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domenica 17 dicembre 2017

RALLEGRARSI E SCOMPARIRE COME GIOVANNI BATTISTA / Domenica "Gaudete"

Giovanni Battista.
Oggi colore rosa per i paramenti liturgici: segno che la primavera è vicina! – Ma come? Se non abbiamo nemmeno passato ancora il solstizio d’inverno, la notte si deve ancora allungare un po’ e il giorno accorciarsi? – Sì, ma già il 25, il giorno, in modo impercettibile per noi, ricomincerà ad allungarsi, sorgerà, magari tra le nuvole, il “Sol Invictis”, il sole non vinto dalle tenebre e si comincerà, attraverso le piogge di febbraio e i raffreddori una marcia sicura verso la primavera!

È così che ragiona Dio affidando ai suoi profeti, secoli in anticipo sul calendario, annunci di speranza
che diventano subito cammino e realizzazione del Regno attraverso gli alti e bassi della Storia e l’adesione libera e non sempre perfetta del cuore degli uomini.
Con la fede la mia vita cambia veramente. Certo la mia fede si appoggia sui segni concreti che Dio ha realizzati nella Storia e nella mia propria storia, ma tutto il resto è cosa del mio cuore che si affida o meno. Quanta forza ha la fede! Quanto potere di cambiare la realtà fino ai miracoli! Così tanto che il Vangelo e san Paolo testimoniano che si può avere questa forza anche senza aver dentro di sé l’amore di Dio. Quanta più forte deve essere la nostra fede se Cristo è già risorto!

Cosa ci manca? Forse quello che la Chiesa ci ricorda attraverso san Paolo nella seconda lettura: “siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie (fate eucaristia): questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” Essere sempre lieti nella fede, ringraziare in ogni cosa nella fede. Provare per credere! Facciamolo questa settimana! in ogni cosa! Diventerà preghiera incessante, ci farà mettere ogni cosa nella prospettiva della fede! Vedremo che entrerà in noi un altro spirito. e che questo Spirito cambierà concretamente la nostra vita.

Un’altra cosa ci manca: scomparire come Giovanni Battista: “Egli deve crescere e io invece diminuire” (Giovanni 3,30). Il Vangelo di oggi mette in evidenza una cosa: quando gli inviati da Gerusalemme gli chiedono chi è, per tre volte Giovanni Battista dice “io non sono” … il Messia, Elia, il profeta. Quando deve definirsi, nel testo greco evita di dire “Io sono voce…”, ma solo “Io voce di uno che grida nel deserto”. Perché non è nulla. Eppure dopo le penitenze fatte e il successo avuto, umanamente avrebbe tanti motivi di vantarsi. Quante volta ci attribuiamo il merito delle grazie ricevute, delle opere fatte in virtù della chiamata del Signore! Quante volte questo nostro Ego ingombrante ci impedisce di essere gioiosi perché temiamo di non fare bella figura, perché non sopportiamo il confronto o la correzione, e così via …
Benediciamo in tutto il Signore che con noi è sempre buono.

Prima Lettura  Is 61, 1-2.10-11
Gioisco pienamente nel Signore..

Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.
    
Salmo Responsoriale  Lc 1, 46-54
La mia anima esulta nel mio Dio.
    
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.

Seconda Lettura   1 Ts 5, 16-24
Spirito, anima e corpo, si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.
 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.
Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
 
Canto al Vangelo   Is 61,1
Alleluia, alleluia.
Lo spirito del Signore è su di me,
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri.
Alleluia.

Vangelo  Gv 1, 6-8. 19-28
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
 
Dal vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.


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