Foto "Aleteia". |
Non abbiamo potuto andare dal vivaio per comprare e
piantare fiori nuovi per abbellire la nostra città e anche aiutare le nostre preziosissime
amiche le api.
Ma l’idea di prenderci cura della nostra casa comune, quella
locale e quella unica e meravigliosa che è la Terra tutta, non è venuta meno. Ci stiamo
rallegrando dell’aria più pulita, dalle acque più limpide, dalla spazzatura
dimezzata, perché l’economia, questa economia è ferma. Questo però ci deve far
pensare. Una catastrofe non può essere la soluzione. Il cinismo di chi ha
lasciato correre la pandemia o specula sulla morte degli anziani, dei deboli,
ci inorridisce e sappiamo che non è la soluzione. La catastrofe che stiamo
vivendo con un aumento dei contagi a livello mondiale che segue ancora un tasso
esponenziale, può e deve però essere un segnale. Se non cambiamo modi di vivere,
passato il contagio, tutto riprenderà e forse, nelle difficoltà della ripresa,
potrebbe essere peggiore. Invece possiamo orientarci, sulla base della
solidarietà, dei valori umani più maturi e non più messi in secondo piano,
verso uno sviluppo realmente sostenibile.
Ma il mio balcone? In questa Settimana Santa facciamo dei nostri balconi e delle
nostre finestre il luogo dove manifestiamo agli altri la nostra gratitudine per
l’Amore fino alla fine di Gesù per noi e la nostra gioia per la sua Vittoria
sulla morte. Facciamo dei nostri balconi e finestre dei luoghi di comunione con
i vicini anche loro in quarantena.
Possiamo realizzare delle Palme dipinte, oppure con la carta, e decidere, dopo aver letto il Vangelo adatto (Matteo 21,1-11 quest’anno) di organizzare
una processione pregando nella casa e deporre questa Palma sul balcone di casa,
o altri segni: la luce accesa che significa la preghiera, ecc.
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