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venerdì 2 novembre 2018

LA SANTITA' E' NECESSARIA / 2 novembre, commemorazione dei fedeli defunti


Catherine Lassagne - Arsnet, sito del Santuario di Ars.

Pregando per i nostri defunti preghiamo per dei vivi ancora toccati dalla morte dalla quale aspirano a liberarsi al più presto. Perché finalmente hanno capito: era meglio vivere il Vangelo fino in fondo confidando in Dio che non ha mai schiacciato nessuno ma chiede solo fiducia ancora e ancora e ancora.
Pare che il tennis sia lo sport che fa vivere più a lungo chi lo pratica perché esercita tutti i riflessi dell’uomo oltre che a mantenere i muscoli forti. Quindi non solo il fisico ma anche il sistema nervoso e l’intelligenza. Il Vangelo invece fa vivere eternamente ed eternamente giovani perché esercita tutte le capacità dell’uomo nell’amore. Amare con tutta la mente, tutta l’intelligenza, tutte il corpo, tutte le forze, tutti sentimenti, tutto il cuore. Questa è la santità.
E di santità c'è tanto bisogno. Di quella grande: quanto mancherebbe alla nostra storia, alla nostra civiltà se non ci fossero stati san Francesco e santa Caterina da Siena, patroni d’Italia, e tutti gli altri? C'è bisogno anche della santità della porta accanto che ci sostiene giorno dopo giorno, sostiene il tessuto sociale, forma un popolo. In piena guerra civile algerina il vescovo di Orano, Pierre Claverie (sarà beatificato assieme ad altri 18 cristiani uccisi in quel periodo il prossimo 8 dicembre. Ne riparleremo) diceva: “è l’umiltà che tiene insieme le famiglie e la società”. C'è anche la “sottosantità della porta accanto” e il suo luogo è il purgatorio.
Infatti, la santità della porta accanto porta in paradiso, ma anche nelle opere meno appariscenti esige il pieno abbandono a Dio. Quando il Santo Curato venne ad Ars, Catherine Lassagne era dodicenne. A vent’anni il Curato chiese a lei e a una sua compagna di occuparsi della scuola e orfanatrofio per ragazze che voleva fondare, “La Providence”. Furono venticinque anni di piena dedizione con il plauso del Ministero dell’Istruzione francese, anni di Provvidenza reale che più di una volta dovette intervenire con miracoli di moltiplicazione del grano o della farina per far cuocere il pane necessario. Quando il Curato aveva superato i settant’anni il vescovo decise che quelle laiche dovevano essere sostituite da “vere suore”. Il Curato non capiva e soffrì molto! “Suore? ma queste lo sono già, le manca solo il velo in testa!” Il vescovo fu irremovibile e il Curato obbedì: “Monsignore vede in questo la volontà di Dio ma io non la vedo punto!” diceva. Catherine e la sua compagna avevano ormai passato i quarant’anni, non erano sposate, e si ritrovavano senza più missione, tutta la vita sconvolta. Quante proteste ci sarebbero oggi, raccolte di firme, richiesta di dimissioni del vescovo, ecc…  ! Obbedirono. Immaginiamo cosa sarebbe successo se in seno a questa comunità parrocchiale esemplare e all'afflusso dei pellegrini che venivano da ogni dove per trovare la pace di Dio, ci fosse stato una donna che, vantando i suoi servizi, la sua famigliarità con il Parroco, fosse andata in giro lamentandosi, chiacchierando, seminando il veleno della divisione e della ribellione! Eppure succede in molte parrocchie e comunità. 
Catherine rimase al servizio del Curato, la sua compagna ritornò nella masseria di famiglia.  Morì molto dopo il Santo Curato e tutti vedevano risplendere in lei la purezza della sua vita, del suo affidamento a Maria. Negli ultimi giorni diceva: “Sono pronta. Quando il Buon Dio vorrà. Non mi sento legata a nulla. Se lo sono non lo vedo”.  
(Mi disse  un giorno l’abbé Nodet, biografo del Curato d’Ars: “il vescovo aveva ragione, dopo la morte del Curato finirono le offerte e solo una congregazione di suore poté mantenere questa opera utilissima”).

Prima Lettura  Gb  19,1.23-27a
Io lo so che il mio Redentore è vivo.
Dal libro di Giobbe
Rispondendo Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 26
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. 
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto. 
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Seconda Lettura  
Rm 5,5-11

Giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Canto al Vangelo   Gv 6,40
Alleluia, alleluia.

Questa è la volontà del Padre mio:
che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna;
e io lo risusciterò nell’ultimo giorno, dice il Signore.
Alleluia.

  
Vangelo   Gv 6,37-40
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».



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