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martedì 7 aprile 2020

PREGARE SENZA STANCARSI UN DIO ONNIPOTENTE E PADRE




Non sorprende che specialmente in questo tempo le persone si chiedano e mi chiedano che forza abbia la preghiera.

“Pregare sapendo che tutto dipende da Dio, poi agire come se Dio non dovesse più aiutarmi in eterno”. Questa frase è stata attribuita a vari santi – sta bene anche a sant’Ignazio di Loyola – probabilmente perché l’hanno vissuta con molta consapevolezza. Infatti esprime una verità profonda della nostra fede.

Tutto dipende da Dio – Dio vuole tutto il mio impegno.

Volendo probabilmente far alzare dal divano i giovani, qualcuno la trasforma più o meno in: “pregare come se tutto dipendesse da Dio, poi agire sapendo che Dio non farà miracoli se non attraverso le energie che mi dà nella preghiera e quindi attraverso il mio impegno”.

È vero che pregare solo per il miracolo, perché tutto ritorni come prima – tranne forse la gratitudine di aver sperimentato la bontà di Dio – è segno di una fede incompleta. Padre Pio, inchiodato nel suo confessionale, riceveva molte richieste di grazie e pregava. Cos’altro poteva fare un povero frate chiuso in convento che si muoveva con difficoltà per le stimmate, ecc.? E otteneva tanti miracoli. Miracoli tutti documentati. Ma poi ha compreso che si doveva aprire un’altra via e ha fondato Casa Sollievo della Sofferenza. La preghiera stessa spinge all’impegno.

D’altra parte, dire come un “fine biblista” su Repubblica qualche giorno fa che Dio “non può cambiare la storia” (sic), non può far cessare il contagio, può solo appunto infondere in noi coraggio e zelo nuovo e quindi efficacia al nostro impegno, è una negazione totale di Dio come Dio. (La negazione di Dio gira molto anche attraverso l’idea che Dio essendo buono, il male inteso come ciò che mi fa soffrire, non mi piace, non può venire da Dio. E quindi Dio non cambia la Storia. Certamente il male non viene da Dio, ma cos'è il male? In ogni caso, anche il male è nelle mani di Dio che lo permette e potrebbe tranquillamente non permetterlo).


Dio cambia la Storia, eccome! È lui che la crea! E ogni giorno ne fa quello che vuole! Tutto sta nelle sue mani. Dio disse e fu! Se Dio non vuole una cosa posso pregare quanto voglio non cambierà nulla. Mi viene in mente l’episodio in cui lo Spirito Santo vieta a Paolo e compagni di predicare in Asia minore, e, in un primo tempo, essi resistono fortemente, lo Spirito Santo deve proprio bloccarli almeno un paio di volte. Solo dopo, e dopo una visione ricevuta da Paolo, comprendono che devono cambiare rotta e passano in Europa, in Macedonia (Atti 16,6-10). La mia preghiera non potrà anticipare o posticipare la decisione di Dio. Questa verità, presa da sola e portata alle sue conseguenze assolute, porta al fatalismo e al credere nella predestinazione che si osserva in alcune persone, e più facilmente si osserva in alcune religioni. Però è una verità: nessuno può contrastare il volere di Dio.
Ma Dio non è solo onnipotente. È anche, e prima ancora, Padre amorevole. E cosa fa  un Padre se non ascoltare i suoi figli? Ma un Padre vuole anche, innanzitutto, che i suoi figli crescano, raggiungano la piana maturità, vuole associarli alle sue opere. Ecco allora che Dio preferisce fare il meno possibile miracoli, ma che ascoltandolo, gli assomigliamo sempre di più e diventiamo suoi figli, suoi collaboratori, suoi strumenti. Vuole la nostra conversione.

Anche questo tempo è un kairos, cioè un tempo favorevole, per quanto sia una prova dura, durissima. È naturale e doveroso pregare perché finisca questo flagello, senza stancarci. Ma non basta pregare perché tutto ritorni come prima al più presto. Bisogna chiedersi: cosa vuole Dio, cosa mi sta dicendo? È inutile pregare perché il Signore scenda sulla terra e metta tutto a posto. Dio è già sceso in Gesù Cristo ed è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. È già presente, anche in questa pandemia. Siccome non comprendiamo il suo disegno, non siamo capaci di fargli fiducia fino in fondo e quindi lo svegliamo angosciati: non vedi che stiamo morendo, perché non intervieni, perché non ti preoccupi di noi? Ma la verità è che il Signore sa già ciò di cui abbiamo bisogno. E ci guida sulla via della salvezza.

Iniziando i Cursillos de Cristiandad, Edoardo usava l’immagine del tripode per indicare che la via dell’uomo è buona solo se è completa ed equilibrata. Il suo tripode si chiamava: preghiera, studio, azione. E il suo “piccolo corso di cristianità” (cursillo) aveva lo scopo di dare alle persone le basi essenziali del Cristianesimo Se le basi non sono solide, tutto l’edificio è fragile, rischia il crollo.
L’equilibrio della preghiera e della fede cristiane non è un equilibrio guidato dalla mancanza di generosità e di audacia. È invece un equilibrio estremo: va fino all’offerta di sé stessi sulla croce per il nemico, come Gesù. Ma è un estremismo equilibrato. Per riprendere un’immagine di Edoardo è come una macchina: mentre ci sono elementi facoltativi, se gli manca una ruota una macchina non può camminare. E più voglio correre, più l’equilibrio e la qualità delle varie parti deve essere perfetto, a cominciare dalle parti portanti, principali, altrimenti si rompe tutto e vado fuori strada.

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