70. Per ottenere una rinnovata inculturazione del Vangelo in Amazzonia, la
Chiesa ha bisogno di ascoltare la sua saggezza ancestrale, tornare a dare voce
agli anziani, riconoscere i valori presenti nello stile di vita delle comunità
originarie, recuperare in tempo le preziose narrazioni dei popoli. In Amazzonia
abbiamo già ricevuto ricchezze che provengono dalle culture precolombiane, «come
l’apertura all’azione di Dio, il senso di gratitudine per i frutti della terra,
il carattere sacro della vita umana e la stima per la famiglia, il senso di
solidarietà e la corresponsabilità nel lavoro comune, l’importanza della
dimensione cultuale, la fede in una vita al di là di quella terrena, e tanti
altri valori».[100]
71. In questo contesto, i popoli indigeni amazzonici esprimono l’autentica
qualità della vita come un “buon vivere” che implica un’armonia personale,
familiare, comunitaria e cosmica e si manifesta nel loro modo comunitario di
pensare l’esistenza, nella capacità di trovare gioia e pienezza in una vita
austera e semplice, come pure nella cura responsabile della natura che preserva
le risorse per le generazioni future. I popoli aborigeni potrebbero aiutarci a
scoprire che cos’è una felice sobrietà e in questo senso «hanno molto da
insegnarci».[101] Sanno
essere felici con poco, godono dei piccoli doni di Dio senza accumulare tante
cose, non distruggono senza necessità, custodiscono gli ecosistemi e
riconoscono che la terra, mentre si offre per sostenere la loro vita, come una
fonte generosa, ha un senso materno che suscita rispettosa tenerezza. Tutto ciò
dev’essere valorizzato e tenuto in conto nell’evangelizzazione.[102]
72. Mentre lottiamo per loro e con loro, siamo chiamati «ad essere loro
amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che
Dio vuole comunicarci attraverso di loro».[103] Gli
abitanti delle città hanno bisogno di apprezzare questa saggezza e lasciarsi
“rieducare” di fronte al consumismo ansioso e all’isolamento urbano. La Chiesa
stessa può essere un veicolo in grado di aiutare questo recupero culturale in
una valida sintesi con l’annuncio del Vangelo. Inoltre, essa diventa strumento
di carità nella misura in cui le comunità urbane sono non solo missionarie nel
loro ambiente, ma anche accoglienti verso i poveri che arrivano dall’interno
spinti dalla miseria. E ugualmente lo è nella misura in cui le comunità sono
vicine ai giovani migranti per aiutarli a integrarsi nella città senza cadere
nelle sue reti di degrado. Tali azioni ecclesiali, che nascono dall’amore, sono
percorsi preziosi all’interno di un processo di inculturazione.
73. D’altra parte, l’inculturazione eleva e conferisce pienezza. Certamente
va apprezzato lo spirito indigeno dell’interconnessione e dell’interdipendenza
di tutto il creato, spirito di gratuità che ama la vita come dono, spirito di
sacra ammirazione davanti alla natura che ci oltrepassa con tanta vita.
Tuttavia, si tratta anche di far sì che questa relazione con Dio presente nel
cosmo diventi sempre più la relazione personale con un Tu che sostiene la
propria realtà e vuole darle un senso, un Tu che ci conosce e ci ama:
«Galleggiano ombre di me, legni morti.
Ma la stella nasce senza rimprovero
sopra le mani di questo bambino, esperte,
che conquistano le acque e la notte.
Mi basti conoscere
che Tu mi conosci
interamente, prima dei miei giorni».[104]
Ma la stella nasce senza rimprovero
sopra le mani di questo bambino, esperte,
che conquistano le acque e la notte.
Mi basti conoscere
che Tu mi conosci
interamente, prima dei miei giorni».[104]
74. Allo stesso modo, il rapporto con Cristo, vero Dio e vero uomo,
liberatore e redentore, non è nemico di questa visione del mondo marcatamente
cosmica che caratterizza questi popoli, perché Egli è anche il Risorto che
penetra tutte le cose.[105] Per
l’esperienza cristiana, «tutte le creature dell’universo materiale trovano il
loro vero senso nel Verbo incarnato, perché il Figlio di Dio ha incorporato
nella sua persona parte dell’universo materiale, dove ha introdotto un germe di
trasformazione definitiva».[106] Egli
è gloriosamente e misteriosamente presente nel fiume, negli alberi, nei pesci,
nel vento, in quanto è il Signore che regna sul creato senza perdere le sue
ferite trasfigurate, e nell’Eucaristia assume gli elementi del mondo conferendo
a ciascuno il senso del dono pasquale.
Nessun commento:
Posta un commento