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lunedì 12 novembre 2018

GRAZIE VEDOVA, SEI TUTTI NOI! / XXXII° domenica T.O.


Obolo della Vedova - Sant'Apollinare, Ravenna.
Le due vedove di questa domenica sono un esempio di generosità che ci fa confrontare con la nostra (mia e tua) tirchieria materiale e spirituale. Non mormorano contro la vita e contro Dio, danno e condividono tutto.
Nel modo di gestire i beni che ci sono stati affidati non è esclusa la riflessione. Non si tratta di buttare i soldi, né di sprecare. Ma loro ci indicano lo spirito che ci deve guidare.
C'è un altro aspetto che ci può incoraggiare.
Tante volte la povertà dei nostri mezzi, delle nostre doti, ci frenano nella generosità. Non ce la farò mai, non sarà abbastanza bello, non sarà apprezzato, non basterà a risolvere il problema, inutile … invece questa povera vedova dona e Gesù lo vede. La mia generosità così umile e oscura non passa inosservata a Dio che risponde facendo scendere le sue benedizioni. Anzi, attraverso lo sguardo di Gesù anche noi vediamo e quel gesto raggiunge una fecondità spirituale e pratica straordinaria: quante generosità ha ispirato, quanti soldi ha mobilizzato, quante opere ha finanziato, quanti scoraggiamenti ha risollevato questa povera e sconosciuta vedova ebrea?
Inoltre, se seguiamo questa donna entriamo in una eccezionale scuola di umiltà: infatti tutto quanto doniamo si rivelerà sempre troppo poco. Questo però non ci deve scandalizzare, ma rendere felici. Tutto quello che facciamo – diceva Madre Teresa – è solo una goccia d’acqua nell’Oceano della sofferenza e della miseria umana, ma se non la diamo questa goccia mancherà all’Oceano. E che goccia quella di Madre Teresa! Eppure anche lei ha cominciato nella piccolezza e nella debolezza ed è un modello perché è rimasta piccola. Non si è gonfiata.
Andare fino in fondo, per quanto io non abbia mai fatto e non farò mai cose grandi ed eclatanti veramente sante e belle, ricominciare, essere più puntuale, essere più presente nelle cose che faccio, offrire la pazienza di un ritardo, l’umiltà di riconoscere i miei torti e difetti, evitare ogni sciatteria, non sprecare soldi, cose, tempo, non cadere nella vanità, entrare nella gratuità…. Quante cose si possono fare ogni giorno! Ci sono anche le grandi decisioni e sofferenze che significano dare tutto quanto ho per vivere, visto la mia debolezza, e danno una svolta alla vita.
Grazie vedova del Vangelo, sei ti noi!

Prima Lettura   1 Re 17, 10-16
La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elia. 
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso, perché io possa bere». 
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elia le disse: «Non temere; va' a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"».
Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia. 

Salmo Responsoriale 
   Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.  Il Signore rimane fedele per sempre 
rende giustizia agli oppressi, 
dà il pane agli affamati. 
Il Signore libera i prigionieri.  Il Signore ridona la vista ai ciechi, 
il Signore rialza chi è caduto, 
il Signore ama i giusti, 
il Signore protegge i forestieri.  Egli sostiene l'orfano e la vedova, 
ma sconvolge le vie dei malvagi. 
Il Signore regna per sempre, 
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Seconda Lettura 
  Eb 9, 24-28
Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti.  Dalla lettera agli Ebrei
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. 
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza. 

Canto al Vangelo
   Mt 5,3
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 
Alleluia.

 Vangelo   Mc 12, 38-44
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù 
[nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
[Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
] 


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