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lunedì 8 maggio 2023

AMORE E OBBEDIENZA PORTANO ALLA LIBERTÀ E ALLA FELICITÀ / Lunedì V sett. Pasqua.


La prima lettura ci conferma una costante del Nuovo Testamento: i cristiani, se possono, evitano il martirio. Non lottano con la forza - eventualmente usano il dialogo, la trattativa - per difendere il loro diritto ad evangelizzare o i loro beni, anche le loro chiese. Sentono la persecuzione come una Parola di Dio che indica loro di andare altrove, anche se fuggire non diminuisce il dovere di annunciare la Buona Notizia: la annunceranno dove la Provvidenza li ha fatti fuggire.

San Francesco riprende questa radicalità evangelica (Matteo 10, 23) nelle sue Regole e in particolare nel Testamento: "comando fermamente per obbedienza a tutti i frati che dovunque si trovino, non osino chiedere lettera alcuna (di privilegio) nella curia romana, personalmente o per interposta persona, né …. né per la persecuzione dei loro corpi; ma dovunque non saranno accolti, fuggano in altra terra a fare penitenza con la benedizione di Dio".


La fiducia totale nella protezione di Dio ingloba tutto il mistero dell'esistenza e in particolare della chiamata. Eppure ci sono tanti perché nel cuore e sulle labbra dell'uomo. “Perché Dio mi ha dato/non mi ha dato questo? Perché mi ha tolto questo? Perché mi è morto un figlio, un padre, una madre... ? Perché Dio non fa morire i delinquenti, perché Dio permette le guerre?, perché? perché? perché?...” “Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?»”. La risposta è sempre la stessa in tutta la Bibbia : “fidati della mia Parola, scopri la mia volontà giorno dopo giorno, lascia tutto e cammina verso la terra che ti indicherò”. Chiedere "perché?" a Dio è legittimo, ma nessun "perché?" mi deve bloccare, mi permette di accusare Dio di ingiustizia. Lui sa ciò che io non so, e se mi fido di Lui tutto concorrerà al mio bene (Cf Romani 8,22).

Gesù nel Vangelo di oggi ci dà anche una precisazione fondamentale, che ritroviamo come un’altra costante nella Bibbia: amare Dio e obbedirgli sono legati. L’obbedienza è il criterio dell’autenticità dell’amore e porta all’amore. D’altra parte l’amore salva l’obbedienza dalle sue distorsioni così spesso denunciate da Gesù nei farisei e in ogni “fratello maggiore”. Obbedire ai comandamenti, alla Chiesa, e amare, sono quindi cammino l’uno all’altro. È lo Spirito Santo che illumina il mistero che unisce l'amore e l'obbedienza e scioglie ciò che rimane troppo spesso una contraddizione per i nostri ragionamenti umani: "come posso essere libero se devo obbedire? Come posso sentirmi amato se devo sottomettermi?"

Prima Lettura At 14, 5-18 Vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente.

Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando. C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: «Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare. Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio. Salmo Responsoriale Salmo 115 Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria. Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per il tuo amore, per la tua fedeltà. Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Il nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie. I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra. I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo. Canto al Vangelo Gv 14,26 Alleluia, alleluia. Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa, dice il Signore, e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto. Alleluia. Vangelo Gv 14, 21-26 Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa. Dal vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».


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