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giovedì 30 novembre 2023

GRANDI OCCASIONI CHE DESTANO IL MOMENTANEO INTERESSE DELLA GENTE E DEI MEDIA / Una riflessione di Claudio Magris sullo stato della fede, inserita in un libro di A. Matteo.

Don A. Matteo è venuto qualche anno fa
in parrocchia a parlarci di questo tema.

"In Italia e anche in altri Paesi, folle devote riempiono ogni tanto con fervore le piazze e grandi occasioni rituali destano il momentaneo interesse della gente e dei media, ma le chiese si svuotano ogni giorno di più, sacramenti come il battesimo e il matrimonio religioso cadono sempre più in disuso e soprattutto sparisce la cultura cristiana e cattolica, la conoscenza elementare dei fondamenti della religione e perfino dei più classici passi e personaggi evangelici, come si può constatare frequentando gli studenti universitari. Si tratta di una grave mutilazione per tutti, credenti e non credenti, perché questa cultura cristiana  è una delle grandi sintassi che permettono di leggere, ordinare e rappresentare il mondo, di dirne il senso e i valori, di orientarsi nel feroce e insidioso garbuglio del vivere 
(*)". 

Claudio Magris   Ai monaci della Certosa di san Bruno

Ho trovato questa frase del grande scrittore e docente universitario - e per una legislatura senatore - italiano Claudio Magris in epigrafe, nelle prime pagine del libro di don Armando Matteo “La prima generazione incredula”. La situazione che Magris descrive, ambientata nel Nord Italia di più di vent’anni fa, sul piano culturale è anche la nostra. Ma anche sul piano della fede, i "grandi numeri" che abbiamo ancora non devono illuderci. Sono calati molto dopo il Covid e l’attaccamento a certe tradizioni o altri eventi occasionali non significa evangelizzazione, non significa conversione dei costumi, pedagogia per la vita dei singoli e delle famiglie. E ci sarebbe tanto bisogno! Nelle nostre famiglie infatti c'è persino spesso uno dei genitori che non è solo un po' reticente a pregare, ma è ateo o rifiuta la fede cristiana! Quindi, queste manifestazioni episodiche che riempiono le chiese o le piazze una tantum non solo evangelizzano poco ma potrebbero ottenere l’effetto contrario! Nel senso che destano il momentaneo interesse della gente e dei media, fanno sentire appagati e apposto alcuni, anche operatori pastorali, mentre, in realtà, trasmettono solo il messaggio nostalgico e rassicurante della “tradizione”, oppure propongono un’idea della fede che sa di lotteria delle grazie o di magia miracolistica. Comunque non includono nessun cammino di conversione. Davvero pochi saranno tra i partecipanti di queste manifestazioni quanti chiedono la suprema grazia di poter portare la propria croce per diventare discepoli di Cristo (Luca 9,23). 

La Chiesa non è contro le immagini sacre e le manifestazioni popolari della fede. Hanno pienamente senso se inserite in una pastorale seria e continua di evangelizzazione e se annunciano con chiarezza il kerigma. Lodo il Signore per il nostro vescovo don Mimmo che non si accontenta di rispettare la secolare tradizione napoletana verso san Gennaro ma indica vie per superarla in senso evangelico. 


 * Per i credenti è anche di più. È l’espressione culturale della VERITÀ che è l’avvenimento Gesù di Nazareth e la Comunità che ha fondato.


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