo al termine della Messa, nel contesto delle cosiddette “Preci leonine”, una serie di preghiere e invocazioni solenni a Dio e alla Vergine Maria, già in uso dal 1859.
La preghiera scritta e introdotta nel Rituale romano da Leone XIII, nella forma breve, recitava così:
domenica 26 ottobre 2025
CHIUNQUE SI ESALTA SARÀ UMILIATO, CHI SI UMILIA SARÀ ESALTATO / XXX Dom. T.O.,C 2025.
“Chi soccorre (la vedova) ... la sua preghiera arriva fino alle nubi. (invece) La preghiera del povero attraversa le nubi, né si quieta finché non sia arrivata (a Dio)”.
Chi soccorre i poveri per vanagloria, per un suo tornaconto mondano anche nella realtà parrocchiale, la sua preghiera non arriva nemmeno al tetto. Chi lo fa con cuore retto, pur elevandosi molto in alto, la sua preghiera si ferma alle nubi. La preghiera del povero le attraversa. Conviene quindi essere poveri. Ma non lo siamo già? Siamo tutti poveri mortali e poveri peccatori. Il problema è che non lo accettiamo. Gesù che “da ricco che era si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà” (2 Corinzi 8,9), la Scrittura, i bellissimi carismi di carità che arricchiscono la storia della Chiesa, nulla riesce a smuoverci. Papa Leone nella “Dilexi te” ci ricorda che i poveri non sono esterni alla Chiesa ma il suo cuore. Vale la pena leggere, o ascoltare anche il discorso che ha fatto ai membri dei Movimenti popolari (Il Papa: migranti trattati come spazzatura e popoli derubati, servono giustizia e solidarietà - Vatican News).
Il pubblicano è povero davanti a Dio e può appoggiarsi solo alla sua misericordia. Il fariseo è ricco delle sue opere. Infatti non prega Dio, prega, ma “tra sé”. La sua preghiera è un elenco non dei doni di Dio ma di ciò che lui fa e delle persone che può disprezzare. La preghiera del pubblicano è breve, accorata, rivolta a Dio. “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Prima ancora di fare “frutti degni della conversione” (Luca 3, 8, vd. Matteo 3, 8), il pubblicano è reso giusto da Dio. Dovrà perseverare, ma riceve la salvezza immediatamente! Nulla di strano allora che questa frase sia stata usata da tanti cristiani che, ripetendola col cuore, vi hanno trovato enorme giovamento, anzi, santificazione. Facciamo silenzio e poi ripetiamo dal profondo del nostro animo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Dal libro del Siràcide Sir 35,15b-17.20-22a
venerdì 24 ottobre 2025
VIVERE IL VANGELO FINO IN FONDO ("SINE GLOSSA"). È POSSIBILE?
“Nel nome del Signore incomincia la vita dei frati minori. La regola e la vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”.
Continuiamo ad imparare ad essere cristiani da san Francesco, il nostro santo di riferimento per questo anno pastorale.
giovedì 23 ottobre 2025
DEVOZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO 6/7 . Lettera di Mons. Suetta. 23 ottobre 2025.
San Michele Arcangelo
Esorto a promuovere la devozione a San Michele Arcangelo e, a questo scopo, raccomando la preghiera composta da Leone XIII, suggerendo anche di recitarla, dopo la comunione, prima di concludere la Santa Messa. Di seguito una breve presentazione storica (di Antonio Tarallo) e il testo (latino ed italiano) della preghiera.
«Centoventidue anni fa moriva papa Leone XIII (1810-1903), il pontefice della “Rerum Novarum”, la prima enciclica sociale della Chiesa. Ma Leone XIII non è stato solamente il pontefice “sociale” che buona parte dei libri di storiografia giustamente ci consegna. È stato, infatti, anche l’autore di una particolare preghiera a san Michele Arcangelo, un vero e proprio esorcismo. E dietro a questa orazione si nasconde una storia affascinante, tutta da scoprire, da ricordare.
CHI CI DIFENDE DAL MALIGNO? 5/7. Lettera di Mons. Suetta. 23 ottobre 2025.
Gli Angeli buoni e la Provvidenza amorevole di Dio
Non possiamo chiudere questo argomento senza una parola sugli Angeli buoni e fedeli a Dio.
Come gli uomini buoni e fedeli a Dio costituiscono una presenza di bene, di luce e di aiuto per tutti coloro che li conoscono e li frequentano, così “tutta la vita della Chiesa beneficia dell’aiuto misterioso e potente degli angeli” (Catechismo della Chiesa Cattolica 334). Infatti, per loro bontà, e per volontà di quel Dio che tanto ci ama, “Dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione” (Catechismo della Chiesa Cattolica 336).
Sappiamo dalla Rivelazione di Dio, custodita e interpretata autorevolmente dalla Chiesa, e dall’esperienza dei Santi, che il buon Dio ha assegnato un Angelo Custode a ciascun uomo, affinché lo aiuti, lo illumini e lo custodisca nel cammino di questa vita terrena.
Gli Angeli Custodi, e gli Angeli fedeli a Dio in generale, si prodigano a nostro favore, e lo fanno sempre rispettosi della nostra libertà e del disegno di Dio su ciascuno di noi.
Vediamo in essi un contrasto fortissimo con l’atteggiamento dei demoni: questi ultimi vogliono solo usare gli uomini, dominarli e renderli loro schiavi; i primi invece ci assistono per puro amore, verso Dio e verso di noi, e lo fanno con estremo rispetto e delicatezza.
Quanta deve essere la gratitudine e l’affetto che dobbiamo a Dio per la sua Provvidenza così attenta e amorosa nei nostri confronti, e quanto dobbiamo essere grati anche a questi spiriti celesti che, in Dio, ci amano e ci assistono con tanta sollecitudine.
La Vergine Maria
Infine, un pensiero lo vogliamo dedicare anche a Maria Santissima, degnamente proclamata e riconosciuta Regina degli Angeli e dei Santi. La Vergine Maria, non solo ha cooperato in modo unico alla nostra Redenzione, ma continuamente soccorre tutti gli uomini con la sua presenza e intercessione materna (Cfr. Lumen Gentium, cap. 8).
Anche nella lotta contro il demonio Maria svolge un ruolo unico e fondamentale, e sempre si conferma come l’aiuto più efficace e formidabile contro ogni attacco e insidia del diavolo. Il costante ricorso a Lei è quindi, non solo il segreto di ogni santità, ma anche la garanzia di una vittoria certa sul demonio.
Si dia sempre gloria, onore e rendimento di grazie, dunque, alla Santissima Trinità, per averci donato come nostra Madre la Santissima Vergine Maria, Madre di Dio.
San Michele Arcangelo (Continua ... )




















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