In questo tempo di quaresima eccezionale stiamo riscoprendo tanti valori, anche attraverso la privazione. L’Eucaristia ha chiaramente
in sé una struttura comunitaria. Non è fatta per essere celebrata dal prete da
solo. C'è un fioretto simpatico di Charles de Foucauld, un santo francese (morto nel 196). Quando è sceso nel Sud algerino, non
essendo un eremita e non avendo una dispensa speciale, non aveva il diritto di
celebrare la messa senza popolo. Doveva essere presente almeno un altro
battezzato. Disponibile a Tamanrasset in quel periodo c'era solo il medico
militare che era protestante. Non era cattolico ma era un battezzato. Charles
de Foucauld gli ha chiesto il piacere di partecipare alla sua
messa. Così che il medico protestante partecipò tutti
i giorni alla messa cattolica … in attesa che arrivasse da Roma la dispensa. Dopo il Concilio possiamo celebrare da soli, ma quando si deve fare, si rimane un po’ smarriti.
Ecco che voi siete
privati della messa e noi preti privati della comunità.
Il Capitolo 2 di Osea dal quale è tratto il titolo di questo post parla di purificazione (anche violenta!) il cui fine è l'amore:
“Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia
sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti
fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.” (Osea 21 s.)
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