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giovedì 27 novembre 2025

LA PATERNITÀ E LA FILIAZIONE DIVINE, RADICE E MODELLO PER L'UOMO / 65. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 108.



1.2. La salvezza e il processo di filiazione divina

108. Questa verità soteriologica va intesa in senso forte, ontologico. Senza pretendere di offrire una comprensione esaustiva che comprometterebbe il mistero della salvezza in quanto mistero, essa dà tuttavia accesso alla verità stessa della filiazione e della paternità di Dio. Il Dio della verità ha per così dire voluto mettere gli uomini alla prova della pretesa filiale, inaudita, del suo Figlio unico Gesù. La verità rivelata da Dio si concentra nella verità del suo “Figlio” unico. Questo termine non si riduce a una semplice metafora o a una analogia, poiché ciò che è metaforico si apre qui da sé al registro dell’ontologia, come il symbolon, nel senso forte del termine, dona realmente ed efficacemente accesso alla realtà che significa. La testimonianza del Padre donata a Gesù fonda questa verità: «Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé» (1Gv 5,9). L’autore aggiunge: «Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo» (1Gv 5,10). I nostri vecchi catechismi amavano esprimere questa convinzione intima dell’atto di fede dei cristiani con una semplicità diretta: «Dio che non può ingannarsi né ingannare»,[163]nella quale Tommaso d’Aquino avrebbe potuto riconoscere le sue formulazioni.[164]Così si trova giustificata l’opzione ontologica del neologismo di Nicea, l’homooúsios, che intende prolungare e chiarificare la terminologia biblica e innica. La conferma della verità ontologica della filiazione divina di Gesù sta nel fatto che, come abbiamo visto nel primo e nel terzo capitolo, il rapporto della paternità e della filiazione si trova misteriosamente capovolto tra il divino e l’umano: la paternità umana e terrena è divenuta una denominazione secondaria e derivata rispetto al suo prototipo, Dio il Padre (cf. Ef 3,14; Mt 23,9). È questa verità della filiazione divina, nella quale il credente è invitato a entrare, che sottende la verità della filiazione battesimale.[165]Essere salvati, secondo il Vangelo di Gesù, consiste nell’entrare nella piena verità della filiazione che è inserita nella filiazione eterna di Cristo.

[163] Cf. Catechismo della Chiesa cattolica, 156, con rimando alla Costituzione Dogmatica Dei Filius del Concilio Vaticano I, al cap. 3, DS 3008.

[164] «Hoc autem testimonium vel est hominis tantum: et istud non facit virtutem fidei, quia homo et fallere et falli potest. Vel istud testimonium est ex iudicio divino: et istud verissimum et firmissimum est, quia est ab ipsa veritate, quae nec fallere, nec falli potest. Et ideo dicit, ad Deum, ut scilicet assentiat his quae Deus dicit»: Sancti Thomae de Aquino Super Epistolam B. Pauli ad Hebraeos lectura [rep. vulgata], cap. 6, l. 1.

[165] Il termine impiegato abitualmente è «filiazione», ma si tratta qui di insistere sul cominciare della filiazione, sullo stesso movimento mediante il quale si diventa figli e figlie di Dio.


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