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martedì 9 maggio 2023

DOBBIAMO ENTRARE NEL REGNO DI DIO ATTRAVERSO MOLTE TRIBOLAZIONI! SEI PRONTO? / Martedì V sett. di Pasqua.

Genocidio in Ruanda. Sopravvissuto ai colpi di machete.

Paolo appena lapidato, considerato ormai cadavere, rinviene. È stato preservato miracolosamente: l'indomani stesso può camminare fino ad un'altra città! dove evangelizza per un certo tempo con grande frutto. Poi … ritorna dove è stato lapidato (Listra) e dove abitano coloro che hanno cercato di ucciderlo (Iconio e Antiochia).... 

Qual è la conclusione di tutto questo? Paolo e Barnaba parlano alle comunità di quelle città, “confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».

La domanda che viene fuori è: perché ci sono così tanti cristiani se bisogna attraversare molte tribolazioni simili a quelle di Paolo per poter entrare nel Regno di Dio? Tutti disposti a lasciarsi lapidare? È ovvio che non è così. È necessario subire tanto per essere cristiano? Cerchiamo qualche risposta.

Certamente nella maggioranza dei casi non si dice ai battezzandi o alle loro famiglie tutta la verità sul Vangelo. Nei paesi di antica cristianità la Chiesa non si dona i mezzi per formare i cristiani, nemmeno gli adulti che chiedono il battesimo. Nel caso del battesimo dei bambini questo è sotto gli occhi di tutti. Ma anche nel battesimo degli adulti posso certificare che è così. Il risultato è che molto spesso questi cristiani sono senza radici forti, incapaci di resistere allo spirito del mondo. 

L’esempio più mostruoso è stato certamente quello del Ruanda, in Africa, nel 1994. Nel giro di due mesi e mezzo l'odio interetnico tra le due tribù principali, Hutu e Tutsi, molto diffuso nonostante la comune fede cristiana, costituì la radice scatenante di un genocidio reciproco, uno dei più sanguinosi episodi della storia dell'umanità del XX secolo. Si calcola che, in un paese di poco più di 10 milioni di abitanti furono uccise, per lo più a colpi di machete, più di un milione di persone in soli cento giorni! tra cui 4 vescovi, 123 sacerdoti e più di 300 suore. Purtroppo anche alcuni sacerdoti hanno partecipato attivamente ai massacri. L’odio interetnico aveva radici profonde nel passato ed è stato in qualche modo appoggiato dal potere coloniale belga. 

Ma come fu possibile tutto questo se avevano la comune fede cristiana, si riconoscevano fratelli in Cristo!? Ecco il punto centrale della nostra riflessione. L’evangelizzazione del Ruanda iniziò nell'anno 1900 ad opera dei Padri Bianchi, ed ebbe uno straordinario successo. Scrisse negli anni ‘30 un padre bianco entusiasta di fronte al numero di quanti desideravano ricevere il battesimo: “le reti si rompono”. C'era, sì, il catecumenato per gli adulti prima del battesimo, ma non era sufficiente per arrivare alla radice dell’umanità vecchia, degli atavismi. La rinascita in Cristo non era più forte dell'appartenenza al clan, alla tribù, alle tradizioni popolari pagane. 

Ma non è forse quello che succede anche da noi? La formazione cristiana data per i sacramenti è sufficiente? Fa rinascere veramente le persone in Cristo, sradica l’appartenenza al clan, alle tradizioni popolari pagane, alla mentalità del mondo, in particolare oggi ai “valori” diffusi dai Media che dimostrano un’efficacia molto persuasiva sulla mentalità dei singoli e delle famiglie?

È ovvio che se cristiani sono solo quelli che sono assidui “nell’insegnamento degli Apostoli, nella Comunione fraterna e nella Frazione del Pane e nelle preghiere” come afferma la Scrittura (Atti 2,42), sappiamo che i cristiani nella nostra città sono già un’esigua minoranza. Ma l’evangelizzazione comporta soprattutto il cambiamento di mentalità profondo! 

In verità, il grande numero di “cristiani” non è dovuto solo al falso Cristianesimo diffuso tra noi. Vediamo come Paolo dopo aver ricevuto tante pietre si rialza come se nulla fosse. Ogni cristiano sperimenta la protezione di Dio, gusta in qualche misura quello che Gesù ci dice oggi: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi». 

Dobbiamo approfondire questo argomento che è di vitale importanza per la Chiesa e il servizio che è chiamata a offrire al mondo.


Prima Lettura   At 14, 19-28  Riferirono alla Chiesa quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.

Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.

Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.

Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 144  I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.


Canto al Vangelo   Lc 24,46.26  Alleluia, alleluia. Il Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria. Alleluia.


Vangelo   Gv 14,27-31 Vi do la mia pace.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.

Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».


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