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domenica 14 aprile 2024

D.I. 04 INTRODUZIONE; UN CHIARIMENTO FONDAMENTALE / nn. 5-7


5. Nel 2010, davanti alla Pontificia Accademia della Vita, Benedetto XVI ha affermato che la dignità della persona è «un principio fondamentale che la fede in Gesù Cristo Risorto ha da sempre difeso, soprattutto quando viene disatteso nei confronti dei soggetti più semplici e indifesi».[7] In altra occasione, parlando a degli economisti, ha detto che «l’economia e la finanza non esistono per se stesse, esse non sono altro che uno strumento, un mezzo. Il loro fine è unicamente la persona umana e la sua piena realizzazione nella dignità. È questo l’unico capitale che è opportuno salvare».[8]

6. Fin dagli inizi del suo pontificato, Papa Francesco ha invitato la Chiesa a «confessare un Padre che ama infinitamente ciascun essere umano» ed a «scoprire che “con ciò stesso gli conferisce una dignità infinita”»,[9] sottolineando con forza che tale immensa dignità rappresenta un dato originario da riconoscere con lealtà e da accogliere con gratitudine. Proprio su tale riconoscimento ed accoglienza è possibile fondare una nuova coesistenza fra gli esseri umani, che declini la socialità in un orizzonte di autentica fraternità: unicamente «riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere fra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità».[10] Secondo Papa Francesco «questa sorgente di dignità umana e di fraternità sta nel Vangelo di Gesù Cristo»,[11] ma è pure una convinzione alla quale la ragione umana può arrivare attraverso la riflessione e il dialogo, dato che «se bisogna rispettare in ogni situazione la dignità degli altri, è perché noi non inventiamo o supponiamo tale dignità, ma perché c’è effettivamente in essi un valore superiore rispetto alle cose materiali e alle circostanze, che esige siano trattati in un altro modo. Che ogni essere umano possiede una dignità inalienabile è una verità corrispondente alla natura umana al di là di qualsiasi cambiamento culturale».[12] In verità, conclude Papa Francesco, «l’essere umano possiede la medesima dignità inviolabile in qualunque epoca storica e nessuno può sentirsi autorizzato dalle circostanze a negare questa convinzione o a non agire di conseguenza».[13] In tal orizzonte, la sua enciclica Fratelli tutti costituisce già una sorta di Magna Charta dei compiti odierni volti a salvaguardare e promuovere la dignità umana.


Un chiarimento fondamentale

7. Sebbene ora esista un consenso piuttosto generale sull’importanza ed anche sulla portata normativa della dignità e del valore unico e trascendente di ogni essere umano,[14] l’espressione “dignità della persona umana” rischia sovente di prestarsi a molti significati e dunque a possibili equivoci[15] e «contraddizioni che inducono a chiederci se davvero l’eguale dignità di tutti gli esseri umani […] sia riconosciuta, rispettata, protetta e promossa in ogni circostanza».[16] Tutto questo ci porta a riconoscere la possibilità di una quadruplice distinzione del concetto di dignità: dignità ontologica, dignità morale, dignità sociale ed infine dignità esistenziale. Il senso più importante è quello legato alla dignità ontologica che compete alla persona in quanto tale per il solo fatto di esistere e di essere voluta, creata e amata da Dio. Questa dignità non può mai essere cancellata e resta valida al di là di ogni circostanza in cui i singoli possano venirsi a trovare. Quando si parla di dignità morale ci si riferisce, invece, all’esercizio della libertà da parte della creatura umana. Quest’ultima, pur dotata di coscienza, resta sempre aperta alla possibilità di agire contro di essa. Facendo così, l’essere umano si comporta in un modo che “non è degno” della sua natura di creatura amata da Dio e chiamata all’amore degli altri. Ma questa possibilità esiste. Non solo. La storia ci attesta che l’esercizio della libertà contro la legge dell’amore rivelata dal Vangelo può raggiungere vette incalcolabili di male inferto agli altri. Quando questo accade, ci si trova davanti a persone che sembrano aver perduto ogni traccia di umanità, ogni traccia di dignità. Al riguardo, la distinzione qui introdotta ci aiuta a discernere proprio tra l’aspetto della dignità morale che può essere di fatto “perduta” e l’aspetto della dignità ontologica che non può mai essere annullata. Ed è proprio in ragione di quest’ultima che si dovrà con tutte le forze lavorare perché tutti coloro che hanno compiuto il male possano ravvedersi e convertirsi.



[7] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita (13 febbraio 2010): Insegnamenti VI/1 (2011), 218. [8] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti alla riunione della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (12 giugno 2010): Insegnamenti VI/1 (2011), 912-913. [9] Francesco, Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 178: AAS 105 (2013), 1094, che cita S. Giovanni Paolo II, Angelus con i disabili nella Chiesa Cattedrale di Osnabrück (16 novembre 1980): Insegnamenti III/2 (1980), 1232. [10] Francesco, Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), n. 8: AAS 112 (2020), 971. [11] Ibidem, n. 277: AAS 112 (2020), 1069. [12] Ibidem, n. 213: AAS 112 (2020), 1045. [13] Ibidem, n. 213: AAS 112 (2020), 1045, che cita Francesco, Messaggio ai partecipanti alla Conferenza internazionale “I diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni” (10 dicembre 2018): L’Osservatore Romano (10-11 dicembre 2018), 8. [14] La Dichiarazione del 1948 delle Nazioni Unite è stata seguita e ulteriormente elaborata dal Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici del 1966 e dall’Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa del 1975. [15] Cf. Commissione Teologica Internazionale, Dignità e diritti della persona umana (1983), Introduzione, 3. Un compendio dell’insegnamento cattolico sulla dignità umana si trova nel Catechismo della Chiesa Cattolica, nel capitolo intitolato “La dignità della persona umana”, nn. 1700-1876. [16] Francesco, Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), n. 22: AAS 112 (2020), 976.


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