3. L’evento ecclesiale: il Concilio di Nicea, primo Concilio Ecumenico
3.1. La Chiesa si inscrive con la sua natura e le sue strutture nell’evento Cristo
93. Il Concilio di Nicea non è solo un evento nella storia della dottrina, ma può senz’altro essere compreso come un evento ecclesiale, corrispondente a una tappa fondamentale nel processo di strutturazione della Chiesa. Nel corso di un lungo cammino che ha fatto seguito a Nicea, il “Concilio Ecumenico” è diventato il faro di orientamento per le decisioni dottrinali e giuridiche di tutta la Chiesa, il suo luogo di comunione e di autorità ultima. Vi si potrebbe vedere, dal punto di vista della sua strutturazione, una svolta che orienta il seguito della vita della Chiesa, simile a ciò che il Simbolo di Nicea rappresenta dal punto di vista dell’accesso a Dio (evento Gesù Cristo) e del pensiero umano (evento di Sapienza)? Sarebbe questo il caso se il Concilio Ecumenico in quanto tale potesse essere considerato come il frutto e l’espressione specificamente ecclesiale dell’evento Gesù Cristo.
94. Fin dai suoi inizi, la Chiesa ha coscienza di essere inscritta nella continuità del popolo eletto, assemblea convocata (qāhāl/ekklēsia – cf. Dt 5,22) per vivere la Torah rivelata e per rendere un culto al Signore suo Dio. Essa si considera anche come «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli» (1Pt 2,9) del Dio di Israele. Negli Atti degli Apostoli essa è presentata come una comunità del discernimento della volontà di Dio di cui attore principale è lo Spirito Santo,[152]guidata da uomini che prolungano il ruolo dei dodici apostoli, «testimoni della Risurrezione» (At 1,22). In certo senso, è nella comunità ecclesiale, in quanto Corpo di Cristo, che si possono discernere i «sentimenti di Cristo» (Fil 2,5; si veda supra, § 77).
[152] Cf. Commissione Teologica Internazionale, La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa, 2018, 19.

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