Il brano di oggi è scioccante: dalle parole dette da
Gesù, tutti si sentono come paralizzati dalla paura, dalla difficoltà di
comprendere. Tutti tranne Giacomo e Giovanni, i “figli del tuono” come li chiamava
Gesù, pronti a combattere e a cogliere i frutti della vittoria. Perché se Gesù risorgerà
ci saranno posti nel nuovo governo del Regno di Dio. Sarà invece l’indignazione
a far uscire gli altri discepoli dalla loro paralisi. Nessuno però condivide l’angoscia
di Gesù di fronte alla sorte che lo attende, nessuno gli offre solidarietà e
amicizia. Tutti sono centrati su se stessi, sulle proprie emozioni.
Quando si tratta di umiliarsi, di chiedere scusa, di
servire nel nascondimento senza mettere in evidenza i propri meriti, di
scomparire, non c'è nessuno. Quando si tratta di emergere, di apparire, di
salire sul trono, di occupare posti di onore e di comando, di avere
riconoscimenti, ci sono tutti. Chi perché è pronto a prendere l’iniziativa, chi
non è pronto ma non sopporta che qualcuno gli passi avanti. “Santa Umiltà di Cristo,
chi ti troverà?” dicevano i Padri.
Quanto è forte dentro di noi la mentalità del mondo che
cerca il “trionfo della religione”! Certo Gesù ha trionfato ma quello che egli propone
– sia la via per arrivarci che il trionfo stesso – è agli antipodi di tutto il nostro
modo (mondano) di pensare e reagire.
Per seguire la parola di Gesù: “chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”, bisogna avere fede, una fede autentica, e “non di tutti infatti è la fede” (2 Tessalonicesi 3,2). Maria aveva questa fede e questa umiltà. Non la immaginiamo spettinata e trascurata, ma abitata da quella umiltà così profonda che né il mondo né il demonio la potevano più toccare come dice santa Teresina. L'umiltà giocosa di san Filippo Neri è un buon indizio e una buona pista riguardo alla Vera Umiltà. "E poi morite e non sapete / che per tanto in alto andare / molto in basso bisogna stare!" ( Alla societate; S. Varnavà).
Prima
Lettura Sir 36, 1-2.5-6.13-19
Riconoscano le nazioni che non c’è Dio al di fuori di te.
Dal libro del Siràcide
Abbi pietà di noi, Signore, Dio dell’universo, e guarda,
mostraci la luce della tua misericordia,
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
Ti riconoscano, come anche noi abbiamo riconosciuto
che non c’è Dio al di fuori di te, o Signore.
Rinnova i segni e ripeti i prodigi.
Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro l’eredità come era al principio.
Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
d’Israele che hai reso simile a un primogenito.
Abbi pietà della tua città santa,
di Gerusalemme, luogo del tuo riposo.
Riempi Sion della celebrazione delle tue imprese
e il tuo popolo della tua gloria.
Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
risveglia le profezie fatte nel tuo nome.
Ricompensa coloro che perseverano in te,
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
secondo la benevolenza che hai verso il tuo popolo,
e guidaci sulla via della giustizia,
e riconoscano tutti quelli che abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 78
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Non
imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!
Aiutaci,
o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.
Giunga
fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.
E noi,
tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.
Canto al Vangelo Mc 10,45
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.
Vangelo Mc 10, 32-45
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà
consegnato.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù
camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano
erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per
accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà
consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo
consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo
flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli:
«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse
loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di
sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che
io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli
risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi
lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete
battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me
concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e
Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i
quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro
capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra
voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di
tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per
servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
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