Visualizzazioni totali

domenica 22 ottobre 2023

SE DIO SALVA GRATUITAMENTE, A COSA SERVONO LE OPERE? / XXIX Dom. T.O., A, 2023.


San Paolo scrive alla comunità di Tessalonica (un porto sul mare Egeo nel nord della Grecia): “Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro”.

Se Dio salva gratuitamente, perché dare tanta importanza alle opere?

Dalla divinità, il pagano cerca protezione, una grazia, il placare l’ira o il capriccio divini. Egli, quindi, va nel santuario dove abita il dio, o presso un immagine sacra, prega direttamente o tramite chi sa avvicinarsi alla presenza divina e influenzarla o rivelarne la volontà, e, con preghiere, riti e anche sacrifici spesso costosi, cerca di meritare il favore del dio o allontanare la sua collera. Lo scopo del culto pagano è di vivere tranquillo, o realizzare le proprie ambizioni. Non va oltre i propri interessi.  

Non è così per il cristiano. Il figlio chiede senz'altro ciò di cui ha bisogno al suo Padre, ma sa che fondamentalmente non ha bisogno di farlo: Dio sa già ciò di cui ha bisogno e gli vuole dare il meglio. Anzi, in Gesù Cristo gli ha già dato la vittoria sulla morte e quindi la Vita Eterna. Basta lasciarsi guidare. Qual è allora la vita del figlio di Dio? Innanzitutto è stato scelto: “Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui”. Lo Spirito Santo ne dà la certezza. È tutto gratuito, ma Dio sceglie per una missione: “miserando atque eligendo” (facendogli misericordia e scegliendolo) dice il motto di Papa Francesco. La missione è rivelare a tutti l’amore di Dio, affinché possano accogliere questo amore che salva che si riconosce nella testimonianza di una vita trasformata, nuova, e della parola. Anche se andasse tutto bene nella Società, la carità cristiana avrebbe sempre la sua giustificazione perché è un messaggio che dice: questo viene da Dio che vuole dirti in quel modo che ti ama.  

La Comunità che non ha zelo per far conoscere la Buona Notizia attraverso la Parola e le Opere, non gode di buona salute, si ammala. Paolo paragona lo zelo per propagare la Buona Notizia alle calzature del soldato. Se sono solide puoi avvicinarti alla zona di combattimento, e soprattutto essere agile nel combattimento stesso. Pur non essendo in sé un’arma le calzature sono indispensabili. Anche chi non è soldato cammina. La marcia favorisce nel modo più naturale una vita sana. Per chi non cammina tutto diventa molto più complicato per rimanere in salute. Spiritualmente il poter camminare si chiama “zelo per propagare la Buona Notizia”, senza il quale la Comunità e il singolo si ammalano. 

Conviene conoscere la Sapienza di Dio! Per esempio, la separazione tra potere statale e religioso che Gesù insegna nel Vangelo di oggi, è un antidoto naturale agli abusi di potere. Dove Stato e Religione sono una cosa sola, il potere statale usa quello religioso, il quale finisce per benedire le guerre di aggressione e perfino il terrorismo. 


Prima Lettura  Is 45,1.4-6  Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.

Dal libro del profeta Isaìa

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: «Io l’ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso. Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca. Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio; ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci, perché sappiano dall’oriente e dall’occidente che non c’è nulla fuori di me. Io sono il Signore, non ce n’è altri».


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 95  Grande è il Signore e degno di ogni lode.

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. Dite tra le genti: «Il Signore regna!». Egli giudica i popoli con rettitudine.


Seconda Lettura  1 Ts 1,1-5b   Mèmori della vostra fede, della carità e della speranza. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.

Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.

Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.


Canto al Vangelo   Fil 2,15d-16a   Alleluia, alleluia. Risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita. Alleluia.


Vangelo  Mt 22,15-21  Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.

Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».

Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».

Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».


Nessun commento:

Posta un commento