L'allora Prefetto della Congregazione per la Fede Cardinale Ratzinger presiede l'Eucaristia con delle Comunità Neocatecumenali. |
Da giorni si parla dei famigerati riti mistici delle comunità neocatecumenali
di bere alla stessa coppa, incuranti delle più elementari regole di igiene e causa
di contagio da coronavirus in Provincia di Salerno, portando alla quarantena
di quattro comuni e scatenando l’ira del Governatore della Campania che ha
annunciato pure denunce penali, seppur il ritiro si sia svolto in giorni in cui
non era stata imposta alcuna particolare restrizione né emanato un decreto.
Chi difende il Cammino Neocatecumenale parlando di uno sciagurato e isolato
atto di disobbedienza. Chi tratta i fratelli delle comunità neocatecumenali di
untori, magari abbondando in particolari fantasiosi. Qualcuno è arrivato persino a dire che questo ritiro era stato convocato di proposito per diffondere il contagio. Come sempre è meglio sospendere
il giudizio prima di conoscere la realtà dei fatti. E importa sempre innanzitutto
verificare se io stesso sono coerente fino in fondo con la mia fede e con la mia
ragione che impone o suggerisce regole di comportamento e di prudenza.
Da Vatican Insider-La Stampa di oggi c'è una interessante precisazione del vescovo
di Teggiano-Policastro, Mons. Antonio De Luca (nato a Torre del Greco-NA nel 1956,
Redentorista, vescovo dal 2012): «Una comunità dell’arcidiocesi di Salerno ha
svolto una convivenza in un hotel ad Atena Lucana, territorio della diocesi di
Teggiano. Hanno invitato un parroco di zona a celebrare l’Eucarestia. Nient’affatto
un santone. Insieme a lui c’era un altro prete, sempre della diocesi di
Teggiano-Policastro. Questi sacerdoti hanno fatto rispettare le disposizioni
indicate da autorità religiose, civili e sanitarie: la distanza di un metro e
mezzo, niente scambio di pace, l’Eucarestia sulla mano e nessun calice per il
vino bevuto insieme (in base ad una concessione della Santa Sede, stabilita
negli Statuti pubblicati nel 2008, in tempi normali i membri delle comunità neocatecumenali
ricevono infatti la comunione «sotto le due specie», il pane ed il vino, come Gesù
ha stabilito nell’ultima Cena). Imprudente non rimandare l’incontro, ma dispiace
vedere persone appartenenti ad un percorso cattolico con proposte di vita
cristiana passare per untori e disobbedienti. C’è da dire, tuttavia, che in
quei giorni confusi avevamo ricevuto solo poche ordinanze e nessuna misura
restrittiva. Io, per esempio, pur mantenendo attivi tutti i servizi di carità,
ho subito sospeso oratori, catechismo, incontri per futuri sposi. Più per
scrupolo di coscienza che per prevenzione. Solo dopo ci siamo accorti di quanto
è aggressivo questo virus».
Purtroppo Vatican Insider
riporta che, nel caso di Atena Lucana, dopo circa una settimana di febbre è deceduto per insufficienza respiratoria acuta causata dal virus uno dei catechisti della comunità, 76 anni, figura molto amata nel suo paese, conosciuto come «padre e nonno amorevole». .
Preghiamo che il Signore ci renda fedeli e prudenti, che ci preservi dal coronavirus
e da altri virus molto contagiosi e pericolosi: le fake news, le diffusioni indiscriminate di testi presi da Internet, le spiritualità fai-da-te.
«Come
esiste un inquinamento atmosferico, che avvelena l’ambiente e gli esseri
viventi, così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica
ed avvelena l’esistenza spirituale». (Benedetto XVI per la Messa di Pentecoste
del 31 maggio 2009).
Ciao Serno.
RispondiEliminaSai che penso di tutta questa situazione del cornavirus.
Che è un oprera del diavolo e sta usando tutti i mezzi e sotterfugi per farsi spazio nell animo umano.
Lui con questa pandemia ci ha tolto il dono che Dio padre ci ha fatto dall inizio della creazione. LA LIBERTÀ. Ci ha tolto la libertà di uscire, abbracciare un figlio, un marito, un genitore anziano o chiunque tu ami addirittura il tuo nemico. In questo momento di riflessione anche chi vorrebbe riabbracciare una persona vin cui è in discordia non lo può fare.
Ha tolto la libertà di lavorare, fare una chiacchiera tra vicini,andare persino a fare la spesa o anche al cimitero a piangere i propri cari.Cose per alcune persone sono gesti indispensabili per andare avanti.
Ma il pericolo più grande è che ci tolga la misericordia gli uni per gli altri e prevalga in noi il giudizio, accusarci a vicenda .
Allora si che il diavolo avrà vinto la battaglia.
Ma noi invece in questo tempo di conversioni armiamoci con le armi della fede e andiamo avanti.
Certo se Dio ha permesso tutto questo ci sarà un motivo.
Un motivo per ognuno di noi.
Un abbraccio forte a tutti e pregate per noi operatori e soprattutto per gli ammalati che si sentono tanto soli in questo periodo