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sabato 7 ottobre 2023

COME S. PAOLO VOLEVA LE SUE PARROCCHIE? / 1. FILIPPI


Come san Paolo voleva le sue parrocchie? Quando egli scrive, non fa un corso di Teologia che si può seguire per cultura e poi dare l’esame. Si rivolge a credenti che incoraggia a crescere in Cristo, correggendone le deviazioni. Fino a quale punto di maturità cristiana vuole portare i membri delle sue “parrocchie”? Da tempo volevo esaminare questo aspetto e le letture dell’Ufficio di questi giorni me ne danno l'occasione (sono riportate sotto quelle del venerdì XXVI sett. T.O.). Cominciamo dunque con la comunità di “parrocchiani” (forestieri, in greco) in cammino verso la Patria del Cielo, che stava nella città di Filippi, prima greca poi colonia romana. 

Paolo nota con gioia che cooperano alla diffusione della Buona Notizia: devono continuare “fino al giorno di Cristo Gesù” ardendo “annunciare senza timore la Parola”. Tutti nella Comunità devono evangelizzare. Ogni uomo deve sapere che un uomo è risorto, vincendo la morte e che questa vittoria gli è offerta.

Paolo “difende e conferma il Vangelo” che viene attaccato e distorto da molti, il che impedisce a molti di raggiungere una fede autentica che possa salvarli. Mette in guardia contro “i cani e i cattivi operai" e invita a “rimanere saldi nel Signore". È necessario che l’amore dei fratelli cresca “sempre più in conoscenza e in pieno discernimento”, perché “possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo”.

È indispensabile la testimonianza: “Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo" perché la gente dica “che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari”. Devono ritenere “una grazia non solo di credere in Cristo salvatore, ma anche di soffrire per lui”, come Paolo soffre e lotta. Qual è il comportamento degno del Vangelo? Quello di Cristo: “rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” cioè svuotare se stesso, “assumendo una condizione di servo”, e ancora “umiliarsi” facendosi “obbediente fino alla morte e a una morte di croce”. Il premio è la risurrezione, la glorificazione beata, la via è essere “sempre obbedienti”, dedicarsi “alla vostra salvezza con rispetto e timore, … senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore” (Paolo lo ripete più volte!) progredendo fino alla perfezione. Il segreto è imitare Paolo e chi gli è vicino, “Perché molti (nella parrocchia) - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. … non pensano che alle cose della terra (e se ne vantano). La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose”. Essere amabili: “Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”. “quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.”

È questo il programma della tua parrocchia o del tuo gruppo? 


Prima Lettura  Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 3, 17 - 4, 9

Rimanete saldi nel Signore

Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.

Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi!

Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d'accordo nel Signore. E prego te pure, mio fedele collaboratore, di aiutarle, poiché hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita.

Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!


Responsorio   Cfr. Ef 4, 17; 1 Ts 5, 15-18

R. Vi scongiuro nel Signore: non seguite la vanità come i pagani, ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. * Questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

V. State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie.

R. Questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.


Seconda Lettura  Dal trattato «Sulla lettera ai Filippesi» di sant'Ambrogio, vescovo (PLS 1, 617-618)

Rallegratevi nel Signore, sempre

Come avete sentito nella precedente lettura nella quale l'Apostolo diceva: «Rallegratevi nel Signore sempre» (Fil 4, 4), la carità di Dio, o fratelli carissimi, ci chiama, per la salvezza delle nostre anime, alle gioie della beatitudine eterna. Le gioie del mondo vanno la verso la tristezza senza fine. Invece le gioie rispondenti alla volontà del Signore portano alle gioie durature ed intramontabili coloro che le coltivano assiduamente. Perciò l'Apostolo dice: «Ve lo ripeto ancora: rallegratevi» (Fil 4, 4). 

Egli esorta ad accrescere sempre più la nostra gioia in Dio mediante l'osservanza dei suoi comandamenti, perché quanto più avremo lottato in questo mondo per obbedire ai precetti del Signore, tanto più saremo beati nella vita futura, e tanto maggior gloria ci guadagneremo agli occhi di Dio.

«La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini» (Fil 4, 5); cioè la vostra condotta santa sia manifesta non solamente agli occhi di Dio, ma anche a quelli degli uomini, come esempio di onestà e sobrietà per tutti coloro che abitano con voi sulla terra. Lasciate di voi un buon ricordo sia di vita cristiana che di rettitudine umana.

«Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla» (Fil 4, 5-6). Il Signore è sempre vicino a tutti quelli che lo invocano con cuore sincero, con fede retta, con speranza ferma, con carità perfetta; egli infatti sa quello di cui avete bisogno prima che glielo domandiate: egli è sempre pronto a venire in soccorso in ogni necessità a tutti coloro che lo servono fedelmente. Perciò non dobbiamo preoccuparci gran che dei mali che ci sovrastano, quando abbiamo la certezza che Dio, nostra difesa, ci è vicinissimo secondo il detto: «Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti. Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore» (Sal 33, 19-20). Se noi ci sforziamo di compiere e di conservare quanto ci ha comandato, egli non tarda a renderci quello che ci ha promesso.

«Ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4, 6) per poter affrontare le prove con pazienza e serenità e mai con amare contestazioni — Dio ce ne guardi —, anzi «rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre» (Ef 5, 20).


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