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domenica 1 ottobre 2023

NELLA CONDIZIONE DI SCHIAVO / XXVI Dom. T.O., A, 2023.


Della seconda lettura si può leggere solo una parte. La forma breve può essere utile in qualche caso particolare, ma suscita sempre il sospetto che serva a fare il minimo sindacale: non facciamo mai così! 
Leggiamo tutta la lettura e vedremo quanto è preziosa ogni sua parola.

Cristo Gesù “non reputò oggetto di rapina l’essere uguale a Dio”! (traduzione letterale interlineare della S. Paolo) ma prese la condizione di schiavo (doulos). Preferiamo tradurre “servo”. Ma i servi di allora erano schiavi il che è diverso. E si tratta di condizione. Non come me che, bontà mia, voglio servire gli altri. Ancora meno si tratta di essere “buoni Padroni” ma buoni servi come ricordò una volta il Papa ai Cardinali. Il servo è sempre servo anche quando non sta servendo. È la sua condizione. Mentre io  - che mi credo qualcuno - anche quando servo, dentro non mi reputo mai un servo, ma qualcuno che adesso serve. 

Per san Paolo ormai “il vivere è Cristo” (Fil 1,21). In altra occasione salutava così gli anziani di Efeso: “Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio”. (Atti degli Apostoli 20, 24). 

Dovrei essere ormai cristiano, non più fra’ Sereno che crede in Cristo ma rimane al centro della propria vita. E neppure più un principiante che - secondo la bellissima espressione di Don Tonino Bello - si mette in società con Gesù e Maria e scrive sulla sua piccola ditta: “Ditta Sereno, Gesù e Maria”, ma “Ditta Gesù e Maria, e lo schiavo Sereno Uno con loro”. Gesù ha preso la condizione di schiavo, ha fatto la morte dello schiavo ribelle. Per questo è stato esaltato e ha ricevuto il nome che è sopra ogni altro nome! Più lo seguirò da vicino più sarò anch'io esaltato e scoprirò di non essere stato annullato ma liberato, purificato, fatto crescere, rinato. “Cristo sarà glorificato nel mio corpo” (Fil 1,20), io sarò solo "il Discepolo che Gesù amava".


Prima Lettura  Ez 18, 25-28  Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.

Dal libro del profeta Ezechiele

Così dice il Signore:

«Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?

Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.

E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà». 


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 24  Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

 Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. I peccati della mia giovinezza e le mie ribellioni, non li ricordare: ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. 


Seconda Lettura  Fil 2, 1-11 (Forma breve Fil 2, 1-5)  Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

[ Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.

Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù ]:

egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.


Canto al Vangelo   Gv 10,27 Alleluia, alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce,  dice il Signore, io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia.

      

Vangelo  Mt 21, 28-32  Pentitosi, andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: Sì, signore. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».


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