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sabato 28 ottobre 2023

PER FAVORE NON MI RISPONDA CHE DIO CI HA CREATO PER AMORE! / 03 Chi ha creato Dio?




Il primo post “Chi ha creato Dio?” ha generato un’altra domanda alla quale voglio rispondere: “perché Dio ha creato l’uomo?”, anche perché si precisava: “per favore non mi risponda che è per amore!”. 

Ecco: perché Dio ha creato l’uomo?

Abbiamo detto che CREDERE A DIO Creatore dell’Universo, delle cose che esistono (infatti “è più razionale e scientifico credere in Dio che credere nel nulla” dice il professore Zichichi), non equivale a CREDERE IN DIO, cioè avere con lui un rapporto di fiducia, pensare che oltre ad essere una mente ordinatrice e creatrice, sia anche BUONO. 

Infatti la domanda “perché Dio ha creato l’uomo?” viene quasi sempre dal dubbio che Dio sia buono, dall’esperienza dolorosa del male e della sofferenza, della morte, specialmente quando tocca gli innocenti o sembra del tutto sproporzionata agli errori, ai peccati commessi. 

La guerra ha sempre una dimensione irrazionale eppure accompagna l’Umanità dalla notte dei tempi. Volentieri la dimentichiamo quando è lontana ma oggi tocca anche noi sul territorio europeo in Ucraina e, da quasi un mese, nel Medio Oriente.

Mi diceva un altro: “perché Dio ha creato gli uomini pur sapendo benissimo che la maggior parte di loro non ce l’avrebbe fatta (ad essere felice, ad avere una vita decente, ecc…)"? Per felicità, questa persona intendeva un ideale del tutto materiale, nell’orizzonte terreno. Ma anche per noi credenti l’orizzonte terreno, quotidiano e materiale ha un peso enorme. 

È stato quindi una domanda lancinante anche per me, specialmente nei miei momenti di sofferenza più acuta. E fin quando ho guardato a Dio solo come Creatore che ha tutto nelle mani, non c'era nessuno spiraglio. 

Se guardi chi sta dietro a te, puoi apprezzare quello che hai ma non risolve nulla, anzi, ti viene il senso di colpa per quello che manca agli altri e rimane l’interrogativo: “perché tanti non potranno farcela?”. Constatare invece la felicità di chi sta “molto dietro di te”, ti fa comprendere che, anche se hai molte cose, ti manca l’essenziale che un povero può avere. L’esperienza del Sahara da ragazzo mi ha insegnato molto. 

Ma è stato solo entrare nella prospettiva di Gesù Nazareno, considerandolo nella sua umanità di profeta, di Dio-che-passa, e non Dio Eterno-Seconda Persona della Trinità, che ha cominciato a sciogliersi questo nodo. In fondo mi avevano insegnato il concetto di un Dio statico. La mia educazione metteva in secondo piano l'Incarnazione, il Dio della Storia, il Dio che passa! Era un Dio seduto sul Trono, un Re assoluto, un boss:  “Guai se disobbedisci!”. “Non avrai altri dèi all’infuori di me!”, come si insegna ancora il “Primo Comandamento”, riduce troppo la Prima Parola di Vita e presenta un Dio molto diverso dal Dio vero che, avendo liberato i figli di Abramo dalla schiavitù del Faraone, si fa loro alleato nel cammino. 

È in Gesù che Dio rivela pienamente il suo Volto. Infatti Pietro dice a Cornelio e ai suoi: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui”. (Atti 10, 37-38).

A molti sembra troppo umano, poco divino, ma è proprio attraverso di lui che conosciamo Dio e in nessun altro modo. Solo lui svela “il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi” (Colossesi 1, 26). Egli lo svela nella sua vita, nella sua morte per amore del Padre e degli uomini, e affida agli apostoli di realizzare questo mistero ai suoi Apostoli: “A me, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui”. (Efesini 3, 8-12). 

Di fronte al mistero della morte, dell’ingiustizia e del dolore - le atrocità nel mondo, in ogni epoca e in ogni dove, sono indicibili e innumerevoli - , Gesù è la figura solo positiva che, accettando la croce, abbraccia il nostro dolore, non si tira indietro, toglie ogni fondamento alla nostra ribellione. Vivendo tutto in costante rapporto di fiducia verso Dio che chiama suo Padre, e rialzato da lui per la sua pietà, apre per noi un cammino di speranza. Incontrare Gesù vivo permette di dire con i santi: “davvero Dio ci ha creati per amore”. Dio ci ha creati per amore: io lo credo solo in Gesù condannato, crocifisso e morto sulla croce, risorto dai morti nel suo vero corpo, vivo per sempre e innalzato alla destra del Padre. Non credo che ci sia un’altra possibilità seria di affermarlo.  


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