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giovedì 27 maggio 2021

LA LUCE DELLA FEDE, LA GUARIGIONE DEL CIECO BARTIMEO / giovedì VIII sett. T.O.

 


Questa sezione del Vangelo di Marco (capitoli 8 – 10) è centrale. È introdotta dalla guarigione progressiva di un cieco. Come Pietro che giunge a vedere che Gesù è il Cristo. In genere, tutti i credenti hanno avuto un percorso progressivo per arrivare alla fede, attraverso esperienze  che hanno illuminato la loro vita. Queste esperienze sono accettabili per la ragione: pregando ho ottenuto una grazia, sento Dio vicino, sto meglio nei miei rapporti con gli altri, nel matrimonio, ecc. Sono esperienze gratificanti lontane dalla croce.

Ma ecco che Gesù rivela che la croce è il passaggio obbligato della fede. Al suo primo annuncio della passione, Pietro lo rimprovera perché, secondo lui, egli sragiona. Gesù dirà poi che per essere grande bisogna cercare l'ultimo posto, parlerà dell’amore fedele fino alla morte nel matrimonio e del rapporto con i soldi. In queste sue parole i discepoli vedono solo buio, morte, annientamento inaccettabile. Cadono nelle tenebre.

Come il cieco del Vangelo di oggi: egli vedeva poi ha perso la vista. Conosceva Gesù e la sua vita si è fatta misera. Quando Gesù passa sa cosa fare: pregare gridando fin quando si fermerà. Non importano le voci contrarie, esterne o interne. Quando Gesù lo chiama non esita a gettare via il mantello, sua sola protezione.

La guarigione del primo cieco era stata progressiva, quella del secondo appare istantanea. Ma è preceduta da tutto il percorso “penitenziale” che ha fatto gridando, gettando il mantello ... 

Di fronte alle esigenze del Vangelo che vanno aldilà della razionalità umana, vediamo solo buio, morte. Solo la fede permette di entrare in questa “valle oscura”, solo la fede permette di vedere quanta Vita c'è in questa morte, di scoprire la risurrezione. Molti però si fermano all’esterno della vita spirituale, alle apparenze, ai riti, e continuano a rifiutare l’essenza della fede, alcuni si allontanano completamente. Ma siccome la nostra vita senza Dio non ha senso né speranza, e anche la vita di prima era da ciechi, siamo molto di più quelli che continuano a mantenere un legame con la preghiera senza entrare mai nel cuore a cuore con Gesù e il suo mistero.

E' bello pensare che il nostro Arcivescovo che è  una vera benedizione per la  nostra diocesi, ha scelto questo Vangelo come suo motto episcopale: "Coraggio, alzati, egli ti chiama!"

 

Prima Lettura   Sir 42, 15-26
Della gloria del Signore sono piene le sue opere.

Dal libro del Siràcide
Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quello che ho visto.
Per le parole del Signore sussistono le sue opere,
e il suo giudizio si compie secondo il suo volere.
Il sole che risplende vede tutto,
della gloria del Signore sono piene le sue opere.
Neppure ai santi del Signore è dato
di narrare tutte le sue meraviglie,
che il Signore, l’Onnipotente, ha stabilito
perché l’universo stesse saldo nella sua gloria.
Egli scruta l’abisso e il cuore,
e penetra tutti i loro segreti.
L’Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
annunciando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza,
egli solo è da sempre e per sempre:
nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre
per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono.
Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra,
egli non ha fatto nulla d’incompleto.
L’una conferma i pregi dell’altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria? 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 32
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.  

Canto al Vangelo
    Gv 8,12
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.


Vangelo   
Mc 10, 46-52
Rabbunì, fa' che io riabbia la vista!

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. 

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