Paolo prende congedo dagli anziani di Efeso. |
“lo Spirito Santo, di città in città, mi
attesta …”
“di
città in città”, significa “di comunità in comunità”, perché allora ci sono comunità
cristiane solo nelle città e ogni comunità, ben radicata nel mistero della
crocifissione e risurrezione di Gesù, invoca il Signore presente in mezzo ad
essa e lo ascolta, e il Signore parla, si manifesta. Perché non lo facciamo
più?
“Non ritengo in nessun modo preziosa la
mia vita …”
La donazione di Paolo al Signore è totale. Ne siamo
certamente ancora lontani, ma l’atteggiamento di Paolo e dei santi è quello di Gesù
e deve essere la nostra bussola. E scopriamo anche noi di avere una missione da
compiere, di contare per il Regno di Dio! Se il mio criterio di comunione con Dio
(forse dovremmo dire piuttosto: il livello di soddisfazione che mi da il Signore)
è il sentirmi bene, non farò nessun cammino di fede. Vissuto in modo egocentrico
il Cristianesimo perde ogni senso. È vero che il Signore non si lascia vincere
in generosità e ci riempie di doni, ma questo
passa sempre attraverso un uscire da sé stessi, il rimettere le redini in mano
ad un Altro. Facciamo fiducia continuamente in tantissimi atti della nostra vita
quotidiana, perché andiamo verso Dio con la “lista della spesa”, con il
contratto dettagliato in mano (ti do questo a condizione che tu mi faccia questa
grazia)?
“non mi sono sottratto al dovere di
annunciarvi tutta la volontà di Dio”.
San Paolo parla agli anziani. Sappiamo che Paolo attua la legge della gradualità,
cioè la progressività dell’insegnamento cristiano a chi deve ancora crescere. Altrove infatti dice: “Vi
ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci.
E neanche ora lo siete;” (1 Cor 3,2; vedi Gv 16:12: “Molte cose ho ancora da dirvi,
ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”.). Però la frase
degli Atti sopra è importantissima: la gente ha diritto a tutto il Vangelo. Il Vangelo
è un seme. Nel kerigma c'è tutto l’infinito dell’amore di Dio per l’uomo e
della risposta d’amore dell’uomo per Dio, come in un seme c'è tutta la pianta. Ma
come un seme deve svilupparsi altrimenti non ha senso, così i fedeli hanno diritto
ad essere aiutati a scoprire e interiorizzare tutta la potenzialità del kerigma.
La Chiesa è debitrice di tutta la volontà di Dio. Molti problemi nella Chiesa non
provengono dalla debolezza degli uomini, ma della debolezza dell’annuncio. Se credo
di sapere cos'è il Cristianesimo mentre non mi è stato annunciato o solo a metà,
non potrò accoglierlo nella sua pienezza: invece di inocularmi la malattia benedetta
e rivoluzionaria di Gesù Cristo sono stato “vaccinato”, immunizzato contro il Cristianesimo!
La conseguenza è la
tiepidezza, oppure la presunzione di sapere e poter insegnare mentre “non capiscono né quello
che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure”. (1 Timoteo 1,7). Un’altra conseguenza terribile che va spesso
di pari passo, anche perché né moralismo né sale che ha perso il sapore possono
salvare, è di cercare un’altra salvezza, di porre un fondamento (illusorio)
diverso da Gesù Cristo, dalla pietra d’angolo posta da Dio, come devozioni o
formule di preghiera speciali, ecc..
Prima
Lettura At 20, 17-27
Conduco a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore
Gesù.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, da Milèto Paolo mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa.
Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù.
Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.
E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 67
Regni della terra, cantate a Dio.
Pioggia
abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.
Di
giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.
Canto al Vangelo Gv 14,16
Alleluia, alleluia.
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
perché rimanga con voi per sempre.
Alleluia.
Vangelo Gv 17, 1-11
Padre, glorifica il Figlio tuo.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te.
Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a
tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai
mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che
mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria
che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e
li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che
tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me
io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito
da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato,
perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono
glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e
io vengo a te».
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