Si è alzato un polverone attorno a un episodio minore accaduto durante gli Stati Generali della Natalità ai quali ha partecipato il Papa. Una donna gli avrebbe chiesto di “benedire suo figlio “ presentandogli il cagnolino che portava in borsa. Cosa è accaduto realmente? Le versioni sono diverse e anche la donna al centro del fatto ne ha dato ultimamente una sua, tanto che non capisco bene cosa è successo davvero.
Quello che è sicuro è che Papa Francesco (la Chiesa) non rifiuta di benedire gli animali, in quanto animali.
Ma mi è stato chiesto di dire qualcosa anche in base alle molte reazioni sul web. Compresa la lettera di un veterinario abbastanza articolata e con alcune riflessioni interessanti sull’importanza degli animali di compagnia nella vita quotidiana sia di una famiglia con figli che quella di persone sole e anziane. Ha il difetto maggiore di consigliare al Papa di fare quello che già fa sempre, e anche in questi Stati generali della Natalità: chiedere condizioni di vita e di stipendio che permettano ai giovani di mettere su famiglia e di avere figli. Ripete i soliti argomenti contro l’8 x mille, ecc. Soprattutto, accusa il Papa di non sapere amare, di stare sul suo trono dorato e, in pratica, di sapere poco o nulla della vita vera delle persone semplici e umili mentre lui, il veterinario, sa molto di più della vita ed è più umano del Papa. Lasciamo perdere.
Dicevo che ha però riflessioni interessanti che condivido. Da bambino e ragazzo, a casa mia, in campagna, ci sono sempre stati cani e anche gatti. Le passeggiate col cane nei prati e boschi avevano qualcosa in più della passeggiata da solo anche se potevo godere del contatto con la natura. Mai però nel bosco durante il periodo della nidificazione e riproduzione perché il cane può compromettere quel periodo essenziale e delicato, anche senza uccidere. Cosa che molti “amanti degli animali” non capiscono. Il loro amore per gli animali è molto selettivo. Non ho mai voluto avere un cane mio perché abitando da solo avrei costretto un animale a vivere in solitudine e in spazi ristretti e mi sembra una grande ingiustizia. Inoltre non sopporto di dover mettere a un cane il guinzaglio ormai obbligatorio. Ma so quanto può essere importante il “dialogo” con un animale che spesso è uno sfogo personale verso un essere vivente che ti risponde col silenzio, non ti giudica ma accetta le carezze, mentre vivi relazioni difficili con i tuoi simili. C'è poi chi comprende che si tratta di un rapporto tra uomo e animale e stabilisce un vero dialogo perché esce dalla proiezione dei suoi bisogni affettivi e si decentra verso l’essere reale che ha di fronte. Infatti da cappellano ho voluto e potuto con grande gioia far entrare in carcere un’associazione che ha offerto pet therapy ai malati psichici.
Dell’importanza di ogni specie animale per l’umanità a tutti i livelli, e del valore anche spirituale degli animali, il Magistero di Papa Francesco è pieno. Basterebbe solo leggere la “Laudato Si” oppure pensare al Sinodo speciale per l’Amazzonia che ha voluto malgrado molte resistenze. Contro cosa lotta allora il Papa?
Papa Francesco lotta chi vuole che gli animali siano protetti ma che il crimine dell’aborto sia un diritto, addirittura scritto nella Costituzione. Papa Francesco lotta contro l’ideologia molto diffusa che vuole cancellare ogni distinzione scritta nella natura e per esempio chiamare “figlio” un animale (molto spesso questi animali sono trattati come oggetti e non secondo la sua natura. Interessante la riflessione di questo zoologo: I cani non sono bambini, sono cani. Da zoologo do ragione al Papa e vi spiego perché - Il Fatto Quotidiano ). Papa Francesco dal canto suo ha scritto in “Laudato si”: “Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito”. Vedi anche il Catechismo della Chiesa Cattolica NN. 2415 - 2418.
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