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domenica 14 aprile 2024

D.I. 03 INTRODUZIONE / Dignitas infinita.


Introduzione

1. (Dignitas infinita) Una dignità infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere, spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi. Questo principio, che è pienamente riconoscibile anche dalla sola ragione, si pone a fondamento del primato della persona umana e della tutela dei suoi diritti. La Chiesa, alla luce della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo impegno a favore di coloro che sono più deboli e meno dotati di potere, insistendo sempre «sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza».[2]

2. Di tale dignità ontologica e del valore unico ed eminente di ogni donna e di ogni uomo che esistono in questo mondo si è resa autorevole eco la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948) da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.[3] Nel fare memoria del 75° anniversario di questo Documento, la Chiesa vede l’occasione per proclamare nuovamente la propria convinzione che, creato da Dio e redento da Cristo, ogni essere umano deve essere riconosciuto e trattato con rispetto e con amore, proprio in ragione della sua inalienabile dignità. Il summenzionato anniversario offre alla Chiesa anche l’opportunità per chiarire alcuni equivoci che sorgono spesso a riguardo della dignità umana e per affrontare alcune gravi e urgenti questioni concrete ad essa collegate.

3. Fin dall’inizio della sua missione, sulla spinta del Vangelo, la Chiesa si è sforzata di affermare la libertà e di promuovere i diritti di tutti gli esseri umani.[4] Negli ultimi tempi, grazie alla voce dei Pontefici, ha inteso formulare più esplicitamente tale impegno attraverso il rinnovato appello per il riconoscimento della dignità fondamentale che spetta alla persona umana. San Paolo VI ebbe a dire che «nessuna antropologia eguaglia quella della Chiesa sulla persona umana, anche singolarmente considerata, circa la sua originalità, la sua dignità, la intangibilità e la ricchezza dei suoi diritti fondamentali, la sua sacralità, la sua educabilità, la sua aspirazione ad uno sviluppo completo, la sua immortalità».[5]

4. San Giovanni Paolo II, nel 1979, durante la Terza Conferenza Episcopale Latinoamericana a Puebla, affermò: «la dignità umana rappresenta un valore evangelico, che non può essere disprezzato senza grave offesa del Creatore. Questa dignità viene conculcata, a livello individuale, quando non sono tenuti nel dovuto conto valori come la libertà, il diritto di professare la religione, l’integrità fisica e psichica, il diritto ai beni essenziali, alla vita. È calpestata, a livello sociale e politico, quando l’uomo non può esercitare il suo diritto di partecipazione, o viene sottoposta ad ingiuste e illegittime coercizioni o a torture fisiche o psichiche, ecc. […] Se la Chiesa si rende presente nella difesa o nella promozione della dignità dell’uomo, lo fa in conformità con la sua missione, che, pur essendo di carattere religioso e non sociale o politico, non può fare a meno di considerare l’uomo nel suo essere integrale».[6]


[2] Francesco, Esort. ap. Laudate Deum (4 ottobre 2023), n. 39: L’Osservatore Romano (4 ottobre 2023), III.

[3] Nel 1948, le Nazioni Unite hanno adottato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che si compone di trenta articoli. La parola “dignità” vi appare cinque volte, in punti strategici: nelle prime parole del Preambolo e nella prima frase dell’Articolo Primo. Questa dignità è dichiarata «inerente a tutti i membri della famiglia umana» (Preambolo) e «tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti» (Articolo 1).

[4] Ponendo attenzione solo all’epoca moderna, si vede come la Chiesa ha progressivamente accentuato l’importanza della dignità umana. Il tema è stato sviluppato in particolare nell’Enciclica Rerum novarum (1891) di Papa Leone XIII, nell’Enciclica Quadragesimo anno (1931) di Papa Pio XI e nel Discorso al Congresso della Unione Cattolica Italiana Ostetriche (1951) di Papa Pio XII. Il Concilio Vaticano II ha, poi, particolarmente approfondito questa tematica, dedicando un intero documento al tema con la Dichiarazione Dignitatis humanae (1965) e discutendo altresì la libertà umana nella Costituzione pastorale Gaudium et spes (1965).

[5] S. Paolo VI, Udienza generale (4 settembre 1968): Insegnamenti VI (1968), 886.

[6] S. Giovanni Paolo II, Discorso alla IIIª Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano (28 gennaio 1979), III.1-2: Insegnamenti II/1 (1979), 202-203.


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