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giovedì 18 aprile 2024

CRISTO NON MI HA MANDATO A BATTEZZARE MA AD ANNUNCIARE IL VANGELO / Giovedì III sett. di Pasqua.



La lettura presenta il Battesimo dell’eunuco etiope, spesso usato per giustificare il dare i sacramenti senza (sufficiente) preparazione. È veramente così? 
Il Vangelo parla dell’Eucaristia. Ma in che modo? Abbiamo molto da imparare da queste due letture.

In quanto a preparazione, l’eunuco è ebreo di nascita, è andato pellegrino a Gerusalemme, legge Isaia nel viaggio di ritorno. Era quindi pronto. A quel punto l’annuncio di Filippo “aprì … la (sua) mente per comprendere le Scritture” (Luca 24, 45), e l’eunuco chiede di rinascere in questa Parola, in questo annuncio, cioè in Gesù. 

E comprendiamo che il Cristianesimo non è essere battezzato e fare tante comunioni o preghiere, ma conoscere il progetto di Dio, comprendere le Scritture, seguire Gesù. Il Battesimo e l’Eucaristia sono necessari per chi può riceverli ma relativi al Kerigma. “Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo”. (1 Corinzi 1, 17). Noi invece continuiamo a battezzare senza annunciare il Kerigma, senza assicurarci che chi riceve il battesimo o la sua famiglia sia credente, sia capace e abbia la volontà di educare nella fede ! Continuiamo ad avere gruppi parrocchiali, di preghiera, di canto, di volontariato, senza verificare prima che i membri siano cristiani, né che il loro impegno li porti a diventarlo.

Quando il prof. J. Ratzinger accolse gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale in Germania, chiese quale era stata la loro esperienza di Cristo. Da questo decise di presentarli al vescovo, il quale nominò una Commissione per avere delucidazioni sul catecumenato che portavano avanti, e in particolare le sue finalità. 

In poche parole l’episodio dell’eunuco e di Filippo ci mostra la centralità del kerigma, cioè dell’evento Gesù, del suo mistero pasquale, e della conversione personale ad esso (o della garanzia che il bambino sarà educato nella fede). 

Filippo non trattiene l’eunuco pur sapendo che non troverà l’Eucaristia, perché non è padrone della sua vita ma solo strumento di Dio. Sarà poi Dio a provvedere, ad aggiungere grazia su grazia. Nel 1784 dei letterati coreani che avevano scoperto Gesù mandarono uno di loro per essere battezzato a Pechino. Formato meglio nella conoscenza del Vangelo, ritornò per battezzare i suoi compagni. Quasi senza il ministero sacerdotale per oltre un secolo, la neonata Chiesa coreana fu fervorosa ed ebbe molti martiri. Quei cristiani privati della celebrazione eucaristica si sono senz’altro cibati del “pane vivo, disceso dal cielo”, cioè “la mia carne (donata) per la vita del mondo”.


Prima Lettura    At 8, 26-40  Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa.

Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.

Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.

Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.

Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò.

Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa. 


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 65  Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Popoli, benedite il nostro Dio, fate risuonare la voce della sua lode; è lui che ci mantiene fra i viventi e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. A lui gridai con la mia bocca, lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia.


Canto al Vangelo   Gv 6,51 Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

Vangelo   Gv 6, 44-51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:

«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


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