Continuiamo a dire qualche povera e limitata parola sul problema di Dio che castiga.
La sofferenza è di per sé sempre una verità difficile da accettare. La mentalità comune che non entra nella prospettiva di Dio rifiuta soprattutto che il giusto possa soffrire e ognuno si crede abbastanza giusto da non meritare altro che felicità e tranquillità. Chi soffre vede se stesso o è visto come “maledetto”. È appunto questo il nucleo del libro di Giobbe, è il motivo per cui sommi sacerdoti e scribi sbeffeggiano Gesù in croce, è una delle critiche radicali che l’Islam rivolge al Cristianesimo: dicono di essere figli di Dio eppure Dio li castiga. La mentalità pagana vede la benedizione divina solo nel successo mondano.
La sofferenza è di per sé sempre una verità difficile da accettare. La mentalità comune che non entra nella prospettiva di Dio rifiuta soprattutto che il giusto possa soffrire e ognuno si crede abbastanza giusto da non meritare altro che felicità e tranquillità. Chi soffre vede se stesso o è visto come “maledetto”. È appunto questo il nucleo del libro di Giobbe, è il motivo per cui sommi sacerdoti e scribi sbeffeggiano Gesù in croce, è una delle critiche radicali che l’Islam rivolge al Cristianesimo: dicono di essere figli di Dio eppure Dio li castiga. La mentalità pagana vede la benedizione divina solo nel successo mondano.
Ma, in ogni caso, non è una grave ingiustizia e contraddizione da parte di un Dio onnipotente che
il non colpevole soffra? La risposta completa e unica è che Dio si è sottomesso
lui stesso al supplizio della croce trasformandola in un gesto di immenso amore,
invitandoci a ribaltare il senso delle nostre sofferenze. Al livello concreto
della Provvidenza che ci assiste, sappiamo e crediamo che Dio può trarre da ogni
male un bene maggiore e quindi può permettere il male, anche quello che liberamente
fa l’uomo, senza per questo volerlo, e senza essere ingiusto perché nell'abisso della Croce e della forza della Redenzione viene risarcita ogni ingiustizia subita e asciugata ogni lacrima. ma se Dio non vuole il male, la sua azione è di passare beneficando tutti coloro che sono sotto il dominio del male. Io posso usare male la mia libertà con conseguenze gravissime ed essere responsabile del male che faccio. Infatti posso fare del male ai miei figli
o a chi mi è vicino. Sono le cosiddette “cause seconde”. Dio è la causa
principale al quale tutto fa capo, ma lascia una certa autonomia alla sua
Creazione. Questa autonomia ha il suo cuore nella libertà dell’uomo che deve prendersi
cura del suo Prossimo e della Casa Comune.
Se c'è una Provvidenza e un giudizio che accompagna ognuno di
noi, spesso in modo oscuro per noi ma reale, cosa dire però dei fenomeni globali
come per esempio l’attuale pandemia? Certamente l'uomo ha delle responsabilità. Ci sono sicuramente delle domande da fare
a noi stessi come umanità sui nostri comportamenti: inquinamento, distruzione
di habitat, wet markets, ecc… Se violentiamo la Natura, questo si ritorce
contro di noi. Non è però facile individuare le cause e le responsabilità particolari. Ma l’invito a
comprendere e curare i meccanismi della Vita, come Natura e come Storia, è un
dovere morale per l’uomo e a maggior ragione per i cristiani. Un grande dirigente
di impresa francese ha impostato il suo discorso ai giovani diplomati della più
prestigiosa scuola di gestione transalpina su due concetti: senza giustizia sociale
non c'è futuro per l’economia, senza giustizia ecologica non ci sarà giustizia
sociale e quindi neppure economia. E metteva in guardia contro tre idoli che rendono
schiavo l’uomo: il prestigio, i soldi e il potere. E diceva ancora: non esiste
nessuna “mano invisibile” del mercato libero che produce giustizia. Abbiamo solo
le nostre mani, il nostro cuore per cambiare il mondo e renderlo migliore. Sorprendente
che dica questo un dirigente di multinazionale... Il segreto della sua
posizione? un suo fratello più piccolo si era ammalato di schizofrenia e da
lui, dalla malattia, aveva imparato i valori essenziali della vita!
Ecco che per noi cristiani, pur sapendo che Dio può tutto e può compiere
(e compie) miracoli, e non riuscendo a definire con sicurezza tutte le
responsabilità, comprendiamo che Dio sta al nostro fianco per consolare, dare
senso, e dare energia per combattere il male. Se la pandemia attuale è
conseguenza delle nostre colpe, contro la natura o contro la giustizia sociale,
contro la dignità della vita umana (per esempio a Singapore dove il contagio
sembrava sotto controllo, sono scoppiati nuovi focolai nei ghetti dei
lavoratori immigrati sfruttati), Dio sta al nostro fianco per sconfiggere il
male. Anzi, è proprio questo quello che fa Dio continuamente, liberare l'uomo dalla morte e dal male, condurlo sui sentieri della Vita. "Sono venuto perché abbiano la Vita e la Vita in abbondanza"
Ez 18:23 “Forse
che io ho piacere della morte del malvagio - dice il Signore Dio - o non
piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?”
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