Come la Pasqua ebraica cade al plenilunio di
primavera e la Pasqua cristiana la domenica successiva per rispettare il giorno della settimana in cui Cristo è risorto (“risorto il primo giorno della settimana”,
dicono i Vangeli), allo stesso modo la Pentecoste ebraica cade 50 giorni dopo la
Pasqua ebraica e la Pentecoste cristiana 50 giorni dopo la Pasqua cristiana.
Per questo motivo mentre noi cristiani ci prepariamo
a celebrare la Pentecoste domenica prossima, per gli ebrei questa festa cadrà già domani. Festeggiamo uniti di cuore a loro.
La Pentecoste ebraica si chiama Shavuot cioè “settimane”
perché cade al compimento di sette settimane dopo la Pasqua, mentre il
significato del termine Pentecoste è propriamente “50”. Vediamo che sono due modi di fare lo stesso calcolo di giorni: 7 settimane = 49 giorni +
1 (il giorno proprio della festa) = 50.
Ma quello che interessa davvero è che c'è la stessa continuità tra la Pentecoste ebraica e la Pentecoste cristiana che quella che esiste tra la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana: le feste cristiane portano a compimento le feste ebraiche.
La Pentecoste ebraica celebra il dono della legge sul monte Sinai (e il tempo delle primizie: il primo raccolto dell’orzo, cereale di montagna …).
La Legge data a Mosè sul monte Sinai, scritta su
tavole di pietra e fatta di precetti è in funzione di uno Spirito e di un
cammino. Ma l’uomo non è ancora in grado di interpretarla nel senso del dono
totale di sé che manifesterà Gesù sulla croce. L’uomo è come sotto un “pedagogo”
che gli indica i primi passi. Con la venuta di Gesù e il suo sacrificio sulla
croce potrà comprendere cosa significa realmente lo “Shemà Israel”: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è
uno solo. Tu
amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze (Deuteronomio 6,4-5) … e il prossimo tuo come te stesso”. Ma è solo con il dono dello Spirito che l’uomo potrà dire: “Gesù è il Signore !, Egli è la mia fiducia, seguendo la sua Via posso anch’io trionfare della morte che mi circonda e mi rende schiavo per la paura che mi incute così profondamente dentro.”
amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze (Deuteronomio 6,4-5) … e il prossimo tuo come te stesso”. Ma è solo con il dono dello Spirito che l’uomo potrà dire: “Gesù è il Signore !, Egli è la mia fiducia, seguendo la sua Via posso anch’io trionfare della morte che mi circonda e mi rende schiavo per la paura che mi incute così profondamente dentro.”
Il giorno di Pentecoste di 3000 anni fa, sul Sinai,
avvenne l’inizio di un viaggio fantastico, per un popolo che riceve una
sapienza finora sconosciuta. Il giorno di Pentecoste avviene questo dono dello Spirito
perché Gesù è morto e risorto. E comincia una nuova tappa del viaggio dell’Umanità
sotto la guida dello Spirito, verso la pienezza.
Non ci possiamo accontentare di una Chiesa che si siede, che fa qualche passo indietro ricadendo nell’Antico Testamento o nel paganesimo. Dice Gesù: Abbiate fiducia e coraggio. Io ho vinto il mondo e il suo principe è stato condannato!
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