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domenica 21 luglio 2024

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO / 01 (post del 21-07-2024)


La Celebrazione della Parola, anche la Liturgia della Parola inserita nella Celebrazione Eucaristica, ha un modello insuperabile e meraviglioso: l’Annunciazione dell’Angelo alla Vergine Maria, nostra Madre e Maestra.

Leggiamo insieme il testo:

“26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo.” (Luca 1,26-41)


Cerchiamo di trarre da questo testo le sue ricchezze: 

1: MONIZIONE - AMBIENTALE. nei versetti 26-27 san Luca situa la scena, fa una sorta di monizione. Se avesse dovuto esprimerla come una monizione ambientale forse avrebbe detto: “Stiamo per assistere ad un incontro straordinario in un umile villaggio di Galilea. Ci sarà un dialogo tra due persone eccezionali. La prima è un arcangelo mandato da Dio, l’altra è una ragazza ancora vergine. È legata con vincolo di matrimonio a un uomo anche se non sono andati a vivere insieme. Questo dialogo ha sconvolto la vita di questa coppia. Ha cambiato la Storia dell’Umanità e la tua che sei battezzato. Il Signore vuole rinnovare questa grazia oggi per te, farti entrare più profondamente in questo mistero. Vivi questo incontro di grazia con tutto il tuo cuore tutta la tua mente, tutta la tua attenzione”. 

L’ambientale non è fare un riassunto della Parola che sarà proclamata ma ambientare la celebrazione, la situazione, le persone presenti, le loro condizioni e ciò che il Signore ci invita a vivere. Guardiamo le presentazioni di spettacoli in tv. Non sono il riassunto degli interventi ma un creare un’atmosfera, creare nel pubblico il desiderio di scoprire che sono persone privilegiate perché presenti ad un evento meraviglioso che li renderà felici. L’Annuncio cristiano e la gioia cristiana hanno caratteristiche diverse dalla distrazione televisiva, si rivolgono allo spirito dell’uomo e non solo alle sue pulsioni banali. Ma se invece di andare allo stadio o alla pizzeria scelgo di andare in comunità è perché cerco in modo più profondo la stessa cosa: essere felice. Ma voglio essere felice di una felicità che mi dia pace duratura, saggezza e consolazione che vada oltre il momento.  

2: DISPOSIZIONE DEL CUORE. le immagini che ritraggono l’Annunciazione mostrano sempre la Vergine Maria in preghiera, spesso in atto di leggere la Bibbia. Il Vangelo di Luca non lo dice. Ma questa aggiunta della Tradizione al testo del Vangelo corrisponde ad una realtà: la disponibilità a Dio, l’apertura a lui che esprimiamo con i riti iniziali: Segno di Croce, preghiera del Presidente e Invocazione dello Spirito Santo.

3: PROCLAMAZIONE.  nel versetto 28 l’Angelo annuncia (proclamazione) a Maria la Parola che a Lei è mandata.

4: RISONANZA.  v. 29: “A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”. Questa è la risonanza di Maria! Se avesse dovuto esprimerla a voce probabilmente avrebbe detto: “mi sento turbata da questo saluto e mi chiedo che senso ha” e avrebbe aspettato l’omelia per comprendere. Questo ci fa vedere come la risonanza è ciò che provoca il tocco della Parola sul cuore di chi ascolta. Come dice Kiko, la risonanza è come il suono emesso dalla corda della chitarra che è stata pizzicata. La Parola tocca il tuo cuore. La risonanza è nel cuore. Il tuo cuore risuona, non fa ragionamenti. È il tuo cervello che fa ragionamenti. La risonanza non nasce dalla domanda: cosa ho capito di questa parola? ma dalla domanda: Signore cosa mi hai detto? Non c'è sempre bisogno di aspettare l’omelia per comprendere, il Signore spesso illumina direttamente! Ma se so che il Signore mi ha parlato non ho bisogno di affrettarmi a comprendere tutto subito. La risonanza la posso fare anche alla prossima celebrazione. Notiamo che Maria, malgrado il suo turbamento, non si chiude, accoglie questo annuncio che non comprende ancora. 

