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lunedì 1 maggio 2023

1° MAGGIO, COSA INTENDE LA CHIESA PER "MISTERO DI MARIA"? / Qualche appunto dalla "Redemptoris Mater" di Giovanni Paolo II.


Il 25 marzo del 1987, Giovanni Paolo II pubblicò l'Enciclica "Redemptoris Mater", il principale tra i suoi scritti mariani. Ricordiamo anche il suo debito verso il "Trattato della Vera Devozione a Maria di san Luigi Maria di Montfort" e l'impulso che ha dato a tutta la sua vita. Un libro che tutti dovrebbero poter leggere e meditare almeno una volta nella propria esistenza. 

La Chiesa afferma con fiducia il grande mistero di Maria Theotokos, Madre di Dio, ma mette in guardia contro le contraffazioni mariane. Venerare un'immagine della Madonna o dire il rosario (oppure l'Akathistos in oriente)  - come fa la Chiesa con tutti i suoi figli - non assicura automaticamente di essere nel vero. Anche apparizioni false e  truffatori, come nel caso di Trevignano, usano immagini della Vergine Maria. 

Iniziamo il mese di Maggio con alcuni estratti di "Redemptoris Mater", per indirizzare bene la nostra devozione e anche difenderci dagli attacchi di coloro che, Bibbia in mano, accusano di idolatria i cattolici che venerano la Madre di Cristo.



"Se infatti è vero che «solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo» - come proclama lo stesso Concilio 8 -, bisogna applicare tale principio in modo particolarissimo a quella eccezionale «figlia della stirpe umana», a quella «donna» straordinaria che divenne Madre di Cristo. Solo nel mistero di Cristo si chiarisce pienamente il suo mistero.

La sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa, per i singoli e le comunità, per i popoli e le nazioni, in un certo senso per l'umanità intera. È davvero difficile abbracciare e misurare il suo raggio. Il Concilio sottolinea che la Madre di Dio è ormai il compimento escatologico della Chiesa: «La Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione, con la quale è senza macchia e senza ruga (Ef 5,27)» -

III – Mediazione materna

1. Maria, Serva del Signore

38. La Chiesa sa e insegna con san Paolo che uno solo è il nostro mediatore: «Non c'è che un solo Dio, uno solo anche è il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù Cristo, che per tutti ha dato se stesso quale riscatto» (1Tm 2,5). «La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia»:94 è mediazione in Cristo.

La Chiesa sa e insegna che «ogni salutare influsso della Beata Vergine verso gli uomini... nasce dal beneplacito di Dio e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l'immediato contatto dei credenti con Cristo, anzi lo facilita».95 Questo salutare influsso è sostenuto dallo Spirito Santo, che, come adombrò la Vergine Maria dando in lei inizio alla maternità divina, così ne sostiene di continuo la sollecitudine verso i fratelli del suo Figlio. Effettivamente, la mediazione di Maria è strettamente legata alla sua maternità, possiede un carattere specificamente materno, che la distingue da quello delle altre creature che, in vario modo sempre subordinato, partecipano all'unica mediazione di Cristo, rimanendo anche la sua una mediazione partecipata.96 Infatti, se «nessuna creatura può mai esser messa alla pari col Verbo incarnato e redentore», al tempo stesso «l'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione, partecipata da un'unica fonte»; e così «l'unica bontà di Dio si diffonde realmente in vari modi nelle creature».97 L'insegnamento del Concilio Vaticano II presenta la verità sulla mediazione di Maria come partecipazione a questa unica fonte che è la mediazione di Cristo stesso. Leggiamo infatti: «Questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e raccomanda all'amore dei fedeli, perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore».98 Tale funzione è, al tempo stesso, speciale e straordinaria. Essa scaturisce dalla sua maternità divina e può esser compresa e vissuta nella fede solo sulla base della piena verità di questa maternità. Essendo Maria, in virtù dell'elezione divina, la Madre del Figlio consostanziale al Padre e «generosa compagna» nell'opera della redenzione, «fu per noi madre nell'ordine della grazia».99 Questa funzione costituisce una dimensione reale della sua presenza nel mistero salvifico di Cristo e della Chiesa".


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