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lunedì 1 luglio 2024

LA FEDE È INSIEME UMILE E RISCHIO AUDACE / XIII DOM T.O., B, 2024


Nella prima lettura viene affermato con forza il progetto di vita di Dio e accennato già il nesso tra vita spirituale e fisica. 
Lasciamo da parte il rapporto della morte e la sofferenza con il peccato originale. Ma la sola vita fisica, senza comunione con Dio non porta alla pienezza. Separando l’uomo da Dio il demonio fa entrare la morte.

Gesù è quindi il (messaggero di) Dio che ha potere su ogni morte. La morte fisica è solo un dormire dal quale può risvegliare. I cristiani hanno creato la parola “cimitero” - luogo di dormizione in attesa della risurrezione - dal greco koimao, giacere, dormire. Questa è la prima verità che dobbiamo portare con noi da questa domenica.

Nel brano di oggi i vari attori ci aiutano a confrontare la nostra fede: 

Giaìro: capo sinagoga, occupa una posizione di responsabilità. Dichiararsi per Gesù è forse un po' complicato per lui. Da Gerusalemme o dal suo villaggio potrebbero rimproverargli di aver fatto ricorso a quel Maestro galileo che non crea unanimità. Ma per sua figlia vuole rischiare. Crede che Gesù può far risorgere dalla morte? Sembra di no. Gesù lo sostiene quando gli annunciano che la bambina è già morta. Perché vuole la sua fede? È un sostegno forte a un uomo infranto; è anche la condizione perché ciò che Gesù sta per fare sia un SEGNO per lui e non solo un prodigio; Gesù ha bisogno DELLA FEDE DEL SUO PADRE per far risorgere la bambina!? Una cosa è certa: i figli hanno un estremo bisogno della fede dei loro genitori, della loro testimonianza radicale, continua.

La gente presente deride Gesù che afferma che la bambina non è morta ma dorme: l’hanno vista spirare, sanno quello che dicono. Non si aprono però al dubbio anche se Gesù ha dimostrato di avere sapienza e poteri superiori. Quanti tra noi, frequentatori di chiese, testimoni di Cristo, fosse solo perché la gente ci conosce come “quelli che vanno in chiesa”, “i cristiani”, ragioniamo purtroppo allo stesso modo: Ciò che capisco va bene, ciò che non capisco non è vero, non è possibile…. Si fa così un danno immenso all’evangelizzazione!

La donna con perdite di sangue. Ha esaurito ogni possibilità umana. Molto più di Giaìro, lei va oltre il conveniente. Le hanno detto come Gesù si lascia avvicinare dai lebbrosi, dalle peccatrici e riprende speranza. Nella sua umiltà avvilita dalla sua impurità che ne fa una emarginata, una morta civile, lei OSA. Quanto è importante che si parli BENE di Gesù! Questo può salvare tante vite. E quanto è importante pregare gli uni per gli altri, un po' di più per i presbiteri, per i catechisti, perché dal loro comportamento, si diffonda la fama che chiunque si rivolge alla Chiesa troverà accoglienza, aiuto nella verità. L’umiltà di questa donna si nota dal suo tremare, chiedere perdono e pietà per il suo gesto. Se Gesù non l’avesse cercata, sarebbe rimasta col dubbio di aver rubato illecitamente la sua guarigione. Invece Gesù le annuncia la salvezza: Dio ti ama, è tuo Padre, puoi sempre ricorrere a lui, fargli fiducia oltre ogni speranza.  

Com'è la tua fede: umile e audace nell'azione? Che esperienza di Dio hai fatto?


Prima Lettura Sap 1,13-15; 2,23-24

Dal libro della Sapienza.

Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c'è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.


Salmo Responsoriale Sal.29  Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.


Seconda Lettura  2 Cor 8,7.9.13-15

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest'opera generosa.

Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: "Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno".


Canto al Vangelo Alleluia, Alleluia. Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. Alleluia.

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: "La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva". Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata". E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi ha toccato le mie vesti?". I suoi discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"". Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, soltanto abbi fede!". E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: "Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico: àlzati!". E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

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