Il Vangelo della decapitazione di Giovanni Battista ed è come una pugnalata al cuore.
La gente parla ormai molto di Gesù e vengono riportati vari commenti su questa figura che sembra emergere dal nulla. Il commento di Erode è la voce della sua coscienza. Egli pensa che si tratti di Giovanni Battista risorto perché l’ha ucciso e non riesce a liberarsi dal crimine commesso. È così
per il nostro peccato: non posso assolvermi da solo. Però quando ricevo il perdono di Dio devo credere che questo è totale. Spesso rimaniamo invece in quel grigiore che cerca di soffocare il rimorso prima ma poi si lascia irretire dal suo peso che continua a condizionarci. Infatti essere totalmente
perdonato è un dono così grande che facciamo fatica a concepirlo. I fratelli
di Giuseppe, figli di Giacobbe, sentono il peso del loro crimine e anche dopo aver
ricevuto il perdono del fratello temono che esso sia dovuto alla presenza
del Padre. Quando Giacobbe muore vengono di nuovo da Giuseppe a supplicarlo di non
vendicarsi di loro. Dio invece perdona di cuore, totalmente e ci chiede di fare altrettanto (Matteo
6,14-15).
Dobbiamo chiedere perdono a Dio e perdonargli,
chiedere perdono agli altri e perdonargli, accettare il perdono di Dio per noi
e, coscienti di essere peccatori, non continuare a giudicarci.
Riportando la scena della decapitazione del Battista alla società odierna è inimmaginabile che il re, l’autorità
suprema del mio paese, possa discrezionalmente, perché si è bevuto un po’ troppo,
mandare una guardia per far assassinare un cittadino ed essere obbedito. Eppure accadeva in secoli recenti in Europa e accade ancora in tanti paesi fino
ad oggi. Conosciamo tutti dittatori come Hitler, Stalin, Mao, Saddam Hussein,
Gheddafi, i dittatori argentini, e altri in vita. Non ringrazieremo mai
abbastanza Dio di averci dato il Cristianesimo per umanizzare la nostra società.
Ma quanti progressi ci sono ancora da fare! E invece man mano che il Cristianesimo
va indietro ricompare la barbaria sotto i nostri occhi. Non bastano le leggi, anche
se sono utili, per difendere i diritti dell’uomo. È dal basso, dall’evangelizzazione
capillare – che non è proselitismo - , dal vissuto coraggioso dei valori e dall’educazione
seria che li trasmette, che ci può essere una speranza. Dobbiamo prenderne
coscienza urgentemente. Siamo però rincuorati perché “Gesù
Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!”
Prima
Lettura Eb 13, 1-8
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
Che cosa può farmi l’uomo?».
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede.
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 26
Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il
Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Se
contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.
Nella
sua dimora mi offre riparo
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua tenda,
sopra una roccia m’innalza.
Il tuo
volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi.
Canto al Vangelo Lc 8,15
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.
Vangelo Mc 6, 14-29
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era
diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per
questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri
ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne
parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva
sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la
moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere,
ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e
vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo
ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un
banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali
dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa
Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla
fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte:
«Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La
testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la
richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di
Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e
dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di
Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un
vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I
discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo
posero in un sepolcro.
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