Posso andare in libreria a comprare un
libro ma a messa no!
Perché sono aperte le librerie? perché nutrono
lo spirito. Benissimo! Complimenti a Franceschini – pensiamo sia lui, che fa il
ministro della cultura con grande convinzione e impegno – e altri, che si battono
per la cultura. E hanno ragione. Ma perché, secondo il governo, gli atti di
culto non nutrono lo spirito? La risposta è una sola: il Cristianesimo fondato
sulla fede non ha più rilevanza nella vita sociale, non interessa gli italiani
e quindi non interessa la politica.
Che fare? Inutile difendere un guscio
vuoto. Qualcuno è ancora nostalgico dello stato di Cristianità che vigeva in Italia
almeno fino agli anni ’60 del ‘900. Ma la nostalgia non serve a niente! Non è
un peccato provare nostalgia, ed è un valore coltivare la memoria. La nostalgia
diventa però un peccato e un falso storico quando diventa il criterio di
decisione per il futuro, quando si vuole mantenere un passato che di fatto è molto “recente”,
ha solo 500, al massimo 1000 anni, e corrisponde ad una sola parte dei popoli che
hanno incarnato la fede nel loro modo di vivere. Abbiamo molto meglio: Cristo
risorto, vivo in mezzo a noi, e la sua Grazia che ci accompagna e ha generato con
creatività intensa la Cristianità occidentale che, diventando missionaria, ha
esteso i benefici del Vangelo a molti popoli e a molte aree del mondo sotto la
forma “latina”.
Si tratta quindi di ripartire dal
fondamento, dalla Roccia viva, da Cristo risorto.
Ma concretamente, quando potremo celebrare l’Eucaristia insieme? I Sacramenti fanno parte del Culto in Spirito e Verità di cui
parla Gesù alla Samaritana (Giovanni 4). Il Papa ha parlato ieri del rischio di
accontentarci di una fede virtuale. Il successo dei telepredicatori evangelici americani
che hanno fatto tanti adepti e tanti soldi ne sono un esempio evidente, con
gravi limiti per la maturazione della fede. La fede vissuta è comunità, comporta
il rischio della comunità, comporta il rischio della convivenza, dell’aiuto,
del conforto, del confronto, dello scontro con persone concrete. Il rischio
di comunità virtuali, di persone sempre connesse ma non “presenti”, è serio. Per
questo motivo, ancora ieri, ad una persona che mi ha chiesto se si può confessare
per telefono, ho dovuto rispondere che per telefono si può fare un dialogo spirituale,
pregare insieme, ma non ricevere l’assoluzione. Nell’impossibilità di ricevere
l’assoluzione Dio provvede in altro modo, supplisce, ma non c'è il sacramento. Dall’altra
parte, sempre ieri, abbiamo ricevuto una nota dalla CEI, dai vescovi italiani che
dice che stanno in dialogo con il governo italiano per la fase 2, dopo il 3
maggio. È ragionevole pensare che, dopo questa
data, potremo celebrare di nuovo con il popolo, rispettando doverose misure di
precauzione.
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