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giovedì 15 novembre 2018

UNA RIVELAZIONE CHE CAMBIA TUTTO ! DIO ABITA IN MEZZO A NOI E TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI / giovedì XXXII° sett. T.O.

Filemone abbraccia Onesimo.

C'è chi va cercando Dio lontano mentre sta accanto a lui, dentro la sua vita, la sua storia. È talmente potente questo movimento di cercare fuori ciò che sta dentro che i pellegrinaggi sono un fenomeno presente in tutti i popoli e in tutte le religioni. Il Pellegrinaggio alla Mecca è un pilastro della fede islamica. Anche se chi non ha i mezzi è scusato, il prestigio dello Hajjy, colui che è andato in pellegrinaggio alla Mecca, è indiscusso nell’Islam. Anche Dio ha chiesto ad Abramo di allontanarsi dal suo ambiente, dalla sicurezza che gli dava la sua parentela. Non è certo stato una gita verso un luogo già conosciuto, partendo di pomeriggio per tornare la sera, ma una vera avventura della vita, giocandosi tutto, guidato da Dio. Certi “pellegrinaggi” invece potrebbero sembrare più una distrazione, una boccata d’aria contro il grigiore del dovere quotidiano che un vero cammino religioso. Eppure il fatto di “lasciare”, di “mettersi in cammino” fisicamente può aiutare la preghiera e l’interiorizzazione della fede. Oltre ad uno spiccato mio gusto per i viaggi e per il “cambiare aria”, i pellegrinaggi mi hanno veramente aiutato nel cammino di fede. Infatti il Signore continua ad usare i santuari e i luoghi di autentiche apparizioni. Ma una certa frenesia di “andare di quà” e “andare di là”, di correre appena si sente parlare di apparizioni, di cercare “segni” col naso in su verso il cielo dimostra solo che si ha una fede poco matura. Il Vangelo ce lo ricorda oggi.
Perfino l’Islam dice che lo Hajj, il pellegrinaggio, più difficile e meritorio è quello della porta accanto alla tua. Chi corre per “vedere” segni di Dio testimonia che è ancora cieco. Chi apre gli occhi scopre Dio.
È quello che succede a Filemone (prima lettura). Era diventato cristiano ed era molto attivo nel collaborare all’evangelizzazione e molto caritatevole pur avendo schiavi. Uno di essi si chiamava Onesimo, cioè “Utile”. Era considerato poco più di una cosa quando Filemone l’aveva comprato. San Paolo l’ha accolto mentre fuggiva in cerca di libertà e l’ha accompagnato nel vero cammino di liberazione, istruendolo e battezzandolo. Ecco che lo rimanda al suo padrone (se sei cristiano, anche da schiavo sei libero) pregando questi di accoglierlo non più come schiavo ma come fratello carissimo, uguale a lui, non solo perché è diventato fratello nella fede, ma già dal fatto che è un uomo. Uomo lo era da sempre ma finora era considerato come una cosa. Adesso, Filemone, cristiano impegnato, è invitato ad aprire gli occhi su questa verità elementare che finora gli è sfuggita: quell’Onesimo è un uomo. Non ci è detto né la razza né il colore di pelle di Onesimo. Forse è un barbaro vinto dalla potenza romana. Uno di una razza inferiore e un vinto. Dio invece ha creato tutti gli uomini uguali e ci ha dato la terra "in solidum ". Egli chiede a Filemone di abbracciare il suo schiavo. Che rivoluzione!!! Nel 2018 c'è purtroppo ancora bisogno di lottare contro il razzismo e contro la schiavitù in tutto il mondo. I vescovi americani hanno appena scritto una lettera pastorale dal titolo : “Spalanca i nostri cuori: una chiamata duratura all’amore”. C'è infatti ancora bisogno di scrivere che “Le azioni razziste sono peccato perché violano la giustizia e mostrano l’incapacità di riconoscere la dignità umana, di riconoscere gli altri come fratelli in Cristo”

Prima Lettura   Fm 1, 7-20
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Fratello, la tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati.
Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo!

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 145
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.
Il Signore rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. 
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. 

Canto al Vangelo
    Gv 15,5
Alleluia, alleluia.

Io sono la vite, voi i tralci, dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Alleluia.


Vangelo   
Lc 17, 20-25
Il regno di Dio è in mezzo a voi.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». 

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