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“Forse che io ho piacere della morte del
malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta
e viva?”
Le letture di oggi ci dicono con insistenza e
sapienza il desiderio struggente di Dio che ci allontaniamo dalla nostra condotta
malvagia e viviamo.
Affinché viviamo, e viviamo in abbondanza (cfr. Giovanni 10,10), non basta
riconciliarci con Dio. Gesù ci invita ad andare verso chi ce l’ha con noi per una
riconciliazione. Sembra folle, utopico. Veramente non è facile. Ma la realtà
comune della nostra vita ci invita a riflettere. Qual è questa realtà comune? Gesù
la descrive così: “non uscirai di là finché non avrai pagato
fino all’ultimo spicciolo!” Infatti siamo prigionieri di disagi accumulati, di paure profonde, di muri che si sono alzati pian piano,
di “guerre fredde”, di acredini e rancori reciproci, di giudizi silenti o di rivendicazioni gridate, non osiamo
parlare, chiedere, proporre, unire, aprirci, lanciare iniziative, costruire progetti
comuni …
Guardando onestamente la realtà comune della nostra vita
scopriamo che è necessario fare la rivoluzione che Gesù ci invita a fare. “Tutto quanto volete che gli uomini facciano
a voi, anche voi fatelo e loro” (Matteo 7,12).
Prima
Lettura Ez 18, 21-28
Forse che io ho piacere della morte del malvagio, o non piuttosto che desista
dalla sua condotta e viva?
Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio:
«Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 129
Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
Dal
profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se
consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Io
spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.
Più
che le sentinelle all’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.
Canto al Vangelo Ez 18,31
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo Mt 5, 20-26
Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
“Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà
destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire
il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu
venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
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