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venerdì 24 novembre 2023

BISOGNA PROCLAMARE IL DOGMA DI MARIA CORREDENTRICE?



Sono stato provocato a scrivere da una devota mariana che prega tanto perché il Papa proclami il dogma di Maria Corredentrice. Papa Francesco ha già risposto in merito dicendo che non è necessario. E, in altra occasione, ha detto parole di buon senso riguardo alla Madonna, e cioè che gli innamorati usano parole da innamorati - ed è normale - però che non sempre sono le più adatte alla verità della fede.

Infatti che utilità ci sarebbe nel proclamare dogma una verità tanto ovvia che Maria è Corredentrice? Non lo sappiamo forse tutti? 

Si rischia solo di accendere polemiche inutili, in particolare con i protestanti, e creare confusione in molti riguardo a Gesù Unico Mediatore tra Dio e gli uomini - “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù,” (1 Tim. 2, 5. Vedi Eb. 8, 6;  9, 15; 12, 24) - e di distorcere per lo stesso fatto la comprensione del Mistero e della missione della Vergine Maria in rapporto alla Chiesa e a tutti i battezzati, facendo di Lei una persona meno umana e più distaccata dalla Chiesa. Mentre Dio è diventato uomo perché l'uomo diventi Dio. Non nell'esaltazione di sé, ma nella natura di Dio, nel suo amore umile e onnipotente, nell'assumere la stessa missione di Cristo. Si tenderebbe infatti ad oscurare il fatto che anche noi siamo tutti corredentori, tutti mediatori nell’Unico Mediatore, tutti “Alter Christus" in forza della nostra conformazione a Gesù nel Battesimo. Non si proclama forse che ogni battezzato è - in Cristo - sacerdote, re e profeta? Si rischia di distorcere la verità del Corpo di Cristo costituito da tutti i redenti compreso la Vergine Maria, e quindi la verità della Chiesa. Non a caso sant’Agostino proclama che Maria essendo il membro più eccelso della Chiesa è per ciò stesso più piccola della Chiesa, del Cristo Totale. La distorsione popolare della "Panaghia", la Tutta Santa, ha portato alla percezione comune nel VII secolo che i cristiani adorano una Trinità costituita da Dio Padre, da Maria e da suo Figlio Gesù. Nel tempio pagano che oggi è il cuore della Moschea della Mecca, in mezzo alle divinità pagane si trovava anche un affresco della Vergine Maria col suo figlio. Maometto, pur venerando la Vergine Maria,  protesta contro questa "fede" dei cristiani che incontra e proclama che Dio "Non generò né fu generato e nessuno gli è pari" (Sura 112, 3-4, El Ihklas ossia il puro monoteismo). Nella sua protesta legittima contro questa fede distorta, Maometto nega la divinità di Gesù, e quindi la verità di Dio che Amore "fino alla fine" (Gv 13,1). Cominciamo a comprendere quanto è importante avere una fede retta, cattolica, e non raffazzonata. 

Certamente Maria ha vissuto una vocazione unica, solo lei è l'Immacolata Concezione, solo lei è Madre nella sua carne del Redentore. E possiamo pensare che la grandezza dei suoi doni supera la somma di tutti i doni di tutti gli altri uomini e donne messi insieme. S. Luigi di Montfort dice che Dio ha raccolto tutte le sue grazie in un oceano e l’ha chiamato Maria. Paragonato all'oceano, il resto delle acque della terra sono una piccolissima proporzione, ma esistono, e il totale delle acque della terra comprende anche queste. Come la vocazione di Maria, anche la vocazione di ognuno di noi è unica. Nasciamo tutti originali, dice Carlo Acutis. Purtroppo molti seguono solo modelli umani e non lo Spirito Santo e muoiono fotocopia. Sappiamo dalla parabola che uno riceve cinque, un altro due, l’ultimo un solo talento. Maria è stata fedele in tutto e questo è la sua Gloria più grande. Lei ci può aiutare molto di più di qualunque santo se qualcuno comprende chi è Maria. Ma il suo cammino è simile al nostro. È nostra sorella e anche lei è pellegrina nella fede, ripete Giovanni Paolo II. È la Madre del Signore ma chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica è anche lui Madre, Fratello e Sorella del Signore (cf. Lc 8,21; Mt 12, 50 e Mc 3, 35).

Ho il dubbio che chi è molto attento ai titoli, ai particolari, al recupero di alcune forme del passato come la preghiera all’Arcangelo Michele dopo  la Messa, ecc., sia, da una parte poco formato nella fede, e da una altra parte sia più desideroso di ricevere grazie o sentirsi parte dei giusti e dei buoni che di convertirsi al Vangelo. 

Riguardo alla preghiera all’Arcangelo san Michele che si è recitato dopo la Messa dalla fine del XIX secolo fino alla Riforma del Concilio Vaticano II, qualcuno attribuisce tutti i mali di oggi al suo abbandono, e l’eventuale suo recupero porterebbe pace e salvezza! È terribile che qualcuno abbia questa mentalità! Come se l’Eucaristia in cui sta tutta la forza (la virtù) della Chiesa, è culmine e fonte di tutta la sua vita, non fosse in sé sufficiente. Nella Chiesa dei primi secoli non c'era la preghiera a san Michele ma c'erano i Martiri! Nell’Eucaristia è presente il Corpo del Signore nella Comunità radunata nello Spirito Santo, è stata proclamata la Parola creatrice, donato il vero Corpo e Sangue del Signore risorto. Forse manca qualcosa al Signore e san Michele Arcangelo è più di Cristo? Certamente no! Manca invece in tanti formazione cristiana e fede. 


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