5: OMELIA : vv. 30-37. Ecco allora l’omelia che cala la Parola proclamata nella situazione esistenziale della Vergine. Notiamo con sorpresa che Maria interviene con una domanda durante questa omelia. È ciò che facciamo a volte anche noi spontaneamente nelle nostre celebrazioni, che facevano i miei internati all’O. P. G. L’Omelia è in sé stessa dialogo. Ma tutto si deve fare con ordine e misura. Proprio perché le assemblee mancavano di misura e si sfociava talvolta in interventi disordinati e persino in contestazioni violente del Presidente, si è tolta questa possibilità nelle omelie all’epoca di sant’Agostino. Ma il fatto di poter fare le risonanze prima è un ricuperare questo dialogo nella celebrazione. 

6: PREGHIERA DEI FEDELI. Nelle preghiere dei fedeli durante l'Eucaristia ci sono preghiere ufficiali, che vanno al di là di me stesso (Chiesa, Popoli, Poveri- Sofferenti, Comunità). Ma c'è anche la possibilità della preghiera personale. Anche in questo caso la mia preghiera si deve rispecchiare innanzitutto nella Vergine: v. 38: “Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».” Ecco, come conseguenza logica dell’ascolto, la preghiera spontanea! La risposta della Vergine rimarrà sempre il nostro modello di preghiera spontanea, ciò a cui vogliamo tendere, anche se altre forme di preghiera non sono vietate: “che la Parola che mi è stata annunciata personalmente prenda carne in me, diventi la mia vita. Voglio obbedire a questa Parola”. Allora la mia preghiera credente esprime la risonanza che ha prodotto in me la Parola. Se cerco prima il Regno di Dio e la sua volontà ogni cosa sarà data in sovrappiù, chiederò quindi a Dio solo la conversione, cioè prego affinché Cristo s’incarni in me, che io sia “gravido/a” della Parola di Dio. 

Se non si tende a questo a che serve la Celebrazione della Parola? che tu faccia il talk show palesando agli altri i tuoi umori, i tuoi sentimenti, spesso le tue lamentele, i tuoi sfoghi, i tuoi giudizi? La comunità radunata alla presenza del Signore non è un talk show, non è un raduno di maestri che si danno buoni consigli a vicenda, non è il lettino dello psicanalista. È una Nuova Creazione dove crescono i Figli di Dio, uomini celesti portatori della speranza al mondo, l’unica che vince le tenebre. 

7: EVANGELIZZAZIONE. I versetti successivi (che andrebbero commentati con cura) ci fanno vedere quali devono essere le conseguenze delle nostre celebrazioni: portare la Parola di Dio “in grembo” come Maria, essere tutt’uno con la Parola di Dio ricevuta dal Padre, fa della tua parola, anche la più semplice, un annuncio, un avvenimento. Per questo il Padre ha affidato a Maria la sua Parola, e oggi a te: per salvarti (anche Maria è stata salvata come noi) e perché tu porti la salvezza agli altri con la fretta di chi ha un lieto annuncio da portare. 

8: MEDITAZIONE. Maria così breve nella sua risonanza, dove non ha aggiunto nulla di suo, ha solo aderito alla Parola ricevuta, sviluppa in un canto meraviglioso la sua meditazione sugli avvenimenti che ha vissuto. È il “Magnificat” che la Chiesa canta ogni sera come ritorno-meditazione sulla giornata vissuta. (Luca 1,46-55).

N.B.: Mi devo sentire in colpa perché sono più lungo nell’esprimermi di quanto leggo nel Vangelo dell’Annunciazione? Il Vangelo è un racconto essenziale dei gesti e delle parole del Signore. Sicuramente nella realtà si svolge spesso un po’ diversamente ma la sobrietà, come adesione pura e semplice a ciò che dice e fa il Signore è purificazione del mio ego che vuole sempre apparire, è una condizione per un cammino spirituale proficuo. 

“E l'angelo partì da lei”.


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