Nel giardino il serpente tenta Adamo ed Eva. Il primo peccato inizia con una bugia. Senza
la bugia non c'è peccato. Il peccato è sempre una bugia riguardo alla verità della
vita.
Adamo ed Eva conoscevano la verità, conoscevano la volontà del Dio che li aveva creati e colmati di doni, e quindi peccarono distaccandosi da Dio e scegliendo di seguire un altro. Molti oggi sono senza verità, non la conoscono. Ma il meccanismo è sempre lo stesso: distorcere la verità crea le condizioni del peccato, della morte spirituale e di tutte le sue conseguenze terrificanti sulla vita dell’uomo fin da questo mondo. Aderire alla menzogna è peccare. Alla Luce di Cristo, verità totale e definitiva, siamo quindi alla ricerca della verità in tutti gli ambiti sapendo che la verità ci farà liberi.
Quali sono gli scogli da evitare? Innanzitutto la verità
distaccata dall’amore, dalla misericordia. Diceva san Vincenzo de Paoli: “una verità senza carità
non proviene da una carità autentica”. Poi, le verità parziali assolutizzate. Di
fronte al cammino del dialogo tra i popoli e le religioni che prosegue con
papa Francesco e l’Enciclica “Fratelli tutti” una ragazza evangelica mi dice: “gli
altri (i non cristiani, e forse tra questi ci mette tutti noi cattolici) non sono fratelli ma destinati all’ira di Dio!”.
La parola “ira” riferita a Dio si trova 25 volte nel Nuovo Testamento. Questa ragazza
cita quindi implicitamente alcuni versetti che dicono che “A maggior ragione ora, giustificati per il
suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui”. (Rm 5:9; vedi anche
1Ts 1:10) perché senza la salvezza di Cristo siamo tutti “per natura meritevoli d’ira” (Ef 2:3; vedi Rom 9,22; Rom 12,19). Ma nella Scrittura, l’ira di Dio è per
coloro che gli resistono consapevolmente, coloro che “soffocano la verità nell’ingiustizia”
(Rom 1,18), che “non fanno penitenza ma induriscono il cuore” (Rom
2,5.8; ecc…), non per chi cerca la verità a tastoni senza trovarla ancora! Contro
“Fratelli tutti” ci sono state molte reazioni. Ultimamente Mons. Viganò, l’ex
Nunzio, ha detto: “Papa Francesco accoglie tutte le religioni ma non i cattolici”. Questo invece è semplicemente una menzogna.
Aver ben presente
il legame intrinseco tra menzogna e peccato ci deve rendere molto attenti a non
seguire e a non diffondere dicerie, giudizi temerari, notizie non verificate, attacchi
al Papa e all’insegnamento della Chiesa. Siamo magnanimi e confrontiamo tutto con
il Vangelo e il cuore di Cristo.
Prima
Lettura Gn 3, 1-8
Sareste come Dio, conoscendo il bene e il male.
Dal libro della Gènesi
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 31
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa.
Beato
l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho
fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.
Per
questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia;
quando irromperanno grandi acque
non potranno raggiungerlo.
Tu sei il mio rifugio, mi liberi
dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione.
Canto al Vangelo At 16,14
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.
Vangelo Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne
verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in
disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva
gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli
disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si
sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo
proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire
i sordi e fa parlare i muti!».
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