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mercoledì 31 maggio 2017

VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA / 31 maggio

Visitazione - Pontormo, Olio su tavola, 1530 circa.
Il mese di maggio si conclude ogni anno con una festa affascinante, la Visitazione.

Il Signore prende l’iniziativa e Maria di Nazareth corrisponde al suo  “primerear” – un neologismo spagnolo al quale papa Francesco ci sta abituando – obbedendo senza indugio, camminando in fretta.

Notiamo che la fretta di Maria è accompagnata dalla GIOIA. Questa gioia raggiunge Elisabetta e perfino il bimbo che porta nel suo grembo. La fretta di Maria è diversa dai nostri atteggiamenti frettolosi che non sanno gustare i doni di Dio e degli altri. È diversa dalla fretta ansiosa di chi agisce senza riferirsi all’amore di Dio e senza gioia.

Infatti la ventata di prontezza giovanile di Maria, che ci fa bene perché ci sprona ad “alzarci dalla sedia” anche fisicamente, non esclude la profondità del discernimento quando è necessario, né esclude chi è impedito dalla debolezza della malattia ma continua a donare tutto se stesso a Dio.

La fretta di Maria è generosità e assenza totale di egoismo, di vanità nei confronti di sé e degli altri. Il camminare veloce di Maria, conseguenza delle sue energie giovanili, è, sul piano spirituale, disponibilità. Maria è DONATA.

Che bel viatico per il nostro cammino da domani in poi.


 Prima Lettura  Sof 3, 14-18
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te.

Dal libro del profeta Sofonìa
Rallégrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
   
Oppure
  Rm 12, 9-16
Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.

Salmo Responsoriale  
Ct 2,8.10-14
La tua visita, Signore, ci colma di gioia

Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene saltando per i monti,
balzando per le colline.

Ora parla il mio diletto e mi dice:
«Alzati, amica mia, mia tutta bella, e vieni!
Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata.

I fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.

O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirùpi,
mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro».

Canto al Vangelo  
 Cf Lc 1,39,44
Alleluia, alleluia.

Maria si mise in viaggio, sollecita, verso la montagna;
alla voce del suo saluto, Elisabetta trasalì di gioia.
Alleluia.  


Vangelo  Lc 1, 39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

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