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lunedì 8 aprile 2024

A QUESTE PAROLE ELLA FU MOLTO TURBATA / Annunciazione del Signore, 8 aprile 2024.


«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata.

La parrocchia tutta celebra in questi giorni il ventennale della fondazione della Casa della Gioia, divenuta una realtà molto preziosa, non solo giovanile. Il nome “Casa della Gioia” è stato scelto dopo consultazione della comunità e quindi si cerca oggi di rivisitare e approfondire il concetto di gioia cristiana e le sue radici. 

Scopriamo nel Vangelo di oggi che proporre la gioia da parte di Dio può turbare molto. Infatti Dio ci porta sempre in una dimensione troppo grande per noi, sconosciuta che si esplora solo attraverso la fede, l‘abbandono a Lui, l’uscire da sé stessi per fare la volontà di Dio. L’impegno umano esiste ma la sorgente è sempre Dio. L’impegno umano da solo, anche religioso, può procurare piacere, soddisfazione, e anche orgoglio, non gioia nel senso cristiano. Molto spesso, non raggiungendo le mete desiderate, l’impegno umano da solo genera amarezza e rancore contro gli ostacoli che si sono presentati, soprattutto se siamo stati ostacolati da persone. 

Maria di Nazareth si abbandona e il frutto sarà quella gioia, a quel punto piena, che, nella Visitazione, si irradia fino al bambino che la cugina Elisabetta porta in grembo.

Ma è possibile rifiutare la gioia, e spesso lo facciamo, molti lo fanno, preferendo rimanere nella terra conosciuta della lamentela, del rigettare la colpa su cause esterne a noi. Il re Acaz rifiuta la gioia promessa da Dio, non vuole entrare nel riposo di Dio che si riceve attraverso la fede.

È drammatico quando diciamo a parole che Gesù è il nostro Salvatore e preferiamo non approfondirne la conoscenza e l’amicizia, magari scegliendo di impegnarci molto, ma non risalendo alla sorgente della Gioia. "La Gioia nasce dall'incontro di due Follie d'Amore, l'Amore di Dio fino alla croce, l'Amore dell'uomo fino all'abbandono totale" (P. Terziglio Schintu).


Prima Lettura  Is 7,10-14  Ecco la vergine concepirà.

Dal libro del profeta Isaìa  

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».

Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».

Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi». 

   

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 39  Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né  sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato.

  

Seconda Lettura  Eb 10,4-10  Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

Dalla lettera agli Ebrei  

Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”».

Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. 

 

Canto al Vangelo  Lc 1,28.38  Alleluia, alleluia. Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Eccomi, sono la serva del Signore. Alleluia, alleluia.

Vangelo Lc 1,26-38  Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

Dal vangelo secondo Luca  

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.  


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